ASIA di Manuela Gandini
ASIA ASIA Poesia e violenza inguaggi dei giovani e Cesena e della a antiche alori Manuela Gandini «biinl J* caos èja prerogativa Idh'è rPilD»evidente. Salta all'occhio prepotente cóme la discesa della middleclass dalla metropolitana all'ora di punta. «Officina Asia» è un'ampia rassegna curata da Renato Barilli, con la collar borazione di Francesca Jordan, Tang Di, Mikiko Kikuta e Kim Airyung, in tre sedi dell'Emilia Romagna. La prima mostra è alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, la seconda alla Galleria Comunale d'Arte di Cesena, la terza al Palazzo dell'Arengo di Rimini. Circa sessanta artisti giapponesi, cinesi e coreani, hanno trovato collocazione nella regione con le loro disparate tecniche che vanno dal video, all'installazione, alla fotografia. Il panorama è quello spinto di un futuro acceso e già presente ma ancorato al passato remoto. I paesaggi cinesi dipinti sulla propria pelle da Huang Yan o i paesaggi giapponesi tradizionali ritratti da Akira Yamaguchi, con samurai in motocicletta e superstrade che schiacciano le antiche residenze nipponiche, sono un esempio del continuo riferimento all'architettura e all'urbanistica dei secoli scorsi. Se da un lato i fili della figurazione tradizionale tengono legate le nuove generazioni. dall'altro c'è una tendenza truce, globalizzata, al sensazionalismo: un video riprende una bocca con proiettate tante piccole persona lyfftf&S i ^fé&ti di Wan Gongxin; mentre unai lenta trasformazione in teschio del viso di Li Yongbin deforma l'artista, nel lavoro di Makoto Aida in un frullatore gigante sono contenute migliaia eh donnine nude che vengono spappolate come tanti gianchetti. «Questa rassegna spiega Renato Barilli in catalogo (Mazzotta) - sente di dover partire inalberando la categoria del "registrare", con l'aiuto degli strumenti ultrapotenti, "high fidelity" che oggi sono dati dalle camere digitali (...) ma nonostante la diffusione alquanto indifferenziata di pratiche come queste, è ancora un po' presto per dime male, c'era tanto bisogno di guardarci attorno, di andare a sorprendere "la pelle del mondo", di vedere come essa è fatta, come varia da luogo a luogo e come si trasforma sotto il premere dei vari fattori sociali ed economici». In buona sostanza il curatore italiano suddivide gli artisti nelle due categorie del «registrare», con mezzi tecnologici, e del «ritrarre il mondo», con la propria mano. Ma oltre a queste due categorie di ordine pratico oltre che concettuale, aggiungeremmo altre due tendenze, tra le più evidenti, che emergono da questa sorprendente rassegna: da un lato lo specchio di un mondo caotico, debordante, massificato e off-limits, dall'altro la sospensione poetica, nelle foto prese dall'aereo di Boomoon, o nella la camera rosa con forme liquide di Yuichi Higashionna. Da una parte la violenza dell'obiettivo fotografico moltiplicato e trattato come bomba, come causa principale dell'esplosione delle nazioni di Hwang Insook, dall'altro il silenzio e il vuoto di un'installazione aerea bellissima fatta di fili da Yim Ja-Hyuk. «Man mano che confini tra realtà e fiction vengono meno e si dissolvono, ad essere sottoposta a minaccia non è soltanto la realtà, ma perfino la stessa esistenza umana. - scive Mikiko kikuta - Bambini privi di volto appaiono nel!' opera di Tomoko Konoike. Nulla è più espressivo di un individuo quanto il volto, ma i volti di questi bambini sono circondati da piccoli coltelli simili a insetti o sostituiti dalla testa di un insetto cosicché le loro personalità diventano irriconoscibili». La sensazione generale, passando da una stanza all'altra, è quella di navigare tra incubi e sogni, tra pericoli incombenti collettivi e una spiritualità che sospende il dramma del presente trasferendolo nel concetto di assoluto e di vuoto. Carnalità e assenza, angoscia e poesia, massa e solitudine, sono gli elementi di un panorama asiatico preoccupante e fortemente in crescita, in bilico tra storia e futuro, senza quasi la considerazione del presente. È come se vi fosse una rivoluzione alle porte, un' esplosione di idee parallela a una violenza inaudita. È l'horror provocato dall'assuefazione ai peggiori soprusi, dall'abitudine mediatica a digerire qualsiasi cosa senza indignazione o opposizione. Il risultato tra la pressione delle due forze, quella poetica e quella truculenta, è la complessità contemporanea. La differenza tra gh artisti occidentali e quelli orientali - nella selezione compiuta da Barilli - è che sebbene molti elementi vadano verso l'omogeneizzazione, gh asiatici trasmettono prepotentemente il senso dell'estremo, del limite massimo oltre il quale non vi è nulla. A Bologna, Rimini e Cesena la rassegna curata da Renato Barilli propone un atlante della creatività orientale contemporanea tra antiche tecniche e nuovi valori Officina Asia Bologna. Gam Cesena. Galleria Comunale d'Arte Rimihl. Palazzo delPArengo. Fino al 5 settembre Info: 051.502859 Dream-like Love /ideila giovane artista cinese Li Wei
Luoghi citati: Bologna, Cesena, Emilia Romagna, Rimini
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