L'ultimo Einaudi occulto e generoso sostenitore di Giulio di Mirella Appiotti

L'ultimo Einaudi occulto e generoso sostenitore di Giulio di Mirella Appiotti PROSSIMAMENTE L'ultimo Einaudi occulto e generoso sostenitore di Giulio DICE Roberta Einaudi: «Ho fatto in tempo a leggergli la prova di stampa delle pagine che il nonno Luigi scrisse sulla visita nel '54 al padre dei "Ftatelli Cervi" (nrd: il libro con questo titolo, corredato dal racconto di Carlo Levi su quella giornata e dal discorso di Ciampi in visita nel gennaio scorso al museo di Gattatico, esce in autunno da Nottetempo), gli piacque molto». D'altronde Roberto Einaudi, «l'ingegnere» morto due settimane fa a 98 anni, ultimo superstite dei fratelb, Mario (d'americano» per la carriera di professore universitario oltre Oceano e Giulio «il principe», seguiva «con divertimento, curiosità» e ancbe un po' di quell'ironia tipica degli Einaudi, la recente ((immersione» della figba nell'impresa editoriale insieme a Ginevra Bompiani. Né c'è da stupirsi perché (d'ingegnere», grande manager, uno dei fondatori dell'Iti, alto dirigente della Dalmine, lungo tutta la vicenda dello Struzzo è stato una presenza tanto defilata quanto determinante, l'occulto e generoso sostenitore del ((principe», fratello scomodo e amatissimo (basta vedere il film trasmesso dalla tv in morte di GiuUo con i battibecchi dei due), da cui, all'apparenza, era diametralmente diverso, lui liberale «conservatore» (quanto?) che però ((metteva in discussione tutto, sempre con l'idea di rispettare quella dell'altro» e che considerava, anche nei suoi estremismi, l'avventura di Giubo determinante per la cultura italiana del '900. Un legame forte che lo spinge, nel momento di massima crisi della casa editrice, a riacquistare tutto quello che all'editore era stato confiscato e che lo decide nel 2003 a creare la ((Fondazione Giubo Einaudi» con Roberto Cerati, altri membri della famiglia e soprattutto Malcolm (il figbo della figba scomparsa di Giubo) ora impegnato allo spasimo a raccogbere e catalogare tutto il privato del nonno, libri, documenti, oggetti, tra poco disponibili per gli studiosi (nell'ipotesi di una ventilata sistemazione presso la futura nuova Biblioteca Civica). Un legame forte come quello con la sua terra, le Langbe, Dogliani dove è sorta la fortemente voluta Biblioteca Einaudi («Papà è stato un lettore accanito e onnivoro, dai romanzi della mitteleuropa, da Musil alla storia, ultima sua passione», spiega la figba Roberta), la casa: di tutti gli Einaudi ma ancbe cosi legata alle vicende del nostro Paese. E quel prato di fionte al Monviso «dove sino a qualche tempo fa mio Padre andava ogni sera a vedere il tramonto...». Grazie, Salsano «Grazie a te siamo più moderni. E possediamo.armi più affilate contro le perversioni della mondanità». Cosi chiudeva Bruno Bongiovaimi il suo articolo sull'Unità in morte dell'editore che ha condotto, erede di Giubo Bollati, questi ultimi anni della Bollati Boringbieri. Un grazie die si ripete, privo di retorica (non l'avrebbe sopportata lo studioso del pensiero economico e politico, il compagno di strada dei francesi del Gruppo Mauss, la cui «scuola antiulilitarista» ha sostenuto in Italia; colui che ha contribuito, al fianco di Bollati con titoli che vanno da Una guerra civile di Pavone a L'occupazione tedesca in Italia di Klinldh ammer «a imprimere - ricorda Franzinelli - una svolta alla storiografia itabana») nella densa plaquette dedicata a un uomo di editoria più avanti del suo tempo ma, scrive Baudino, «all'antica, devoto al "mestiere" in modo severo e persino maniacale». Un centinaio di pagine. Roberto Einaud frutto del lavoro appassionato del team dell'editrice che ha raccolto ((tra le molte testimonianze di affetto e di partecipazione quelle che descrivono la passione per i libri di Alfredo Salsano». Infatti «i libri sottolinea Maria Nadotti-Alfredo M concepiva come anelli di una rete e per fare rete. Come sacche di resistenza. (...) Dietro ai libri, ad alcuni libri, Alfredo lo sapeva così bene, c'è tutto un mondo di esperienze che preme, che chiede di essere raccontato...». Sicché «grazie a lui - rammenta Bidussa - abbiamo letto in Italia, negb ultimi 30 anni, Polanyi, Calile, Latouche (...); Edward Said (quando da noi il significato degli "studi postcoloniali" era ignoto)». E'stato lui a «capire» Auge, a sfidare il mondo dell'editoria con Shiffrm; è lui a scoprire Rashid Kbabdi. E' lui che ci fa ascoltare la voce di guerra ma soprattutto di pace di israeliani e palestinesi (quasi un miracolo i 4 dvd di «Route 181»). Il risultato di queste testimonianze è più di un grazie: sembra davvero il ritratto di un ((promotore di una nuova narrazione del mondo». La scomparsa a Dogliani dell'ingegner Roberto: nel momento di massima crisi dello Struzzo riacquistò tutto quello che all'editore era stato confiscato, nel 2003 diede vita con Cerati alla «Fondazione Giulio Einaudi» Roberto Einaudi, scomparso a 98 anni

Luoghi citati: Dogliani, Gattatico, Italia, Pavone