Bond chiede 8 miliardi ai revisori

Bond chiede 8 miliardi ai revisori CITAZIONE IN ILLINOIS DEL COMMISSARIO PARMALAT. GLI INTERESSATI NEGANO OGNI IMPUTAZIONE Bond chiede 8 miliardi ai revisori Azione per danni contro Grant Thomton e Deloitte MILANO Enrico Bondi ha depositato un atto di citazione davanti al Circuit Court of Cook County dello stato dell'Ulinois per chiedere la condanna al risarcimento danni degli ex revisori estemi del gruppo, Grant Thomton International e Deloitte Touche Tohmatsu, e delle loro filiali statunitensi e italiane. Lo annuncia una nota della Pannalat. La somma richiesta dal commissaria dovrebbe aggirarsi complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di dollari, cioè 8 miliardi di euro. L'atto, affermano fonti Parmalat, fa parte dei giudizi che il commissario straordinario intenterà, anche a seguito dell'approvazione del programma di ristrutturazione industriale e finanziario del gruppo, «contro le parti che si ritiene abbiano avuto un molo determinante nel collasso di Pannalat». Il programma, ricordano le fonti, prevede che sia distribuita ai propri futuri azionisti una percentuale pari al SO1!*! degli utili distribuibili che risulteranno nel corso dei prossimi 15 anni, inclusi i proventi incassati dalle azioni revocatorie e dalle azioni di risarcimento. A quanto si apprende in ambienti legali, Bondi chiede i danni ai revisori e alle filiali italiane e statunitensi sulla base di più accuse, circostanziate in un ampio dossier. In primo luogo, nell'atto di citazione depositato oltreoceano, si indica una cattiva pratica professionale, ma si rileva anche neghgenza per arrivare fino alla sospetta complicità con i vertici aziendali nelle pratiche che hanno portato il colosso alimentare al crollo. In sostanza Bondi sostiene che i revisori non potevano non sapere delle pratiche elusive di bilancio in atto nel gruppo. Deloitte.era il revisore principale del gruppo di Collecchio mentre Grant Thorton agiva come revisore dei conti della Pannalat Spa e di altre società del gruppo tra cui la Bonlat e altre finanziarie estere. Bondi ha già avviato un'azione revocatoria ai danni di Ubs per 290 milioni e su Deutsche Bank per 17 milioni, riservandosi di chiedere anche un risarcimento alla banca tedesca. Il commissario, come annunciato nelle risposte alla richiesta di ingresso nell'elenco creditori del gruppo, si avvia anche a muovere un'azione di risarcimento nei confronti di Bank of America dopo quella da 10 miliardi di dollari già avviata nei confronti di Citigroup. Nella relazione al tribunale Bondi aveva scritto di avere intenzione di presentare azioni di revocatoria per circa 1,5-1,6 mihardi sulle operazioni condotte dalla società negli ultimi 12 mesi prima del commissariamento, cioè nel 2003. L'accusato americano nega ogni imputazione, si lancia in una difesa ferma del proprio operato e prende le distanze dal comportamento tenuto dalla sussidiaria italiana Grant Thomton Spa, adesso ribattezzata Italaudit. Grant Thomton International dichiara di ((non accettare» questa causa come «un'azione legittima e difenderà la sua posizione in maniera vigorosa)). Le società, parti del network Grant Thomton International - prose- re il comunicato - «sono entità legafinanziarie e amministrative indi- )endenti. I servizi prestati a Parmaat sono stati fomiti dalla ex azienda di Grant Thomton International in Italia ora operativa come Italaudit Spa: tuttiiproblemirelativi a Pannalat sono responsabilità di Italaudit Spa e non di Grant Thomton International o di Grant Thomton Lpp». Nel prendere le distanze dalla sua ex sussidiaria, il gruppo americano non manca di sottolineare come la società italiana «la quale aveva compiuto revisione dei conti di alcune controllate di Pannalat» sia stata «espulsa dal network di Grant Thomton International l'B gennaio del 2004» e come «ogni società governi se stessa e gestisca i propri problemi amministrativi su base locale» poiché malgrado portino il nome di Grant Thomton (tnon sussiste una comune ownershipwalTintemo della rete. [r.e.s.] Enrico Bondi

Luoghi citati: Illinois, Italia, Milano