Una bomba dopo l'incontro Berlusconi-Blair

Una bomba dopo l'incontro Berlusconi-Blair L'ORDIGNO VICINÒ A UN CASSONETTO. LA POLIZIA AVVISATA DALLA TELEFONATA DEI TERRORISTI Una bomba dopo l'incontro Berlusconi-Blair Porto Rotondo, doveva esplodere nella notte. Rivendicata dai Nuclei proletari Francesco Giorgioni PORTO ROTONDO L'allarme bomba a Porto Rotondo, a poche ore dalla partenza del primo ministro inglese Tony Blair, è partito dall'altro capo della Sardegna. Seguendo una prassi ormai consolidata, gli anarchici dei Nuclei proletari per il comunismo si sono rivolti alla redazione di un giornale. Erano le 22,45 di martedì quando un uomo ha telefonato alla redazione di Oristano del quotidiano L'Unione Sarda: «Abbiamo piazzato due bombe, ima nel punto di raccolta n. 25 - ha annunciato una voce maschile dalla inflessione barbaricina - mentre l'altra dovete cercarla voi». H tutto condito da insulti al presidente del Consiglio. Si è subito messa in movimento una imponente macchina di controlli e verifiche a tappeto. Verso le 23, polizia e carabimeri hanno attivato le ricerche. Ed è bastato loro basarsi sulle indicazioni - molto precise - fomite dal telefonista per individuare quel borsone beige depositato su un marciapiede, a lato di un cassonetto dellimmondizia. Il pacco, lasciato sulla salitella che porta all'anfiteatro di Porto Rotondo, conteneva un tubo dentro cui era stato infilato esplosivo da cava, genere molto utilizzato dalla malavitasardajDercbéfacilmente reperi-1 T bile grazie anche all'intensa attività' estrattiva presente nella zona. Il tubo era a sua volta collegato a un i ! detonatore e a un timer (con batteria regolarmente funzionante) sincronizzato sulle ore 4,30. Non soltanto un'azione dimostrativa, dun¬ que, come altre volte era accaduto quando i terroristi sardi avevano minacciato esplosioni mai avvenute in seguito. La bomba doveva scoppiare cinque ore dopo, a qualche chilometro di distanza dalla villa Certosa dove Berlusconi trascorre le vacanze. Un ordigno di limitato potenziale, ma in grado di provocare seri danni a cose e persone in caso di esplosione. Come è stato possibile per i terroristi eludere i controlli di una zona sorvegliatissima, dove persino! tombini erano stati sigillati e gli stessi cassonetti della spazzatura rimossi dai loro alloggiamenti? Dopo la partenza di Blair, verso le 18,30 di martedì, a Porto Rotondo tutto è tornato alla routine. E i cassonetti ai loro posti. Per la persona che ha depositato l'ordigno è stato dunque piuttosto agevole agire, approfittando di controlli comprensibilmente allentati dopo la conclusione della visita del premier britannico. L'oscurità e il grande affollamento della località turistica, dove in questo periodo soggiornano migliaia di persone, hanno presumibilmente consentito di concludere l'operazione con relativa semplicità. Nonostante le accuratissime ricerche e alcune indiscrezioni trapelate nell'immediatezza del fatto, il secondo congegno cui aveva fatto "riferimento il telefonista non è stato rinvenuto. Polizia e carabimeri hanno cercato dappertutto, sino gatte prime-luci;dell'alba, tentando nello stesso tempo dì limitare al minimo il traffico in un centro ricco di luoghi di intrattenimento e dun¬ que molto animato anche nelle ore notturne. Ma della seconda bomba non si è trovata traccia, anche se in un primo momento si erano diffuse voci di un involucro sospetto nascosto sotto il rottame di uno scooter. E la conferma che di bombe ve ne fosse soltanto una è arrivata proprio dal sostituto procuratore antiterrorismo Paolo De Angelis, titolare delle mdagini. ((Al momento riteniamo importante mantenere il massimo riserbo - ha spiegato il vice questore di Olbia Anna Maria Savoia - per evitare che la diffusione di alcune notizie possa interferìre nello svolgimento delle mdagini». Dubbi, comunque, permangono sulla paternità della rivendicazione. La brevità della comunicazione telefonica e i disturbi sulla linea non offrono certezze sulla sigla pronunciata dal telefonista, perché r Nuclei proletari per il comunismo potrebbero per l'occasione essersi trasformati in Nuclei proletari combattenti. Chi ha ricevuto la telefonata non è stato in grado di chiarire questo dettagho. Preziose informazioni sarebbero state fomite anche dall'analisi dell'esplosivo, che avrebbe rafforzato le convinzioni degli investigatori già propensi a indirizzare le indagini verso precisi ambienti eversivi. Secondo il questore di Sassari, Santi Giuffrè, era chiara l'intenzione dei terroristi di mettere sulla strada giusta le forze dell'ordine; chi ha organizzato l'attentato, insomma, ha fatto, anche in modo che questo venisse scongiurato annunciandolo con sostanzioso anticipo. Un avvertimento, insomma. Una vedetta della polizia incrocia davanti la villa del presidente del Consiglio

Persone citate: Anna Maria Savoia, Berlusconi, Francesco Giorgioni, Paolo De Angelis, Santi Giuffrè, Tony Blair

Luoghi citati: Olbia, Oristano, Sardegna, Sassari, Villa Certosa