Fuga dal centro assistenza di Lecce di Paolo Poletti

Fuga dal centro assistenza di Lecce LA LEGA: SE NON POSSIAMO RESPINGERLI ALMENO NON FACCIAMOLI PARTIRE Fuga dal centro assistenza di Lecce Evadono in sei, picchiato il direttore. Nuovi arrivi a Lampedusa Paolo Poletti Aitri 3Sci dinfesun: sbarcano a Lampedusa, e -j-s di essi un neonaio i; iae "esi arrivato attaccato al teno della madre somala. Negi uhimi due giomi, complice il mare che si è calmato, è ricominciato l'esodo dalle coste africane all'isola siciliana. I Centri di accoglienza, non solo quello di Lampedusa ( 190 posti), ritornano ad affollarsi e sono ormai al limite della capienza. Il rischio di rivolte è dietro l'angolo, come dimostra la fuga di sei nordafricani, ieri ah'alba, dal Centro «Regina Pacis» di San Foca dì Melendugno, vicino a Lecce. Altri ospiti che hanno tentato l'evasione sono stati bloccati. NeUe fasi concitate della fuga un tunisino di 25 anni ha aggredito alle spalle don Cesare Lodeserto, direttore del Centro, minacciandolo con un pezzo di ferro perchè lo facesse scappare. Poi lo ha malmenato. L'arrivo dei carabinieri, accorsi alle grida del sacerdote, ha permesso dì bloccare l'immigrato che è stato arrestato per violenza privata e lesioni. Il prete è stato medicato (5 giorni di prognosi). Momenti di paura sono stati vissuti neUe stesse ore anche a Lecce dove alcuni sconosciuti hanno gettato una molotov contro l'abitazione della sorella di don Cesare. Un volantino è stato trovato sull'auto della donna: vi si dichiara «guerra a don Cesare, gestore del carcere per immigrati». Il commissario europeo Rocco Buttighone, in vacanza nella vicina Gallipoli, ha espresso «massima solidarietà a monsignor Lodeserto e alla diocesi di Lecce, che ha dimostrato grande solidarietà nell'accoglienza dei profughi». Per Buttighone «episodi del genere sono assolutamente intollerabili e vanno repressi. Accoglienza, infatti, non può significare cedimento davanti alla violenza». Nel Canale dì Sicilia ieri sera è stato avvistato, da un aereo militare in servizio di pattugliamento, un barcone con 60 clandestini, tutti uomini. Era 53 miglia a sud est dì Lampedusa. Il barcone è stato raggiunto da una nave della Marina e da due vedette, una della Guardia costiera l'altra della Finanza. I finanzieri sono saliti sull'imbarcazione che in nottata è attracca¬ ta a Lampedusa. Un altro barcone con 160 persone era stato avvistato lunedì nei pressi dell'imboccatura del porto, sempre a Lampedusa, dall'equipaggio di un aliscafo. L'imbarcazione lunga 14 metri è stata trainata fino alla banchina da tre vedette. I clandestini hanno detto dì-provenire da Pakistan, Sri Lanka, India, Iraq e dai territori palestinesi, tra dì essi due ragazzi dì circa quattordici anni. Una terza barca, dì 12 metri, era stata segnalata poco prima da un aereo militare: a bordo 138 clandestini (17 donne e quattro bimbi sotto gh otto anni). Sono tutti saliti su una motovedetta della Finanza e una della Guardia costiera. Anche in questo caso gh immigrati hanno detto di provenire da diversi Paesi africani, asiatici e mediorientali. I clandestini non arrivano solo su pìccole barche al limite della galleggiabilità. Ieri la Finanza ha scoperto in un tir con targa russa, giunto nel porto di Bari su una nave proveniente dalla Grecia, undici persone nascoste tra la merce, otto curdi e tre afghani: dopo l'identìficazio- ne sono stati rimpatriati. Per il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli (Lega), questa situazione «testimonia le falle del controllo dei nostri mari e delle nostre coste» ribadendo «la necessità di usare anche la forza contro l'immigrazione clandestina». Ma l'ammiraglio Eugenio Sicurezza, comandante della Guardia costiera, spiega: «Già è tanto se sì può parlare di controllo, la verità è che noi siamo costretti a farci carico della vita dì questi disperati. E basta. Chi è marinaio non lascerebbe mai morire gente in mare. Solo quest'anno sono stati salvati 4500 disperati, e sono già settantamila dal '92, dall'inìzio del fenomeno». «Non si affondano i clandestini? Intanto non dobbiamo farli partire», chiosa *ìl presidente dei senatori della Lega, Francesco Moro. E i clandestini che arrivano in Italia sono sempre più giovani. Lo conferma l'indagine svolta dalla Provincia di Modena: uno straniero su quattro, nel Modenese, zona di fabbriche a caccia perpetua di manodopera, è minorenne. In una decina di Comuni la quota di minori è ancora più alta, intomo al trenta per cento. Dal Centro di accoglienza vicino a Lecce sono fuggiti in sei, tutti nordafricani

Persone citate: Cesare Lodeserto, Eugenio Sicurezza, Francesco Moro, Lodeserto, Modenese, Roberto Calderoli