E' tornato il signore degli anelli: Chechi in finale

E' tornato il signore degli anelli: Chechi in finale PER IL GINNASTA PRATESE SI AVVERA IL SOGNO DI RIENTRARE NELL'ELITE E' tornato il signore degli anelli: Chechi in finale Jury scaccia gli incubi ed è quarto nel suo attrezzo preferito, preceduto da Morandi Marco Ansaldo inviato ad ATENE Alle 12,32 di un giorno che ne cancella altri. Jury Chechi si è sistemato sotto gli anelli calati a un'altezza che è almeno il doppio della sua. «Ecco l'araba fenice che risorge dalle ceneri», ha detto il professor Dal Monte cui piacciono le citazioni dotte. Era la benedizione della scienza. La fenice dai capelli rossi e cortissimi riprovava le sensazioni di quando era il signore degli anelli, prima che un bicipite squassato lo convincesse a lasciare la ginnastica nel 2000 per ritrovarla improvvisamente alla vigilia di Atene, con uno schiaffo all'età e un occhio all'immagine. C'è chi non l'ha capito e si scandalizza. In fondo Jury Chechi è il vicepresidente della Federazione che ha convocato Chechi Jury e lasciato a casa il più giovane Coppolino, terzo agli ultimi Mondiali. Un conflitto di interessi. Pure qui. Tuttavia il Rosso non ha deluso, il suo esercizio non è un capolavoro ma nemmeno da vecchia gloria. Le corde oscillano, lui non rimane im¬ mobile per un'eternità come il giorno in cui vinse l'oro e ogni figura era come scolpita nel marmo. «Mi sono rivisto - ammette alla fine - e in due passaggi posso migliorare. Ma sono contento». I giudici gli hanno assegnato un 9,762, appena meno di Morandi, un abisso rispetto al greco Tampakos e al bulgaro Jovtchev che si giocheranno l'oro. Ma Chechi ha concluso 40, dietro Morandi, e ce l'ha fatta quindi a entrare tra gli 8 finalisti. Adesso ha 10 giorni per preparare l'impresa a questo punto non più impossibile: ritornare sul podio. «L emozione è stata fortissima - racconta -. Non sono un robot, non è stato semplice ripartire qui ad Atene e proprio da quella che fu la mia gara. Ho dovuto concentrarmi, pensare a ogni passaggio che una volta usciva fluido. Non si cancella il tempo». Ogni tanto lo si può fermare e Chechi ha voluto provarci, a 35 anni, rischiando la brutta figura, che non è venuta: bene alle parallele, benino al cavallo con maniglie. Veltroni gli ha fatto i complimenti, i suoi compagni ci hanno scherzato su perché il vecchietto ha dato il contributo che ci si attendeva per la squadra. Qualcun altro ha invece fallito l'appuntamento. Dopo il primo turno di qualificazione l'Italia era già 4" su 4, preceduta anche dal Canada: è fuori dal giro che conta. «Qualcosa non è andato come speravamo, si poteva fare meglio», ammette Chechi. Un nuovo esordio. H terzo della carriera. Aveva già lasciato la ginnastica nel '97, dopo il 50 titolo mondiale. Si era ricreduto in tempo per preparare Sydney. Un mese prima di arrivarci, l'infortunio. Questa è una storia diversa. Chechi ormai occhieggia alla politica, almeno a quella sportiva. Si è ritagliato un ruolo da dirigente, piace agli sponsor, questa sarà comunque l'ultima incursione nell'agonismo. «In poche ore ho provato due emozioni forti: portare la bandiera e tornare atleta». Venerdì si era addormentato quasi all'una. Gli avevano permesso di abbandonare la cerimonia di apertura prima che finisse, un'auto della polizia l'aveva accompagnato al Villaggio. «Sono andato a letto a mezzanotte e mezza, ma ne valeva la pena: la gioia p^r aver aperto la sfilata dellltalia me la porterò dentro per sempre». Chissà, forse c'era bisogno che tornasse ancora una volta. Di certo non si sarebbe parlato tanto della ginnastica se non ci fosse stato lui, sebbene adesso la punta azzurra negli anelli sia Morandi e la medaglia più probabile, parola di Yuri il Eosso, sia quella di Igor Cassina alla sbarra, «perché lui è di una categoria sopra agli altri». Per la cronaca Cassina ieri ha meritato 9,775 all'attrezzo, il punteggio più alto del primo round di nazioni. «Come andrà a finire? La sensazione è buona, due italiani nella finale degli anelli è un bel risultato. Per l'oro credo che non ci sia discussione. Siamo in Grecia e c'è Tampakos, se gli hanno dato 9,850, punteggio altissimo, per l'esercizio che ha fatto vuol dire che in finale può anche stare fermo e la medaglia gliela danno comunque. Un po' mi scoccia. L'ho visto e non ha neanche risposto al mio saluto. Chissà cosa gli passa jper la testa». Magari l'ingombro di Chechi, un'icona che sottrae i riflettori a tutti. Salire sul podio non pare impossibile, ma il titolo sembra già prenotato dal greco Tampakos bravo e aiutato dai giudici Jury Chechi compirà 35 anni a ottobre

Luoghi citati: Atene, Canada, Grecia, Italia, Sydney