«Muti insegna la sicurezza» di Armando Caruso

«Muti insegna la sicurezza» INCONTRO CON LA RUSSA TATJANA SERJAN, NUOVA STELLA DELLA LIRICA «Muti insegna la sicurezza» Ha studiato a Torino, successo a Damasco Armando Caruso Tortona Tatjana Serjan, giovane soprano di San Pietroburgo, ha un volto rinascimentale e una voce d'angelo. Qualche tempo fa la sua «Casta Diva» s'è diffusa dal Teatro romano di Bosra, un gioiello incastonato nel deserto che separa Damasco dal Mediterraneo. Un evento indimenticabile per la cantante russa, che fiunta in Piemonte nel febbraio el 2002, s'è perfezionata con il mezzosoprano Franca Mattiucci all'Accademia della Voce di Torino ed ora vive a Tortona. In due anni la Serjan è diventata una delle cantanti preferite da Riccardo Muti. Il celebre direttore l'ha voluta con sé per il concerto conclusivo del Festival di Ravenna e per la straordinaria serata nel teatro romano dell'antica cittadella siriana, che ha accolto con entusiasmo «Le vie dell'Amicizia RavennaDamasco», progetto ideato da Cristina Mazzavillani, moghe del maestro. Sul podio dell'Orchestra Filarmonica della Scala, che ha accolto nelle sue file musicisti siriani, Riccardo Muti ha diretto il Poema Sinfonico «I Pini di Roma» di Ottorino Respighi ed una bellissima selezione della «Norma» di Bellini, protagonisti Tatiana Serjan, appunto, il tenore Giuseppe Gipali e basso Ildebrando D Arcangelo. Tatiana Serjan, con Riccardo Muti in «Norma» a Damasco e su Raiuno. L'avrebbe mai sperato? «Sinceramente no. È stata un'espe¬ rienza che non avrei mai immaginato. Io ho studiato molto nella mia vita, non saprei come vivere senza il canto, ma non avrei mai jensato che un giorno mi si sarebjero schiuse le porte della Scala e che il maestro Muti si accorgesse dime». La sua vita in due anni è cambiata. Come? «Radicalmente. Tutti, forse, possono immaginare in che modo. Io amo la mia San Pietroburgo. Là ho studiato tantissimo, ma da quando sono arrivata a Torino e poi a Tortona, perfezionato i miei studi, il modo di intendere il canto professionistico, ho capito che anche per me ci sarebbe stata un po' di gloria. Per questo devo dire grazie di cuore a Franca Mattiucci, che mi ha fatto capire molte cose tecniche e artistiche, e ad un mio fan, Giovanni Ferraris di Casale, che ha insistito perché a Torino ascoltassero il ed che lui aveva inciso al Concorso Viotti, cui avevo partecipato. Senza il loro aiuto oggi non sarei alla Scala». Quali difficoltà ha dovuto superare? «Tantissime. L'Italia è una terra meravigliosa, ma io non conoscevo la lingua, avevo difficoltà economiche, la mia famiglia era rimasta a San Pietroburgo. Mio marito Alexey che è contrabbasista e il mio bambino Vasily che il 21 agosto compirà 7 anni, erano lontani. Non è stato facile superare tante malinconie». Che cosa le ha insegnato il maestro Muti? «Che la musica è delicatezza e che la delicatezza infonde sicurezza. Muti, nelle prove, escogita mille modi per far capire al cantante come trovarsi a suo agio. È rigoroso ma gentile, segue con estrema attenzione ogni cantante, poi nelle recite è pronto ad aiutare ad assecondare eventuali incertezze, perché in palcoscenico può accadere di tutto e lui questo lo sa meglio d'ogni altro». Quali emozioni ha provato a Damasco? «È stata una serata magica. La luna piena, il vento caldo che scompigliava i capelli, la prima volta ch'io cantavo "Casta Diva", l'immensità del teatro romano di Bosra. Sono state emozioni forse irripetibili». In poco tempo lei ha superato le più rosee previsioni.. «Spero di aver fatto bene. Dopo la mia "Lady Macbeth" al Regio di Torino, al Massimo di Palermo e ad Atene, il maestro Muti ba voluto che cantassi l'opera verdiana anche nella tournée in Giappone e alla Scala e prendessi parte al "Ponte deh'Amicizia" a Damasco. Nel febbraio del 2004 spero mi faccia cantare nell'opera in un atto "Santa Susanna" di Hindemith che si darà nella Scala restaurata. Nei primi di ottobre di quest'anno canterò a Rovigo nel "Ballo in maschera", in novembre sarò a Madrid con 'Macbeth", a dicembre ancora ad Atene sempre con la stessa opera». E dopo la Scala del 2005 cosa ci riserva? «Macbeth a Trieste e a Bologna con l'edizione di Ravenna. La Lady per ora mi perseguita. Quindi spero di debuttare al Festival di Bregenz con Trovatore». Tatjana Serjan s'è perfezionata con il mezzosoprano Franca Mattiucci all'Accademia della Voce di Torino