Vivere con il nemico in casa di Alessandra Levantesi

Vivere con il nemico in casa «PRIVATE» DI SAVERIO COSTANZO UNICO ITALIANO IN GARA AL FESTIVAL DI LOCARNO Vivere con il nemico in casa soldati israeliani e il professore palestinese Alessandra Levantesi L0CARN0 Foto di gruppo (l'autore e alcuni degli interpreti) in un interno, quello di Palazzo Morettini dove si è tenuta la conferenza stampa di «Private» di Saverio Costanzo, unico film italiano in concorso: e chissà come mai l'imminente Mostra di Venezia, che ha messo avidamente in programma qualcosa come 20 titoli nostrani, se lo è lasciato sfuggire- Ma torniamo ai protagonisti schierati al tavolo: da una parte i palestinesi Mohammed Bakri, al quale sullo schermo i militari occupano la casa situata in posizione strategica nei Territori, e Sarah Amzeh, la figlia maggiore; al centro il regista, dall'altro lato gli israeliani Lior Miller e Tomer Russo, ovvero gli occupanti. Riuniti insieme i «nemici» si sorridono e per un attimo si accende un'illusione di pace. L'avventura di «Private» (prodotto da Mario Gianani con il Luce e la Rai) parte quando Costanzo, durante un viaggio nella Striscia di Gaza, è colpito dal caso (non isolato) di un professore che coabita da anni con i soldati dell'esercito di Sharon insediati sotto il tetto: «Ho avuto con lui e la famiglia lunghe conversazioni, che sono state di ispirazione in fase di sceneggiatura, anche se il mio scopo era di metaforizzare la vicenda, portandola su un piano universale. Che cosa succede quando una normale quotidianità è investita dalla violenza della Storia? Per quel che mi riguarda quei personaggi potrebbero essere italiani durante l'occupazione tedesca, francesi, indiani: non importa. Non intendevo esprimere un punto di vista politico, né fare un film verità; e penso che l'aver dovuto girare in Calabria, presso Riace - nei luoghi veri sarebbe stato impossibile - in questo senso mi ha aiutato. Sul set c'era comunque un clima di tensione. Si sono create situazioni da psicodramma, a volte gli attori hanno finito per dirigersi da soli. Ho fatto sequenze lunghe otto-dieci minuti, senza tanto badare alla forma, per lasciare libero il flusso delle emozioni». Attore popolare in patria, il giovane Russo racconta: «Abbiamo avuto momenti difficili perché il tema ci coinvolgeva. Ognuno vedeva le cose nella propria ottica e Saverio, che aveva lasciato appositamente aperto il copione ad ojpi nostro suggerimento perché siamo e non lui a vivere in quella condizione, è stato provvidenziale come ago della bilancia. Ma alla fine ero così convinto che avrei telefonato a Sharon per dirgli di venire in Italia a vedere come si può fare a sistemare le cose». Molto immedesimato nel ruolo del suo personaggio, che pur deciso a resistere rifiuta la scelta delle armi, Bakri replica: «Io non parlo con i pohtici, parlo con la gente. E' la gente che amo a qualsiasi etnia e nazionalità appartenga, sono stanco di essere un rifugiato, uno straniero in casa, siamo tutti esausti e vorremmo uscirne fuori, ma né Arafat né Sharon ci porteranno a una soluzione». Il direttore della cineteca di Tel Aviv ha mostrato di apprezzare «Private», tuttavia sostiene che il suo Paese non è ancora pronto per un film dove sono gli israeliani stessi a pronunciare la parola occupazione. Il che riporta in primo piano l'impossibilità attuale di un dialogo, un sogno che questo cast ebraico-palestinese ha per un attimo concretizzato. D'altronde, spostandoci in Occidente, nel vedere in «The Football Factory» (presentato in Piazza Grande) gli hooligans del Chelsea darsele di santa ragione con quelli delle squadre avversarie, si stenta a conservare qualche fiducia nel futuro dell'umanità. Adattando il romanzo di John King, il regista Nick Love dirige il film costato solo un milione di dollari con grinta e un gruppo di attori adeguati. Fa un certo effetto che con un titolo così, sullo schermo non si veda mai un pallone: evidentemente la passione calcistica è solo un pretesto per scatenare la violenza, per distruggere e auto distruggersi. Teppisti in azione nel film inglese «The Football Factory»

Luoghi citati: Calabria, Italia, Riace, Striscia Di Gaza, Tel Aviv, Venezia