Barroso: una squadra per il rilancio dell'economia Ue di Antonella Rampino

Barroso: una squadra per il rilancio dell'economia Ue IL NUOVO PRESIDENTE «BRUCIA I TEMPI» Barroso: una squadra per il rilancio dell'economia Ue «Ma posso decidere di cambiare in qualsiasi momento» ( Antonella Rampino ROMA Rafforzare la strategia di Lisbona, combattare l'europatia, dare centralità allo sviluppo e alla competitività. E, in fondo alla presentazione della nuova Commissione europea, anche una nota speciale per l'italiano Rocco Buttiglione, uno dei cinque vicepresidenti, per il suo «ruolo cruciale, di grande priorità», poiché avrà tra le proprie deleghe quella scottante all'immigrazione; «Sarà commissario alla giustizia, libertà e sicurezza: ho voluto inserire la sicurezza come strumento per raggiungere i due valori centrali, giustizia e libertà, perché sono assolutamente convinto che la libera circolazione e il diritto d'asilo, per esempio, siano centrali nella cultura europea». A sorpresa, con una settimana d'anticipo su quanto previsto, ieri mattina il nuovo presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso ha deciso di tagliar corto con le indiscrezioni di stampa, e convocato d'emblée la sua prima conferenza stampa. Da Bruxelles in collegamento satelhtare con tutte le sedi, visto che Palazzo Breydel è semideserto. Nasce lo «stile Barroso», e se ne sono accorti i 24 commissari, e il presidente del Parlamento, che hanno ricevuto la telefonata di buon mattino. Veloce, deciso, abilissimo comunicatore, Barroso illustra la sua Commissione. Che ha rivoltato come un pedalino («Ho cambiato tutto non perché mi piace cambiare o perché non apprezzi il lavoro di Prodi, ma perché era necessario») spostando competenze a scacchiera al fine, lo dice subito, «di impostare un lavoro che sarà di squadra». Dunque 5 vicepresidenti, «uguali a tutti gli altri», e nessun supercommissario; i cluster, i «grappoli» di potere e competenze, tagliati come nodi gordiani. E poi, «difficile che la Commissione possa essere forte se il suo presidente è debole». Di più: «E' tra i miei poteri cambiare portafoglio ai commissari, in qualsiasi momento». Il neo-presidente, pur essendo di formazione marxista («la cernia», lo chiamano ancora oggi i suoi ex compagni in nome dell'abilità nell'individuare sempre la rotta giusta) e di appartenenza socialdemocratica, poi guida a Lisbona di un governo istituzionale, è stato eletto col fermo «no» del secondo gruppo parlamentare di Strasburgo: ma ieri è apparso evidente che gli è riuscito di render difficile al Pse confermaigli quel voto negativo, quando si tratterà di «varare» la fiducia alla nuova Commissione. Alla sinistra ha dato la Wallstrom in «un ruolo strategico, fianco a fianco col presidente», ovvero il portafoglio della Comunicazione col quale dovrà «combattere l'europatia» informando Parlamento e cittadini su «cosa fa l'Unione e chi la fa». Ad Almunia gli Affari economici e monetari, a Kovàcs l'Energia, a Spidla, che nella sua Repubblica Ceca apparteneva al locale partito comunista, l'Occupazione e gli Affari sociah, al blairiano Mandelsson il Commercio. Tutti dicasteri di rilievo. Ma soprattutto ha toccato, nel presentare le linee guida di lavoro, temi ai quali la sinistra europea è assai sensibile. Il metodo, «collegiale», ripete più volte, «tra commissari che hanno tutti gh stessi poteri», eche lavoreranno tutti insieme, anche questa è una novità rispetto alla gestione Prodi, a Palazzo Barleymont, finalmente restituito come sede centrale dopo i restauri. La trasparenza affidata alla Wallstrom, il portafoglio dell'Industria appena «creato» («Mi sono accorto che c'era l'Agricoltura, ma non l'Industria, eppure l'Industria è importante in Europa, no?») al tedesco Verheugen al fine di «creare nuovi posti di lavoro, per sviluppare ed esportare il modello europeo». I tedeschi, che miravano a controllare con la Erancia tutta l'economia, dalla finanza ai mercati all'industria, si son visti inserire in un «team competitività» che comprende anche Mandelson al Commercio, l'estone Kallas agli affari amministrativi, la lituana Grybauskaite alla programmazione finanziaria e bilancio. Tutti signori ai quali Barroso assegna «la triphce A per i rapporti di chiarezza col Parlamento». La Francia, infine ha avuto i Trasporti per Bairot, pure vicepresidente. Alla Concorrenza, dov'era Mario Monti, va una vera lady di ferro, tutt'ora nel board della Volvo; l'olandese Neelie KroesSmith La linea dura sempre tenuta da Monti, anche verso l'Italia in materia di aiuti di Stato, avrà una certa qual continuità. E proprio sulla Kroes, in conferenza stampa, son partite le domande dei giornalisti. L'avete messa lì perone è una donna? «No, l'abbiamo nominata per la sua competenza». Avere tanti ex ministri ed ex premier non inficerà l'indipendenza alla Commissione? «No, è piuttosto una garanzia di qualità. Del resto, giureremo davanti alla Corte di Giustizia di servire gli interessi dell'Europa». Il commissario all'Allaigamento è uno dei più giovani; significa che l'Allargamento adesso conta meno? «Ma se proprio io sono uno dei più giovani!». E allora lei, signor presidente, quali priorità avrà nel governo dell'Europa? «Le riforme. Con la globalizzazione, glocalizzazione, la deindustrializzazione, le riforme sono tutto». Quelle economiche, naturalmente. Al primo punto del programma combattere Neuropatia» «Faremo un gioco di squadra Tutti i commissari sono alla pari» ( Il neo presidente della Commissione europea José Manuel Barroso

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