UNA SCOMMESSA DI AUTONOMIA di Luigi Grassia

UNA SCOMMESSA DI AUTONOMIA UNA SCOMMESSA DI AUTONOMIA Mario Deagiio NON ha vinto nessuno dei grandi interessi costituiti: è questa la prima constatazione che emerge dall'esame del «profilo» della nuova Commissione europea. Il che significa che potrebbe aver vinto l'Europa. In particolare non appare più in posizione dominante il blocco franco-tedesco che, nei mesi scorsi, era sembrato voler mettere sotto tutela il nuovo esecutivo europeo. Il commissario francese si è dovuto accontentare dei trasporti, sicuramente rilevante ma la cui importanza non può dirsi strategica; il commissario tedesco ha competenze sull'industria, in larga misura da costruire, ma pur sempre un residuo del progetto di protezione delle due grandi . IL PETROLIO BRUil barile raggiungPesano l'Iraq e Luigi Grassia A PAGINeconomie. Proprio a questo riguardo, per l'Italia, non c'è dubbio che la rinuncia a Mario Monti abbia rappresentato una diminutio che avrebbe potuto essere evitata. A Francia e Germania, come anche all'Italia, è stata inoltre attribuita una vicepresidenza, priva di un potere effettivo, forse a titolo di «contentino» (la quarta vicepresidenza, assegnata al commissario svedese, sembra un riconoscimento postumo all'azione europeista del ministro, vittima di un attentatore). L'agricoltura, importante snodo nella geografia del potere europeo, sembra sottratta al controllo tradizionale ed è stata sdoppiata tra un nucleo base affidato a un piccolo Paese del Nord (la Danimarca) e l'importante settore della pesca attribuito a un piccolo Paese del Sud (Malta). Tra i grandi, forse la sola Gran Bretagna ha mantenuto o migUorato le proprie posizio- CIA I RECORD e i 46 dollari a crisi Yukos A 16 ni. Il suo commissario, Mandelson, ha fama di energico e «cattivo» ed è stato appropriatamente collocato in un settore, come quello del commercio estero, in cui ci vogliono energia e «cattiveria». Ci sono quindi le premesse perché la Commissione Barroso, seguendo le orme della Commissione Prodi, non costituisca una sorta di «giocattolo» manovrabile dai governi più importanti, ma è (Ufficile dire, a questo, punto, anche per l'aumento del numero dei commissari e il frazionamento delle competenze, se sarà in grado di svolgere un'azione veramente incisiva. Tramontata l'ipotesi Monti, manca un vero momento di coagulo dell'azione economica, che resta affidata alle mani, piuttosto severe, dello spagnolo Almunia, mentre il nuovo commissario alla concorrenza, l'olandese Kroes, è francamente un'inquale è bene di un cognita, sulla sperare. Quest'assenza «centro economico» sarà sperabilmente controbilanciata dall' attivismo e dall'energia dei nuovi commissari, provenienti dai Paesi piccoli. Ancora una volta l'Europa si rivela una scommessa più che una certezza, ma una scommessa che si può ragionevolmente accettare per le promesse di cambiamento e di dinamismo che il nuovo esecutivo pare racchiudere. E non da ultimo per la relativamente elevata presenza femminile (le donne costituiscono un terzo dei nuovi commissari): si tratta di un altro segnale che la Commissione non è il riflesso dei governi e degli equilibri nazionali e di una speranza aggiuntiva che sappia giocare un ruolo autonomo e squisitamente europeo. mario.deaglio@unito.it IL PETROLIO BRUCIA I RECORD il barile raggiunge i 46 dollari Pesano l'Iraq e la crisi Yukos Luigi Grassia A PAGINA 16

Persone citate: Almunia, Barroso, Kroes, Luigi Grassia, Mandelson, Mario Deagiio, Mario Monti, Prodi