Volare in sicurezza, certificate 27 compagnie di Michela Tamburrino

Volare in sicurezza, certificate 27 compagnie DOPO TRE INCIDENTI IN UN MESE ARRIVA UNA «WHITE LIST» PER RASSICURARE CHI VIAGGIA DELLE CONDIZIONI DEGLI AEREI EXTRA-UE Volare in sicurezza, certificate 27 compagnie Attivato un numero verde per permettere ai passeggeri di identificarle Michela Tamburrino ROMA Tre incidenti in un mese. La gente ha paura. Ma si può volare più sicuri? Certamente si vola più informati. I passeggeri chiedono lumi, vogliono sapere la cronistoria delle compagnie aeree alle quali affidano la loro vita. Per questo, dopo averne dato l'annuncio ali indomani dell'ennesima catastrofe sfiorata, l'Enac da ieri ha arricchito il suo sito (www.enac-itaUa.it) di un numero verde (800898121 ) e di una White List, vale a dire un elenco delle compagnie aeree certificate, vettori extracomunitari o piccoli vettori europei ai quali i nostri operatori fanno riferimento in caso di noleggio di aeromobili. 127 che compongono la lista hanno superato una serie di verifiche tecniche dell'Enac sulla base di un protocollo di accertamenti concordato. Tra queste ci sono la Malev (Ungheria), la Varig (Brasile) e la Jal (Giappone) che operano con Alitalia, Air Luxor (Portogallo) e Pegasus (Turchia) che operano con Air One, e Avanti Air (Germania) che opera con Meridiana. Un elenco che interessa soprattutto i tour operator, perché si tratta di accordi commerciali, ma anche i cittadini, spiega la dottoressa Corbeddu re¬ sponsabile delle relazioni esterne Enac, perché «capita di acquistare un bighetto di un certo vettore e di volare poi con un altro. Noi assicuriamo gli stessi standard di sicurezza dei velivoli che non appartengono all'Italia ma sui quali volano i nostri concittadini». Oltre a questa lista ne esiste, sempre nello stesso sito, un'altra, sulle compagnie aeree straniere che, dall'inizio dell'anno a oggi, sono state sottoposte con successo ai controlli Safa (Safety assessment of foreign airlines programme), cioè i controlli di rampa, quelli fatti a campione sugli aerei già in aeroporto. Agli esclusi, anzi, all'escluso, il divieto di atterrare sui nostri scali. Depennata al momento è solo la Fast African Safari, quella stessa del Boeing 767 che a fine luglio vide incendiarsi un suo motore all'aeroporto romano di Fiumicino. Sotto osservazione è invece la Jordan Aviation. Ricorda il direttore dell'Enac, il comandante Silvano Manera, che in Europa si seguono standard più severi che nel resto del mondo e che i controlli Safa sono aggiuntivi. Nacquero, come sempre accade, all'indomani di im terribile disastro aereo. Era il 1996 e un charter turco della Birgen Air che portava 176 passeggeri tedeschi si ina- bissò in mare dopo essere partito da Santo Demingo. La Germania chiese ispezioni più approfondite sui vettori extracomunitari e le ispezioni più severe rientrarono in un progetto comune europeo (ogni Stato controlla il proprio cielo) disciplina¬ to da una direttiva del Parlamento Uè sulla sicurezza degli aeromobili dei Paesi terzi che utilizzano aeroporti comunitari. Ma quali sono le compagnie aeree più sicure del mondo? Una domanda alla quale l'inge¬ gnere Enrico Deodati, coordinatore nazionale del programma Safa, è restio a dare una risposta perché, come dice lui, «la sicurezza in questo campo è un concetto dinamico non statico, quello che oggi è buono, domani potrebbe non esserlo più. E viceversa». Certo è che se non si superano questi controlli «noi rifiutiamo lo spazio aereo, fino a quando non si ripristinano le condizioni di sicurezza che esigiamo. Il che può avvenire anche domani». Ma dei punti fermi ci sono. Innanzitutto per grandi aree geografiche e ci si consola pensando che, al 2003, l'Europa è più sicura dell'Africa: 0,3 meidenti per milioni di decolli contro l'S,! e che nell'Europa stessa c'è ima differenza tra i Paesi che si attengono al Joint Aviation Requirement, i severi standai'd europei ai quali non aderiscono Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Montenegro. Ma soprattutto si scopre che tutti vorremmo volare con la Qantas che non ha mai avuto incidenti. L'elenco delle compagnie e il rapporto tra incidenti rispetto ai milioni di voli effettuati si trova su un sito Internet dal nome inquietante: Airdisaster. com. Sull'attendibilità di questo sito dice sempre Donati: «È americano e non appartiene a un organo ufficiale ma non abbiamo mai rilevato inesattezze. In più si rifa al National Transportation Safety Board, la sicurezza Usa. La statistica è aggiornata al 2001 perché i dati sono di lunga comparazione». La statistica riporta, tra l'altro, che l'Air Franca registra un rapporto di 1,19, vale a dire che dopo 5,90 milioni di voli ha avuto solo 7 incidenti. Meglio di tutti si comporta la British Airways, il suo rapporto è di 0,32, gli incidenti sono 2 contro 6,5 milioni di voli. Bene anche l'Alitalia, rapporto 0,77, 3 incidenti su 3,9 milioni di voli. Preoccupa l'americana Valujet, il rapporto tocca 5,88, ha 1 incidente ma il numero di voli è solo 0,17, o la Turkish Airlines (Thy), rapporto 7,30,8 incidenti su un numero di voli di 1,1 milioni. INCIDENTI PER AREE GEOGRAFICHE Rateo con perdita totale dell'aeromobile per regioni mondiali - 2003 U.S.A.ZCanada 0,3 Sy-^., Europa Jar — 0,3 EuropanonJar '.-V m —1,6 .., v ,' I ^V Mediò Orieri ■m Nel mondo: 0,7 aerei per milione - di decolli ìsML^ Asia Cina America Latina h 3,4 II; JAR: Joint Aviation Requìrement. Standard seguiti in Europa (37 Paesi aderenti) più severi di quelli ICAO. Non aderiscono: Azerbaigian, Bosnia Erzegovina, Serbia e Montenegro. LA PERCENTUALE Dl INCIDENTI PER ORE Dl VOLO Fonte; AirDisaster.com ■ stntistiche 2001

Persone citate: African, Corbeddu, Enrico Deodati, Fast, Joint, Joint Aviation Requìrement, List, Malev, Silvano Manera