Al Sadr: continuate a battervi anche se mi uccidono
Al Sadr: continuate a battervi anche se mi uccidono L'ANNUNCIO DEL LEADER SCIITA A NAJAF: «LOTTEREMO FINO ALL'ULTIMA GOCCIA DI SANGUE» Al Sadr: continuate a battervi anche se mi uccidono Su Internet un video mostra la decapitazione di «un agente della Cia» BAGHDAD Il leader radicale sciita Moqtada al Sadr ieri, nel corso di ima predica, dopo aver assicurato che si batterà (dino all'ultima goccia di sangue», ha raccomandato ai suoi miliziani di continuare a combattere anche se lui fosse ucciso o catturato. L'appello è stato rivolto agli uomini dell'Esercito del Mahdi che da otto giorni danno battagha alle forze della coalizione non solo nella città sacra di Najaf, ma di fatto in tutto l'Iraq meridionale e nei quartieri sciita di Baghdad, Gh scontri in corso sono i più violenti e massicci dall'inizio del conflitto iracheno. Ed hanno messo in scacco il più potente esercito del mondo che non può evidentemente scaricare su Najaf, per colpire le milizie asserragliate in città, tutto il potenziale di fuoco di cui dispone. Per evitare un massacro - un prezzo pohtico che Washington non può permettersi di pagare - i militari americani annunciando un'imminente offensiva già martedì avevano invitato la popolazione civile a lasciare al più presto la città. Molti lo hanno fatto, molti altri no. Ieri anche i miliziani, quasi a raccoghere la sfida, hanno raccomandato alla popolazione a non uscire da casa. Un altro «invito» è stato indirizzato dai miliziani ai poliziotti, ai militari iracheni e alla Guardia nazionale: «Non combattete al fianco degh americani, se lo farete pagherete un preizè carissimo». Ma l'annuncio americano di un possibile «attacco finale» ha provocato' almeno tre reazioni significative. Quella già descritta di al Sadr, quella del leader supremo in Iran, l'ayatollah Khamenei e quella del vice presidente ad interim iracheno Ibrahim al Jafari. Khamenei, parlando alla tv di stato di Teheran, ha preconizzato che «gh attacchi americani finiranno per provocare reazioni devastanti da parte della popolazione irachena». «Non perdoneranno questi crimini», ha detto senza mezzi termini Khamenei, perché tutti gh iracheni musulmani «si sentiranno oltraggiati da tanta violenza, perpetrata ai danni di Najaf», che è una delle tre città sante più venerate nel mondo arabo. Da parte sua il vice presidente iracheno, intervistato dall'emittente al Jazeera, ha criticato l'operazio- ne militare americana ed ha chiesto alle «forze multinazionali di lasciare Najaf, in modo che restino in città solo le forze irachene». Posizione questa che non sembra necessariamente condivisa dal resto del govemo provvisorio. I miliziani sciiti stanno comunque dando battagha anche altrove e la notte scorsa, ad Amara, una cittadina poco a Nord di Bassora, almeno 20 persone sono morte e altre 50 sono rimaste ferite negli scontri a fuoco con le truppe britanniche, secondo quanto hanno affermato fonti ospedahere precisando che tra le vittime ci sono anche donne e bambini. Violenti scontri ci sono stati anche a Sadr City, il quartiere sciita di Baghdad dove tre giorni fa è stato importo il copnfuoco. In mattinata, il governo ha accusato i miliziani sciiti di aver ucciso 14 persone e di averne ferite altre 67 sparando negli ultimi giorni da Sadr City oltre 100 proiettili di mortaio contro altre zone della capitale. A Kani Saad, un villaggio situato una quarantina di chilometri a Nord di Baghdad, una bomba presso un mercato ha causato la morte di almeno sei iracheni e il ferimento di altri dieci. AMahmudiya, un cittadina 25 km a Sud di Baghdad, un Gommando ha falciato a colpi di armi automatiche da un auto in corsa un leader sciita, Ah al-Khalisi, capo del Consigho supremo della rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) nella provincia di Diala. A Falluja, a Ovest della capitale, due iracheni sono stati uccisi e quattro feriti in quello che secondo alcuni testimoni è stato un raid aereo americano. Sul fronte degli ostaggi, il cui numero non è più quantificabile, da segnalare che un sito Internet solitamente usato da militanti islamici ha mostrato un video che afferma essere la decapitazione di un «agente della Cia» in Iraq, Nel video, che dura quattro minuti, si vede un uomo dall'aspetto occidentale seduto su una sedia con intorno uomini armati e col viso coperto. Uno di essi colpisce più volte il prigioniero al collo con una spada, fino a staccaiigh la testa, in mezzo a grida di «Allah Akbar» (Dio è grande). In un cartello appeso al collo del prigioniero c'è la scritta «agente della Cia». Ma la Cia ha compiuto ima verifica sul proprio personale in Iraq e nessun dipendente dell' agenzia d'mtelhgencerisulta scomparso: lo hanno reso noto fonti della Cia, citate dai media negli Usa. Un cittadino giordano che era tenuto in ostaggio in Iraq da sabato scorso, Taha al Maharmeh, è stato invece liberato. Lo ha detto il fratello a Amman. «Taha è stato liberato dai suoi rapitori e ci ha telefonato per tranquillizzarci dall'ambasciata di Giordania a Baghdad, dove si trova», ha detto Yassin al Maharmeh, che non ha voluto precisare se sia stato pagato un riscatto. le. st.] La preghiera dei miliziani di Moqtada al-Sadr durante una pausa della battaglia che infuria a Najaf
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