Sensini, una sirena costretta a bissare il trionfo di Sydney

Sensini, una sirena costretta a bissare il trionfo di Sydney ITALIANI DA TIFARE Sensini, una sirena costretta a bissare il trionfo di Sydney Da ragazza era ottima cestista, poi su pressione delle sorelle scoprì la tavola a vela, diventata subito filosofia, ecologia e allegria di vita Non invidia Ì Calciatori mi iardari né Q Ì at eti Diti riCChi e famOSi di el personaggio Gian Paolo Ormezzano QUATTRO anni fa a Sydney 2000 il periodico grosso gioco italico di fingersi popolo di navigatori (Azzurra, Moro di Venezia, Luna Rossa...) si liofilizzò e intanto si sublimò nel gioco olimpico dei Giochi di surf vehco al femminile: l'italiana Alessandra Sensini medaglia d'oro sulla tedesca Lux e sulla neozelandese Kendall. Quattro anni prima, la bella donna di Grosseto (168 cm per 57 kg) era finita terza ai Giochi di Atlanta (nel mare di Savannah, la città di Forrest Gump) e perciò nessun italiota l'aveva filata, il terzo posto olimpico essendo «chez nous» considerato una delusione, comunque meno pesante di quella più beffarda rappresentata dal secondo posto. A Sydney si costruì ai tavolini della sala stampa la leggenda di lei che superando le avversarie cantava, e fu una cosa molto bella. Poi, frullato il suo successo sino a fame schiuma abbondante di reportage, Alessandria con la sua giusta gloria tranquilla venne lasciata evaporare per quattro anni. Tre mesi fa in Turchia è diventata campione del mondo per l'ottava volta e d è stato un primo e piccolo ritomo mediatico sul personaggio. Adesso, se ad Atene lei non vince, diventa ovviamente una traditrice della causa azzurra. Per fortuna che la Sensini ci sa ridere sopra: «Facdo la mia vita di atleta e di donna, mi diverto con lo sport e riesco a non esseme ossessionata. La notorietà stessa mi può servire caso mai per gli sponsor, cioè per ottenere quelle attenzioni economiche che mi permettono di perseguire i miei obiettivi sportivi e non solo». Ha 34 anni e mezzo, il «non solo» è un'esistenza spesso anche borghese a Grosseto - vicino al mare e dentro la Maremma, tanto amore per la vita e attualmente nessun amore importante per un qualche uomo - e le trasferte anche divertenti: ad un certo punto sono state pure le trasferte per l'altro surf, quello senza vela, di pura tavola, di onda, alle Hawaii, fra i professionisti però non mai troppo profesdonali di uno sport che è anche una filosofia, un'allegria di vita, un'ecologia che uno si ficca dentro e intanto spalma intorno. Nel cinema hollywoodiano si va da «Un mercoledì da leoni» a «Point Break», nei viaggi d va dalla Baja California messicana alla Polinesia francese. Tre sorelle per Alessandra di cui due gemelle, un papà che, negoziante di ceramiche artistiche, ha contagiato al commendo le quattro fighe: le gemelle Irene ed Eleonora hanno a Grosseto un negozio di arredamento, Paola e Alessandra di oggetti da regalo, fi nipote Manuel, figlio di Paola, è già forte surfista fra i giovanisdmi. Parlando di Alessandra con Alessandra si ha l'impressione" di dover enfatizzare in qudche modo una normalità, altrimenti di che si scrive? La sua serenità è rotonda, senza spigoli di revansdsmo, senza voghe messianiche di farsi a tutti i costì paladina dello spprt pulito, semphce, sano, povero, eccetera. Alessandra non riesce a invidiare nessun caldatore («però tifo forte per la Nadonale»), nessun miliardario di altri sport. Sponsorizzata da una casa automobilista che fa jeep, viaggia dentro tutti gli ottimismi possibili. «Non riesco neanche ad arrabbiarmi un poco quando d'improvviso tutti in Italia giocano a fare i velisti appassionati, fanatizzandosi per la Coppa America. Ci sarebbe da ridere ma anche da piangere per un certo repente buffo sfoggio di competenza, di tifo. Io mi limito a essere contenta perché sempre di attendoni per la vela si tratta, e poi un armo o l'dtro mi scateno anch'io su una barca grossa, magari per una traversata limga». Tiene a precisare e precisarsi: «Io volevo essere cestista, giocavo pure bene, sono state le mie sorelle surfiste a convincermi a passare al loro sport. Quando smetto con le gare apro una scuola per giovanissimi sulla spiaggia toscana». Il windsurf appare d Giochi nel 1984, ma per le donne bisogna aspettare: la gara tutta per loro nasce all'olimpismo nel 1992 e Alessandra è settima d Giochi di Barcellona. La tavola con deriva della classe Mistrd è lunga 3,72 metri, la vela è di 7,4 metri quadrati. Ogni atleta ha a disposizione, per dodici regate, una tavola, una vela e basta. Soltanto in caso di accertatissima rottura è permessa una sostituzione. Alessandra Sensini, che ha vinto pure cinque titoli europei e un'infinità di grandi prove internazionali, è notissima nel gran mondo del surf mondide e ades¬ so lentamente si fa icona della vela italiana: dove i nostri maschietti non vincono da Helsinki 1952, con Straulino e Rode nella classe Star, e dove prima di quella data avevano vinto soltanto una gara poi uscita dd programma, la otto metri mista a Berlino 1936. Se sottoposta a inquisidone mediatica per sapere quanto è straordinariamente normde, lei si descrive anche così: «Leggo abbastanza, specie i legd thrillers. Frequento tutta la musica fuorché l'hard rock, spesso veleggio in cuffia. Se devo cantare con qudcuno in gara, scelgo Robbie Williams». Molto toscana, ha scoperto insospettibili onde valide da surf di pura tavola a Castiglione della Pescda. E' fan della bistecca alla fiorentina, ma conosce l'arte povera e la vdenzaricca delle frittate. Con tre-quattro dichiaradoni mirate potrebbe farsi quasi diva: ha capelli castano chiari ricd, brudati dal sole, ha disinvolture di mare e grada di città. Ma più che andare a un reality show, punta a restare una rappresentante degli atleti nel Consiglio nadonde del Coni. «Il fatto è - dice e intanto sembra che ammetta, riveli, confessi - che lo sport mi piace moltissimo, è il mio grande amore. A giugno mi hanno dato a Roma la fiaccola di Atene. L'ho portata da ultimo tedoforo per l'accensione del tripode a Piazza di Siena, avevo il numero 123, sono pure riuscita a emozionarmi e commuovenni». Nelle regate di Atene, di boa in boa dovrà lottare soprattutto con la neozelandese Kendall, attudmente la sua rivde più forte, «e poi anche contro le francesi emergenti, un'israeliana, un pdo di cinesi di Pechino e una cinese di Hong Kong: non so neanche come d scrivono bene i loro nomi, non vorrei doverli imparare leggendo ordini di arrivo per me pesanti». Vincerà lei, e se non vincerà non riterrà imminente la fine del mondo e continuerà ad andare avanti nella vita a vela gonfia. La regina del windsurf è reduce dall'oro del 2000 «Non riesco neanche ad arrabbiarmi quando vedo all'improwiso tanta gente scoprirsi appassionata ed esperta di mare durante la Coppa America: bene o male si tratta sempre di attenzioni per la vela Quando lascerò le gare aprirò una scuola tecnica sulle spiagge toscane» ATENE 200 Alessandra Sensini: «Se in gara devo cantare con qualcuno, scelgo Robbie Williams» AlessandraSensini,34ennetoscanadiGrosseto,dovràguardarsisoprattuttodallaneozelandeseKendalledalleatletefrancesi OTTO VOLTE IRIDATA. CINQUE TITOLI EUROPEI Nome: Alessandra Sensini Data di nascita: 26/1/1970 Luogo di nascita: Grosseto Segno zodiacale: acquario Altezza: cm 168 Peso: kg 57 Stato civile: nubile Spedalità: mistral Prima società: Centro Surf Gr Club attuale: Yacht Club Italiano Tecnico attuale: Luca De Pedrini Olimpiadi: 3" nel '96; 1a nel 2000 Mondiali: 8 titoli Europei: 5 titoli Altri sport fatti: sub, ciclismo