Il fuoco della Grecia scalda Torino di Gian Paolo Ormezzano

Il fuoco della Grecia scalda Torino DAL PRESIDENTE DEL CIO ROGGE UN MESSAGGIO FORTE PER I GIOCHI 2006 Il fuoco della Grecia scalda Torino Gian Paolo Ormezzano IL presidente del Ciò, Jacques Rogge, ha invitato l'Italia a vivere più intensamente la sua Olimpiade, quella che porta a Torino 2006. I lavori procedono, i programmi sono rispettati, gli spiriti e i cuori del popolo latitano. Fatto da Atene, dove tra pochi giorni si assisterà al miracolo - come da copione, ma intanto bellissimo - del pianto greco trasformato in fuoco greco, l'invito assume una sua valenza tempistica forte che può essere enfatizzata o anche drammatizzata o anche diluita (c'è soltanto un anno e mezzo di tempo, c'è ancora un anno e mezzo di tempo) ma che in ogni caso va usata tutta. La città Torino e il paese Italia non sembrano in effetti rendersi conto in pieno di cosa l'evento significa. E se è vero che i Giochi invernali non hanno il respiro immane di (pialli estivi, è anche vero che per Torino, la provincia, la regione e la nazione hanno un sigmfica- to assoluto, fra l'altro ad appena cinque anni dal secolo e mezzo dell'unità d'Italia (ci avete pensato?): perché possono davvero dare anzi ridare al Paese un suo cuore primigenio e per tanti anni primario; perché sono una prova speciale di credibilità nazionale, in un tempo assai difficile; perché sì. Non sappiamo cosa possa cogliere, dell'invito di Rogge, chi configura dentro di sé i Giochi invernali del 2006 come l'occasione di vendere qualche pizza in più, di affittare un letto in extremis. Ma sappiamo che tutti, ad Atene come a Roccacannuccia e a Supei-ga, dobbiamo sensibilizzarci e sensibilizzare. Un rapido viaggio in un'Europa nostra parente stretta ci ha portato, in questi giorni, a invidiare Atene per quanto sta raccogliendo in servizi, presentazioni, inchieste, insomma sancta publicitas. Possibile che la città greca, che ha battuto per i Giochi 2004 Roma e che però è partita da parametri di efficienza e vivibilità inferiori sicuramente a quelli di Torino, viva questi Giochi come una strepitosa mutazione, in senso positivo, moderno, di se stessa: nel passato soltanto Barcellona 1992 ha colto l'occasione piena. Auguri (e complimenti?) ad Atene, ma adesso dal Partenone vorremmo vedere voltandoci indietro tanta grande storia del mondo, sporgendoci avanti la nostra neve. Jacques Rogge, presidente del Ciò

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