ConJimiHendrix è ancora febbre

ConJimiHendrix è ancora febbre ConJimiHendrix è ancora febbre Alessandro Rosa IN una stagione edonista di un'epoca edonista, alcuni dischi ci portano invece a focalizzare l'attenzione sui mondi interiori. Le emozioni che quel musicista febbrile e appassionato che è stato Jimi Hendrix - fondamentale nella storia della musica del '900 - ha saputo (e sa ancora) scatenare toccando le corde dell'intimità, facendole vibrare infuocate come quelle della sua chitarra elettrica. Hendrix conosciuto lo è certo, ma non sembra essere molto ascoltato dalle nuove generazioni. Eccita molto di più i musicisti che sembrano cercare il confronto con la sua lezione, stimolati dalla ricchezza straordinaria delle sue canzoni. Un'antologia può essere utile a stimolare la conoscenza del cuore vibrante di Jimi. «Power of soul))(Bmg, 1 Cd) raccoglie un consistente repertorio dei suoi classici rivisitato da musicisti di più estrazioni come Santana, Prmce, Eric Clapton, John Lee Hacker, e poi Lenny Krayitz, Chaka Khan, Sounds of Blackness, Steve Ray Vaughan, Bootsy Collins. In tutto 18 episodi dagli accénti diversissimi, tra cui spiaccano quelli di Sting («The wind cries Mary»), Earth Wind B- Pire («Voodoo child»), Cee-Lo («Foxey lady»). Disco succoso, evocativo, innovativo il giusto. E benefico, perché il ricavato va a favore della United Negro College Found. Volendo approfondire il viaggio hendrbdano si consigliano gli accenti jazzblues che hanno voluto usare i World Saxophone Quartet per 8 brani celebri di Jimi: K(Experience» (Justin Time, 1 Cd). Basso, trombone, batteria e violino per dare una voce calda e profondamente nera a «Machine gun» o a «little wing». Per volare, alto, non solo nel ricordo. Il suono dell'anima, il soul, si arricchisce di nuove, convincenti prove, come quella di Angle Stona in «Stone love» (Bmg, 1 Cd). È l'ultima ad aver raggiunto il club delle perdenti dell'amore, che include star come Mille Jackson, Aretha Franklin e Billie Holiday. Dopo la rottura con D'Angelo, gli album di Angle Stone sono generati da quella ferita. Così l'estasi dei primi istanti di quella relazione e il dolore della fine sono diluiti nel dubbio, nell'angoscia e nell'amarezza. Trama classica, anche triviale, che è stata ricostruita in questo disco come una sorta di soul-opera dove seguire in dodici capitoli le vicende di questa Bovary nera. In equilibrio tra nusoul e vecchio stile, il disco ha il suo momento migliore nel duetto con Tony Hamilton in «Stay for a while». Straordinaria la voce non è, ma grandemente espressiva, elastica tra le armonie per ben esprimere in musica il sentimento di una innamorata dell'amore, con gli accenti della generosità e del dolore. Agitato da maggior ritmo, colorato di maggior ricchezza strumentale è la ricetta disco/funk/soul studiata dagli Incognito per «Adventures in black sunshine» (Dome, 1 Cd). Qui si aggiunge sensualità e ritmi latini, espressi con un gustoso intreccio dalle belle vocalità di May sa Leak e Tony Morelle (in uno stile alla Stenie Wonder). Con la genialità di Jean-Paul «Bluey» Maunick a scrivere e produrre questi nuovi 14 brani per 75 minuti di musica di