Si fa presto a dire New York

Si fa presto a dire New York Si fa presto a dire New York UN agosto in compagnia di New York. Ah che meraviglia: ci si va? No, la si guarda su Sky. Per tutto il mese Sky cinema presenta alcuni dei millanta film dedicati alla città o che nella città si svolgono. I film sono divisi in grandi temi: «La New York dei quartieri»; La New York dei clubs e la New York della strada»; «La New York di Woody Alien» (che comprende però soltanto una pellicola di Alien, «Manhattan»,). Ogni lavoro sarà introdotto da una «pillola» illustrativa che, niente paura, dura soltanto cinque minuti. Inoltre, ieri e poi lunedì 30, due pellicole in prima visione, «11-9-01 -11 settembre» (ieri) «Gangs of New York» di Scorsese (il 30). Nonbasta: accompagnerà tutta la programmazione uno speciale proprio dedicato alla Grande Mela e al cinema: affinità elettive, set naturali, fantasie, sogni e realtà. Brevemente evocano alcune suggestioni sulla città, che visibilmente amano, Corrado Augias, Furio Colombo, Antonio Monda, Gianni Riotta, Beppe Sever^nini, Vittorio Zucconi, Renzo Piano, Gore Vidal, Paula Fox, David Rooney. Insomma, trattasi di operazione complessa, spalmata su tutto il mese. Una formula che in questo sviluppo così esteso si possono permettere soltanto le televisioni tematiche. Una formula, però, in grado di creare una solida affezio¬ ne da parte dello spettatore, e l'affezione, una cosa che vale già più dell'abitudine, crea spettatori: è un volano con cui giocare piacevolmente. New York raccontata come la città dalle mille sfacettature, al di là del luogo comune, tutte giuste come nessuna; la città dove tutto il mondo si sente a casa perché a tutti sembra di conoscerla anche prima dì andarci; la città baluardo della libertà, della tolleranza, e di tante cose belle, nonostante tutte quelle brutte che racchiude in sé. Belle le parole d'amore degh intervistati, analisi inevitabilmente concise e spesso puntuali. Il film di ieri, poi, presentato al Festival di Venezia nel 2002, era formato da tanti piccoli lavori di 11 minuti realizzati da diversi autori, da Lelouch ad Amos Citai, da Sean Perni a Imamura, da Mira NairaYoussef Chahine, da Alej andrò Inarritu a Denis Tanovic. Scriveva allora Alessandra Levantesi: «Nessuno dei cineasti coinvolti nell'impresa ha scelto la strada della pura e semplice celebrazione. Anzi, pur senza saper' nulla del lavoro l'uno dell'altro, quasi tutti hanno preso spunto dalla tragedia newyorchese per ima meditazione più ampia, rievocando realtà e tragedie che in alcuni casi vedono gli Usa stessi messi direttamente in causa». Ancora mille sfaccettature, realtà e sogni. Un mese di programmazione su Sky con film, interviste e anteprime, da Scorsese a un film «scritto» a più mani tivù a TIVÙ

Luoghi citati: Manhattan, New York, Usa, Venezia