Bobbio, appunti di un lettore per Casa Viglongo

Bobbio, appunti di un lettore per Casa Viglongo Bobbio, appunti di un lettore per Casa Viglongo COSA significS oggi «Viglongo editore in Torino»? Per Giovanna e Franca Viglongo, moglie e figlia di Andrea che, tra non poche difficoltà e tenace passione tengono viva questa storica sigla, «un'eredità morale fortissima». Frutto di un cammino, umano, politico, culturale, che non si è interrotto dalla fine degli anni 10 quando il giovanissimo Viglongo era collaboratore di Gramsci e di Gobetti, capocronista di «Ordine Nuovo», cofondatore nel 21 del Pei, espulso dopo una storica polemica con Togliatti, arrestato vane volte dai fascisti, editore dal '31 con la sigla Selp, in proprio dal '45, punto di riferimento nelle sue celebri librerie, durante e dopo la guerra, dei grandi intellettuali antifascisti da Antonicelli a Bobbio (anche per la sezione antiquaria, in funzione), intellettuale egli stesso che però sin dall'inizio vuole, gramscianamente, impostare le proprie scelte in quell'area nazional-popolare che lo porterà a puntare su due grandi filoni: gli studi sul Piemonte e U piemontese, e l'epopea salgariana. Non certo a caso in copertina del minuscolo fascicolo con i titoli del maggio 2004 (dal denso catalogo die ne comprende oltre 600,250 dei quali disponibili) è annunciato il volume su Edoardo Calvo di Angelo Brofferio come «omaggio al primo poeta civile della nazione piemontese» nel bicentenario della morte, proprio quel Calvo di Tutte le Poesie Piemontesi che fu il primo libro stampato da Viglongo nella progettata collana «Scrittori dialettali piemontesi». La Viglongo di oggi ripropone inoltre la raccolta poetica completa di Nino Costa, nonché per la «Civiltà del Piemonte» testi da Brofferio a Viriglio e per «Torino città da amare», tra gli altn, il Gozzano di Cora Torino e il De Amicis della Carrozza di tutti (delizioso ricordo di tante nostre infanzie). Per i «Romanzi storici» .da La bufera di Calandra, a Dumas, a Augusto Monti; senza dimenticare l'opera omnia di Luigi Gramegna (il Dumas italiano) apprezzato da Luigi Einaudi come da Umberto Eco, né Luigi Pietracqua e «la regina dell'appendice» Carolina In vernizio. Viglongo, che aveva pubblicato Sturzo, Frassati, Guamieri in una collana di cultura sociale, resterà comunque l'editore prìncipe di Salgari stampato senza interruzione per 24 anni, da quando nessuno credeva nell'autore della «Tigre della Malesia» sino alla scadenza dei diritti nel 1967, con grande successo accompagnato a una interminabile contesa giudiziaria con gli eredi. E ora che l'industria del libro si contende lo scrittore verone- Andrea Viglongo, se, Giovanna e Franca Viglongo gli dedicano la nuova collana «Salgari e Co.» che riproduce le prime edizioni con saggi di specialisti mentre è in cantiere «una stuzzicante traduzione salgariana dal francese del romanzo d'avventura di Henri de Brisày (1862-1919): Spada al vento dove Salgari trasporta eventi e personaggi nella Torino di metà 700» facendone una sorta di anticipazione del «Corsaro Nero». Ma le signore Viglongo, oltre all' uscita in autunno dell'Alinanacco Piemontese 2005, dopo due anni di sosta, e del nuovo Catalogo di Antiquariato Librario (zeppo di rarità, citiamo soltanto il «Matteotti» di Gobetti nelle Edizioni Gobetti), annunciano per il Lingotto 2005 una scelta delle lettere che Bobbio ha inviato per anni all'amico Viglongo, «riguardanti libri di nostra edizione, quasi recensioni corredate da gustosi ricordi di un attento divoratore di libri quale l'illustre filosofo è stato». Finalmente, Seborga Cappellaccio e mantella da brigante ottocentesco, sguardo profondamente malinconico, «l'aria dello zingaro, del nomade» scrive la Spaziani, un grande solitario tra la Torino einaudiana e universitaria degli anni 50 e 60, reduce da fecondi anni parigini quanto in perenne approdo alla sua Liguria di Ponente, Bordighera, la valle delle Meraviglie...; uomo della libertà, a qualsiasi prezzo: quello dell'oblio, che a Guido Seborga, scrittore-poeta-pittore, è stato fatto pagare, sino a ieri, dal mondo della cultura italiana. Ora sulla via della redenzione. Con la riscoperta dell'autore che già nel 48 Giuseppe De Robertis, recensendo L'uomo di Camporosso, avvicinava a Vittorini e a Pavese. Se ne potrà discutere proprio leggendo questo suo primo romanzo ristampato dalle edizioni Spoon River di Massimo Novelli (die ha firmato anche una recente biografia-indagine) mentre un intero fasdcolo gli è dedicato dalla «Riviera ligure», la rivista della Fondazione Novero, con interventi da Sanguinati a Pìnottini (Seborga pittore è ancora molto da esplorare) a Milena Milani preceduti dalla testimonianza della figlia Laura che sta sapientemente riordinando il molto rimasto inedito del padre. Forse Seborga otterrà il posto che gli è dovuto nella letteratura italiana del'900. Una scelta delle lettere che il filosofo scrisse in margine ai libri via via pubblicati dall'editore torinese In catalogo, Salgari e De Amicis, Gozzano, Calandra e Brofferio Zeppa di rarità la sezione antiquaria Andrea Viglongo, amico di Gramsci e Gobetti