Gioielliere uccide il rapinatore
Gioielliere uccide il rapinatore VERONA, IL BANDITO AVEVA PUNTATO LA PISTOLA, POI SI E' SCOPERTO CHE ERA UN'ARMA GIOCATTOLO Gioielliere uccide il rapinatore «Ero già stato derubato, non ne potevo più» Anna Sandrì VERONA Aveva già subito quattro rapine, nella sua vita di orafo con le vetrine che guardano il corso principale del paese. Ieri pomeriggio, quando per la quinta volta i banditi hanno fatto irruzione nel negozio, ha deciso che non avrebbe sopportato ancora. Mentre uno dei due ammanettava la giovane commessa, la buttava a terra e la teneva immobile con un'arma puntata alla nuca, lui ha finto di arrendersi alle richieste del complice. Con la pistola puntata alla schiena, si è diretto verso la cassaforte. L'ha aperta, così come aveva fatto altre quattro volte in passato. Ma all'interno, assieme ai rotoli di preziosi, questa volta c'era anche una pistola. La sua. L'ha afferrata, si è girato di scatto, ha fatto fuoco. Un colpo solo, stando alla prima ricostruzione; «due, secchi, come di fucile», a sentire un testimone che ha un negozio vicino. Il bandito è crollato tra la cassaforte e il banco, fulminato. Colpito dritto al cuore, dirà il primo responso del medico legale dopo l'esame estemo del corpo. L'altro non ha reagito, ma è subito fuggito. L'hanno visto alcuni commercianti e passanti, ma su di lui nessuno è stato in grado di fornire elementi utili alle indagini. Fino alla tarda serata di ieri non c'erano ancora notizie sulla sua cattura. Posti di blocco sono stati istituiti in tutta la provincia, mentre un elicottero ha perlustrato la zona fino al tramonto. E' accaduto a Grezzana, Comune di 10 mila abitanti a 20 chilometri da Verona, nel pomeriggio di ieri intorno alle 16, poco dopo l'orario di apertura del negozio. A sparare è stato Sandro De Silvestri, 58 anni, da una ventina titolare del negozio e ultimamente - dice chi lo conosce bene - molto provato per le numerose rapine subite. «Stava ancora lavorando per pagare i danni lasciati dall'ultima, tre anni fa», conferma il fratello Carlo, che ha un negozio di elettrodomestici e hi-fi lungo la stessa via Roma, a poche decine di metri da distanza. Tra le sue braccia Sandro De Silvestri è crollato dopo il dramma, l'ha guardato negli occhi e ^li ha detto: «Non ne potevo più, non potevo continuare a lavorare per pagare i banditi». E forse, dicono altri commercianti della zona, nella reazione dell'orefice potrebbe aver pesato anche il fatto che uno dei due banditi stava mi¬ nacciando la commessa, mamma di due bambini. La pistola del malvivente rimasto ucciso (di cui ancora non si sa nulla, se non che si tratta di un ragazzo molto giovane: potrebbe avere una ventina d'anni) era in realtà una pistola giocattolo. Ma questo è stato scoperto solo dopo dai carabinieri, intervenuti con il magistrato Pietro Umberto Vallerin, che hanno raccolto le impronte digitali e che stanno operando i confronti. L'identificazione potrebbe essere questione di ore e darebbe una svolta anche nella caccia al complice. Secondo quanto dichiarato dalla commessa e dallo stesso titolare della gioielleria, i due parlavano infatti un perfetto italiano, senza alcuna particolare inflessione dialettale; e se un accento non è stato percepito, potrebbe trattarsi anche di due ragazzi della zona. Nei confronti del gioielliere il sostituto procuratore ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio: «un atto dovuto», come ha spiegato il procuratore capo di Verona Guido Papalia, in attesa di ulteriori riscontri. De Silvestri è stato a lungo interrogato. Ha continuato a ripetere che non ne poteva più, che ancora non si era economicamente ripreso dal disastro provocato dalle altre quattro razzie. Dovrà spiegare le ragioni di quella pistola tenuta in cassaforte, e che cosa gli ha attraversato la mente mentre si girava - pur con una pistola puntata addosso - sparando a bruciapelo al cuore del bandito. L'autopsia potrebbe offrire nuovi elementi, ma in realtà il quadro della tragedia appare già chiaro: è tutto nelle parole dette al fratello, e in quella pistola chiusa nella cassaforte. La gioielleria dove è avvenuta la rapina vicino a Verona
Persone citate: De Silvestri, Guido Papalia, Pietro Umberto, Sandro De Silvestri
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- I freni popolari perii 25 e 29 giugno
- Demolitore arrestato riciclava auto rubate
- «Incredìbile, era l'umo più mite del mondo e invece ha fatto a pezzi il suo principale»
- Ricercato per l'omicidio del Lungo Dora Ú preso in un bar dalla squadra mobile
- I passaggi a livello incustoditi da mezzanotte
- Tv Flash
- Salta il ponte dell'Arnodera
- Epica lotta del "Fulmine,, contro le orde di Tito
- I nostri Concorsi Pronostici sportivi
- Messico tranquillo, la battaglia è a Toluca
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- BELGRADO Il calcio insanguinato
- Lo scoppio di un deposito di munizioni
- La morte di Pagano nel campo di Mathausen
- Gli imputati
- Baudissard all'ergastolo
- Le televisioni private in Liguria domani
- Nascita di Marconi
- «Incredìbile, era l'umo più mite del mondo e invece ha fatto a pezzi il suo principale»
- Demolitore arrestato riciclava auto rubate
- Arrestate la studentessa-rivale e la madre per l'assassinio della giovane cantante Lolita
- Molto cibo tanto sesso
- Marito e moglie i trucidati del Tevere Fermato un amico: gravissimi indizi
- Cercano le nuove dive tra ragazze tredicenni
- Bimbe seviziate e bruciate a Napoli
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- «So che esiste l'aldilà Lo ha detto mio figlio»
- La fucilazione dei due rapinatori
- «Ecco i cinque killer che uccisero Borsellino»
- � morto Peppino De Filippo se ne va la Napoli più estrosa
In collaborazione con
Accessibilità |
Note legali e privacy |
Cookie policy