Scarpati : medico addio, divento commissario di Simonetta Robiony

Scarpati : medico addio, divento commissario INCONTRO CON IL PROTAGONISTA DI «UNA FAMIGLIA IN GIALLO», NUOVA SERIE PER RAIUNO Scarpati : medico addio, divento commissario Sceneggiato familiar-poliziesco, inchieste e storie casalinghe Simonetta Robiony ROMA Un familiar-poliziesco per Giulio Scarpati che toma, con gran piacere dei suoi affezionati spettatori, a recitare in una serie lunga dopo l'adeho eh anni fa a «Un medico in famiglia» che gli ha regalato una popolarità immensa ma ha rischiato di imprigionarlo. Per sfuggire al pericolo. Scarpati, che non è un attore improvvisato né un ragazzino come la sua faccia farebbe supporre, s'è messo a fare teatro, da «L'idiota» eh Dostojevski a «Aggiungi un posto a tavola» di Garinei, spiazzando chi s'aspettava avrebbe sfruttato ejuel successo ripetendolo all'infinito. Stavolta è un commissario eh pubblica sicurezza in un piccolo centro della Maremma, alle prese con delitti senza malavita organizzata, senza traffico eh droga, senza speculazioni eh alta finaza perché i morti sono una sartina dal passato oscuro, uno sconosciuto il cui corpo giace su una scogliera, uno che viene investito due volte da un'auto pirata, un allevatore eh spigole che muore nella vasca dei suoi pesci, un signore che ha sposato la vedova del suo socio, un uomo trovato cadavere in un bagaghaio. Sei casi eh normale amministrazione tipici di un commissariato di provincia che finiscono col coinvolgere nelle indagini, però, anche la maehe del commissario, Valeria Valeri, una ex insegnante appassionata eh libri gialli e eh rose da giarehno, nonché il nipote, Matteo Mecacci, che avendo perso i genitori è andato a vivere da lui con il cane poliziotto Brigaehere ormai in pensione. Due le ragioni per cui Giulio Scarpati ha accettato cjuesto lungo lavoro per Raiuno che lo vede impegnato da luglio a dicembre, prima in una villona eh campagna a due passi da Roma, poi ad Orbetello con allungamenti tra Porto Ercole e Santo Stefano, infine eh nuovo a Roma ma negli stueh della vecegia De Paolis dove è stato ricostruito il commissariato. Una è che voleva lavorare con Alberto Simone eh cui aveva visto alcune cose in televisione che gli erano piaciute. L'altra è che lo lusingava essere al fianco eh Valeria Valeri, uno dei granch nomi del nostro teatro. Unica condizione posta per accettare: far diventare il suo commissario da vedovo, com'era in partenza, a scapolo, com'è adesso. Di vedovi dopo «Meehco», Scarpati non ne vuol più sentir parlare. Commissari in tv se ne vedono tanti: che caratteristiche ha questo suo? «La più vistosa è che deve combattere una lotta titanica con la maehe e con il nipote per restare padrone delle sue indagini. La maehe, con la scusa che le piace leggere, passa ore in libreria da un amico raccogliendo prettegolezzi e maldicenze eh paese. Il nipote, con la giustificazione che è solo, fa allo zio per fare mille domande per capire co- m'è fatto il cuore degli uomini. Per eh più sono uno che somatizza la tensione: una volta è la cervicale, un'altra la gastrite». Ma quando sta bene, che fa? «Anehebbe in barca, il mio commissario, se ne avesse il tempo. E infatti* aUa preparazione della barca dedica tutti i minuti liberi che ha, ma in mezzo al mare con la sua barca non mesce ad andarci mai». Anche a lei. Scarpati, pia¬ ce andare in barca? «Molto. Remare mi ehstende. Mi ricorda le vacanze che facevo da bambino. Andavo nel Cilento: passavo ore coi marinai, a pesca con la lampara». Essendo uno scapolo non pentito avrà anche molte donne intorno? «Si vedono e non si vedono ejuesti amori che comunque contano poco e non incidono sulla sua esistenza. L'unica ad avere un peso reale sarà Milena Miconi, il suo vicecjuestore, che vorrebbe seriamente metter su famiglia con lui». Che cosa l'ha colpita in questi primi giorni dì lavorazione? «L'entusiamo e la forza eh Valeria Valeri. La felicità con cui lavora. Niente da fare. Sono un'altra generazione, loro: creativi, curiosi, non convenzionali. Ho visto un pezzetto de "I soliti ignoti", ejualche sera fa in tv, e sono rimasto incantato. Ogni scena prevedeva una battuta, mai banale, mai ovvia. Chissà perché non ci riusciamo più». Lei recita da oltre vent'anni, insegna recitazione ai ragazzi, si interessa alle sorti del nostro spettacolo: un'idea ce l'avrà? «Una volta producevamo il lardo eh Colonnata e la mozzarella eh bufala, oggi ci siamo buttati sul fast-food e facciamo hamburger e patatine. Sempre si mangia, ma c'è ehfferenza». È l'omologazione, la malattia? ((A me pare eh sì. Non si osa per paura del giuehzio altrui. Non si porta avanti la propria idea perché si tema possa spiacere. Manca il coraggio eh ehre le cose come stanno. Neha televisione, certo. Ma anche nel cinema che pure si dà le arie e pensa eh essere assai meglio. Basta che un film italiano vada bene e tutti parlano eh una fiamma che s'accende come se cjuel lampo fosse eh un fuoco, perenne e non eh un cerino. Non riusciamo a fare opere che siano popolari e ricche eh contenuto: o sono "cosine" elitarie o sono "cosone" vuote. Non è solo un problema italiano', però. È mondiale». Ne è sicuro? «Bah. Mi sembra. Gh americani che sono ricchissimi fanno i remake e i seeiuel, gh emergenti che sono poverissimi eirammi e denunce. E il film per tutti dov'è?» Che tecnica ha elaborato per sfuggire all'appiattimento? «Cambio genere, alterno ruoli, tento strade, evito, se posso, una recitazione troppo veloce, macchieftistica, ad effetto. Immiserisce. Dopo questo commissario e l'addio definitivo con ima mia apparizione a "Un meehco in famiglia", vorrei portare sullo schermo Don Di Liegro, il fondatore della Charitas. Era un prete operaio che volle aprire una casa per i malati eh Aieis proprio a Villa Glori, beccandosi aggressioni e sputi da eiuei pariolini che non l'hanno perdonato». «Devo combattere una lotta titanica con mia madre e mio figlio per restare padrone delle mie indagini E la Miconi mi corteggia» «Il nostro cinema è davvero in crisi: non riusciamo a realizzare opere popolari ma pure ricche di contenuto È un problema generale» Giulio Scarpati diventa commissario, le sue indagini sono condivise dalla famiglia. Qui è con Milena Miconi, suo vicequestore

Luoghi citati: Orbetello, Porto Ercole, Roma