«Abbiamo cancellato quelle scritte vigliacche»

«Abbiamo cancellato quelle scritte vigliacche» IL GENERALE UMBERTO PINOTTI, COMANDANTE Dgl CARABINIERI NELLA PROVINCIA DI ROMA «Abbiamo cancellato quelle scritte vigliacche» «Chi ha inneggiato al killer? Estremisti che godono nel vedere agenti cadere » intervista ROMA «Dei vili. Non ho altre parole». Al generale Umberto Pinotti, che comanda i carabinieri nella provincia di Roma, s'increspa quasi la voce dall'ira quando ripensa a quelle scritte che si sono viste in questi giorni. Qua e là per l'Italia c'è chi ha fatto il tifo per Liboni, per il Lupo Solitario, contro i carabinieri. E lui, il generale tutto d'un pezzo, contraccambia di cuore. «Chi ha fatto quelle scritte... Chiamarli vili è troppo poco». Generale, eppure di scritte ne sono comparse diverse. C'è un pezzo d'Italia, sia pure ultraminoritaria, che parteggiava per il killer. «Sì, ma noi abbiamo fatto tal- mente presto e bene nel nostro lavoro, che a qualcuno la scritta gli è rimasta a metà. Volevano scrivere "Ammazzali tutti". E si sono dovuti fermare a "tutt". Abbiamo fatto prima noi». Chi immagina che sia stato? «Mah, penso a certi ambienti estremistici, sì, una forma di estremismo. Gente che gode nel vedere un carabiniere o un agente di polizia colpito a morte. Non ho altre parole». Il fatto è che quelle scritte hanno lasciato il segno. Se c'è chi ha telefonato in caserma per manifestare il suo dolore alla morte del carabiniere Alessandro Giorgioni, il 22 luglio davanti a un bar di Pereto di Sant'Agata Feltria (Pesaro), c'è anche chi ha esultato. C'è un pezzo d'Italia che tra lo Stato e il fuggitivo solitario, quasi fosse una riedizione dello scontro tra Davide e Golia, ha parteggiato per il killer. E infatti un ufficiale del reparto operativo, quando i giornalisti gli chiedono di parlare con i protagonisti della sparatoria, scuote la testa e dice: «No. Motivi di sicurezza. Con quelle scritte sui muri... Ma non le avete viste? Che ne sappiamo di chi lo appoggiava? E se qualcuno lo volesse vendicare?». Il generale Pinotti, intanto, salutato il comandante generale dell'Arma, Luciano Gottardo, che è passato per la caser¬ ma dell'Eur dove ha sede il Nucleo radiomobile, e dove trova schierato l'intero reparto dei motociclisti, tiene la conferenza stampa per precisare i particolari del conflitto a fuoco. Dice: «Oggi non è un giorno per esultare. La nostra non è soddisfazione, ma è solidarietà ai figli del collega ucciso. È la nostra concreta carezza alla vedova e al figlio di un carabiniere ucciso». Ribadisce: «Non è un giorno di gioia e di entusiasmo. Noi oggi vogliamo ricordare la vedova del carabiniere Giorgioni e il figlioletto. Oggi tutta l'Arma è vicina a loro». Era chiaramente un punto d'onore per i carabinieri arrestare il killer. «In questo sforzo tutta l'Arma era coesa». Non è un caso, infatti, che accanto agli ufficiali che comandano i reparti di Roma, ieri alla conferenza stampa ci fosse anche il tenente colonnello Francesco Pécchia, comandante del reparto operati¬ vo di Pesaro. Due sere fa, infatti, Pecchia ha partecipato a un vertice operativo con i colleghi della capitale. Le tracce di Liboni portavano dalle Marche a Roma. E non soltanto per via del conflitto a fuoco con gli agenti di polizia nei giardinetti di fronte alla stazione Termini ma anche perché tante segnalazioni, quelle giuste dei confidenti, avevano segnalato la presenza di Liboni a Roma. Ed ecco che anche Pecchia s'era spostato. Altro che parteggiare per il Lupo Solitario. Se su un piatto della bilancia c'era qualche scritta, dall'altra c'erano centinaia di segnalazioni che magari facevano dannare gli investigatori dell'Arma «ma che sono - diceva il maggiore Arcangioli, responsabile del Nucleo operativo di Roma - tutte benvenute, e magari fosse sempre così». C'era stato uno sforzo corale. «E io ringrazio tutti i cittadini di cuore», concludeva Pinotti. [fra. gri.] Quando i cronisti chiedono di parlare coni protagonisti un ufficiale risponde no per motivi di sicurezza «E se adesso qualcuno lo volesse vendicare?» Il generale Umberto Pinotti dirige i carabinieri dì Roma