«Italia, obiettivo pagante per i terroristi islamici» di Andrea Di Robilant

«Italia, obiettivo pagante per i terroristi islamici» PREOCCUPATA RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO «Italia, obiettivo pagante per i terroristi islamici» I Servizi.: cresce il rischio di attacchi chimici. Internet, snodo fondamentale Andrea di Robilant ROMA Il teirorismo islamico è «un nemico in costante crescita» che vede l'Europa, e in particolare l'Itaba, come «un obiettivo pagante» nella sua strategia di guerra contro l'Occidente, e che mira ad ampliare l'effetto delle sue azioni terroristiche attraverso l'uso di armi di distruzione di massa. E' questo il quadro, tutt'altro che confortante, che emerge dalla relazione semestrale dei servizi segreti al Parlamento relativa ai primi sei mesi del 2004, e che per la prima volta contiene un appendice multimediale: un cd-rom con i messaggi di Al Qaeda e i filmati delle esecuzioni di Nick Berg e Paul Marshall Johnson, due ostaggi americani uccisi in Iraq. Più che rivelare clamorose novità sul fronte del terrore, il rapporto mira a tenere alto il livello di allarme e a fornire una fotografia più nitida e articolata della minaccia che incombe sul Paese, specie dopo l'attentato di Madrid dell'11 marzo scorso. «E' un quadro di grande chiarezza», ha commentato Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi (Copaco). «E ho riscontrato un'evoluzione positiva nell'utilizzo di nuove tecniche di indagine legate all'uso di tecnologie informatiche». Evoluzione indispensabile, visto che sono gli stessi servizi a riconoscere che la rete è ormai lo strumento preferito di Al Qaeda «per propagandare la propria progettualità strategica» ed è diventata «uno snodo fondamentale per la comunicazione in codice tra le cellule operative». «L'accresciuto impiego di Internet - si legge - sembra sempre più rispondere alla dupbce esigenza di rafforzare la pressione sulle comunità occidentab tenendole in costante allarme e di raggiungere una militanza diffusa e eterogenea». E la propaganda contenente specifiche minacce all'Italia ha avuto un aumento vertiginoso negli ultimi quattro anni. Ma il rapporto mette in evidenza che, mentre il numero di messaggi riconducibili ad Al Qaeda è rimasto pressoché costante, la propaganda di altri gruppi e gruppuscoli, a comin¬ ciare dalle Brigate Al Masri e Al Muqrin, è nettamente incrementata (è ormai dieci volte superiore a quella di Al Qaeda). La moltiplicazione dei messaggi e delle sigle (molte delle quali risultano alla fine fasulle) complica il lavoro di intelligence e rende ormai indispensabile - dice il rapporto - l'uso di «metodologie più penetranti». Ma l'intensità del traffico propagandistico in rete riflette una concreta evoluzione sul terreno del terrorismo di matrice islamica, di cui il rapporto mette in luce «la pervasività, la decentralizzazione e la regionalizzazione». La struttura attuale si articola «nel residuale nucleo centrale che comprende i leader storici di Al Qaeda, nei network d'area guidati da emiri locab e nelle organizzazioni affiliate che comprendono gruppi organicamente legati alla formazione di Bin Laden ma anche altri che hanno mutuato orizzonte ideologico e moduli operativi». Questa atomizzazione della «galassia» del terrore islamico ha «accresciuto le capacità operative» dei terroristi, riconoscono i servizi, e al tempo stesso moltiplicato le difficoltà di individuazione dei militanti e dei nuclei logistici. In Italia, l'attenzione continua a concentrarsi sull'area di Milano-Cremona, dove si teme che centri di attivismo militante possano passare all'azione terroristica. Quanto è da temere un'azione con armi non convenzionali? Il monitoraggio della comunicazione fra i gruppi terroristici rivela che l'interesse per l'uso di armi di distruzione di massa anche primitive «è vivo». La ricerca di componenti continua. «E ferme restando le difficoltà legate al reperimento e alla manipolazione, resta la preoccupazione per il possibile sviluppo di biotossine». Così come rimane forte la preoccupazione per eventuali attacchi contro stabilimenti o depositi industriali capaci «di trasformarsi essi stessi in strumenti di propagazione chimica o batteriologica». Non si riscontrano, invece, collegamenti fra il terrorismo islamico e il terrorismo interno. Le Brigate rosse sono state «drasticamente» ridimensionate. E la componente più attiva e pericolosa dell'eversione nazionale resta quella degli anarcoinsurrezionalisti.

Persone citate: Al Masri, Bin Laden, Enzo Bianco, Nick Berg, Paul Marshall Johnson

Luoghi citati: Cremona, Europa, Iraq, Italia, Madrid, Milano, Roma