«Che fame, ma ormai eravamo lì» di Roberto Eynard

«Che fame, ma ormai eravamo lì» il GIGANTE VERCELLESE E' STATO IL PRIMO A RAGGIUNGERE L' OTTOMILA MAGICO «Che fame, ma ormai eravamo lì» La guida Mondinelli: alla fine ogni passo era una fatica enorme intervista Roberto Eynard PER caso in questa tenda non c'è una birra fresca?». Silvio Mondinelli, il «gigante buono» di Alagna Valsesia, è appena rientrato al campo IV, a quote 7800 da dove diciotto ore prima era partito per la grande magica avventura. Ad accoglierlo ci sono i compagni di salita, Kurt Unterkircher, Michele Compagnoni, Walter Nones, Ugo Giacomelli e Tarcisio Bello, l'uomo addetto a tenere le comunicazioni al campo base. Ed a lui che Silvio scherzosamente si rivolge per chiedergli la birra. «La bevo solo quando ho tanta, tantissima sete. Stavolta credo di essermela meritata» spiega poi l'omone valsesiano. Silvio, primo a mettere piede sul K2, ultimo a rientrare in tenda. «Sì, mi sono attardato perchè ho accompagnato il mio amico Juanito, verso il campo IV. Lui è arrivato in cima dopo di noi con la spedizione spagnola. Ma nello scendere era un po' stanco e quindi gli sono stato vicino». Anche stavolta l'angelo degli Ottomila, come è chiamato nel mondo degli alpinisti, non si è smentito. Torniamo al K2. Erano tre anni che nessuno riusciva a vincere il più ambito dei «giganti». «E stata durissima, ma ce l'abbiamo fatta. Perchè questa è stata una fantastica spedizione anche dal profilo umano. Cosa che non accade sovente in montagna. Ad esempio Karl ed io ci siamo dati sovente il cambio per battere la traccia. Nell'ultima parte della salita, dopo l'impervio "collo della bottiglia bisognava aprirsi il percorso tra metri e metri di neve fresca. Ogni passo ci costava imo sforzo enorme. Karl è stato bravissimo.». Lei è sempre stato convìnto di riuscire a vincere il K2. «Sì, infatti ho fatto una cosa che non faccio mai durante la scalata: col satellitare ho chiamato mia moglie Idei ad Alagna e le ho chiesto l'ora: "Sono le 11 e mezzo". "Bene - le ho rispo¬ sto -: tra due ore ti telefono dalla vetta..."» E' stato puntuale come un impiegato svizzero: alle 13,22 era in cima e ha chiamato a casa dal K2. Che cosa ha provato quando ha piantato la bandiera italiana a quota 8.611 metri? «Una gioia indescrivibile. E' stato semplicemente fantastico. E poi che visione è apparsa davanti ai miei occhi. Adesso capisco perchè lo chiamano l'Ottomila magico. Altro che Everest. Non c'è paragone». Il momento più difficile? «Ho patito delle crisi di fame, ma ho tenuto duro. Era un'occasione unica per salire in vetta: le condizioni meteo erano ideali, cosa che non accadeva da mesi, e il vento debole. Il "gigante" ci ha concesso un giorno di grazia, senza tormente e venti gelidi a 40 gradi sottozero e non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione. Ma ripeto tutti sono stati strepitosi, basti dire che Michele Compagni, Walter Nones e Ugo Giacomelli sono al primo Ottomila e Karl al secondo. Lui aveva debuttato due mesi fa sull'Everest. In quanti possono vantare nell'anno del esordio una simile doppietta?». Lei invece è all'undicesimo «gigante». «Sì ma questo ha un sapore unico. Non credo che proverò mai più una gioia come questa». A chi dedica questa vittoria? Tutti insieme abbiamo deciso di dedicarla a Silvana, la moghe del nostro capo spedizione Agostino da Polenza. Poi, personalmente alla mia famiglia e a un caro amico, Renato Andomo, che non c'è più». La festa per la conquista del K2

Luoghi citati: Alagna, Alagna Valsesia