I cacciatori di fantasmi decisi a salvare la «casa delle facce» di Fabio Galvano

I cacciatori di fantasmi decisi a salvare la «casa delle facce» DOPO LA MÒRTE DELLA PROPRIETARIA, SI TEME CHE LA MISTERIOSA ABITAZIONE IN SPAGNA POSSA ESSERE VENDUTA E DISTRUTTA I cacciatori di fantasmi decisi a salvare la «casa delle facce» Da 30 anni l'edificio di Bélmez de la Moraieda, in Andalusia, è meta di pellegrinaggio di studiosi del paranormale. Decinedi volti sono apparsi sui pavimenti: una semplice truffa o un fenomeno inspiegabile? Fabio Galvano Molti si domandavano, adesso che Maria Gomez Camara è scomparsa, se con lei se ne sarebbero andati anche gli strani «fenomeni» che per 33 anni hanno fatto della sua piccola casa a Bélmez de la Moraieda, un villaggio di 900 anime fra i filari di ulivi sui monti dell'Andalusia, il più grande mistero della parapsicologia spagnola, una sorta di Lourdes del paranormale, dove in certi momenti convergevano anche 10 mila persone in un week-end. Ma anche ora, in una continua sfida alla scienza, la «casa delle facce» continua a sfomare i suoi misteriosi volti sul pavimento di cemento; e mentre si discute del futuro di quella modesta abitazione al numero cinque della calle Real, ci si domanda se le associazioni votate al paranormale faranno qualcosa per impedire che il figlio della defunta, Miguel, concluda l'ultimo affare di famiglia vendendola. In 33 anni la giuria di popolo, esperti e studiosi non è ancora riuscita a determinare se la vicenda avesse - e abbia - davvero alcunché di miracoloso oppure fosse - e sia - una colossale truffa. Troppo ignorante quella contadina spagnola, sostenevano gh uni, per poter architettare una cosa del genere, quindi indubbiamente un fenomeno soprannaturale. Troppo facile per chiunque, sostenevano gli altri, agire sui tipici pavimenti contadini spagnoli di cemento per creare macchie, quindi un inganno le facce che hanno fatto di Bélmez, poco distante da Jaén, uno dei bastioni di scontro fra scienza e parascienza. I volti c'erano, di questo nessuno ha mai dubitato. Le foto sono una prova conclusiva. Sotto il tavolo della cucina è persino comparso, a un certo punto, quello del "Caudillo", Francisco Franco. E poi uomini e donne, giovani e vecchi, anche molti bambini; qualche immagine appena accennata, altre precise in ogni particolare. Ora che Maria Gomez è scomparsa, qualche anno dopo suo marito Juan Pereira, c'è chi pietosamente si domanda se dall'aldilà la "hija predilecta" di Bélmez abbia potuto scoprire l'identità dei volti che l'hanno accompagnata per molti anni, l'origine delle voci disperate che diceva di udire, la genesi dello stordimento che quei fenomeni le provocavano. Altri sono meno disponibili alla comprensione: "Quella non era Bélmez della Moraieda si trova in Andalusia e per più di trent'anni è stata oggetto di un continuo pellegrinaggio degli studiosi del paranormale. Dopo la morte della proprietaria Maria Gomez Camara ora si teme che l'abitazione possa essere venduta e abbattuta, impedendo nuove ricerche. Nella foto, l'ingresso della casa la casa deUe facce, ma della faccia tosta", dicono gli abitanti di Jodar e Huelma, due paesini limitrofi. E' solo invidia? Tutto cominciò il 23 agosto 1971, quando il primo volto apparve sul pavimento di cemento della cucina. Maria Gomez si spaventò a morte e corse dai vicini i quali, constatata la strana "apparizione", provvidero con l'aiuto di suo figlio Miguel a picconare il pavimento. Ma l'immagine, ricorda la Bbc che del fenomeno si è occupata a fondo, ricomparve poco dopo. E poi altre; e altre ancora. Tutta la Spagna ne parlava, talora c'erano 5 mila persone a fare la fila davanti alla casa di calle Real. Si cercò di dare una spiegazione esoterica ricordando che la casa, costruita quasi due secoli fa, sorgeva su un antico cimitero cristiano del XIII secolo, che a sua volta aveva sostituito nel tempo un cimitero dei Mori e ancora più antico - uno romano. Ma poi gh amanti del paranormale aggiunsero altre coincidenze agghiaccianti: in quella casa, durante la guerra civile spagnola, era morto Miguel Chamorro, cognato di Maria. Pochi giorni dopo la moglie di Miguel e sette sue fighe perirono nel bombarda¬ mento del Cerro de la Cabeza. Maria non aveva ancora vent'anni e ne fu sconvojta. Erano quelh i volti che comparivano? I volti, suggerivano alcuni parapsicologi, di persone morte in tragiche circostanze e la cui anima non trovava riposo? C'erano naturalmente anche coloro secondo i quah era Maria Gomez stessa a dipingere - o far dipingere - quei volti; con coloranti al mercurio, dicevano, che hanno la caratteristica di diventare più scuri con il tempo. Un celebre e stimato parapsicologo di Madrid, German de Argumosa, sposò senza esitazione la pista del paranormale. Un suo coUega, il tedesco Hans Pender, si spinse a proclamare che quello era "senza dubbio il più importante fenomeno paranormale del ventesimo secolo". Parole grosse. A quella danza, però, si unirono presto anche gh adepti dei più strani culti religiosi, oltre a chi giurava su un intervento extraterrestre. Autorità religiose e civili ritennero che occorresse fare qualcosa per frenare quella che ritenevano essere pura superstizione; ma anche un esperimento della Commissione per l'Energia nucleare, che sigillò una delle facce sotto un cristallo, fu inconclusivo; e così l'intervento del notaio locale, Antonio Palacios, che mise i sigilli alla cucina e quando la riaprì, scoprì che le immagini, anche senza impossibili interventi umani, erano un poco cambiate. Gabriel Naranjo, della Società per l'avanzamento del pensiero critico, nel 1986 decretò invece trattarsi «chiaramente» di frode: «Le immagini sono molto semplici, anche un bambino potrebbe tracciarle». Uno scontro fra superstizione e scienza, ma senza vincitori. In definitiva si trattava di comprendere a chi l'intera vicenda giovasse. I sostenitori dell'ipotesi paranormale hanno sempre detto che Maria Gomez non ha mai guadagnato niente dalle facce di casa sua, tranne una cucina nuova che le fu costruita quando quella originale divenne impraticabile per l'invasione dei curiosi. Negli ultimi anni - e questo è certo - la porta di calle Real era sempre aperta; ma i giornalisti, per poter entrare, dovevano pagare pedaggio. "QueUe facce sono un buon affare per Bélmez", dicono gli scettici. "Per questo afferma Naranjo - non scompariranno". Altri sono più cauti: «Non scompariranno perché non può essere l'uomo a bloccare questi fenomeni». Tutti a Bélmez

Luoghi citati: Andalusia, Madrid, Spagna