Braccarlo per costrìngerlo a fare un errore

Braccarlo per costrìngerlo a fare un errore IL LAVORO DEGLI INVESTIGATORI SULLE TRACCE DEL «LUPO» Braccarlo per costrìngerlo a fare un errore Ecco come viene organizzata la caccia a un «fuggitivo senza strategia» analisi Francesco La Ucata CENTINAIA di uomini, pohzia, carabinieri, finanzieri, agenti deUa Forestale, persino le guardie municipah di numerosi comuni (Lazio, Umbria e Marche), sono mobilitati neUa caccia a Luciano Liboni. Una vasta zona di questo territorio è controUata daU'alto con gU elicotteri e i binocoli ad infrarossi, che consentono una buona visibilità anche neUe ore notturne. Tutte le strade che da Roma si diramano in direzione deU'Umbria, deUe Marche e del litorale Pontino sono presidiate con organizzatissimi posti di blocco. Servirà tanta mobilitazione? Sarà lo spiegamento di forze a tagliare le gambe al «lupo sohtario»? E' stato detto e ripetuto che Liboni è un «soggetto particolare», nel senso che - essendo disperato, solo e senza agganci (ne amichevoli né sentimentah) - agisce in modo imprevedibUe. Segue più l'istinto di conservazione che le tecniche di fuga tanto care ai criminah oi^anizzati. Insomma, la fuga del «lupo» non può essere minimamente paragonabUe- aUe scorribande di un Vallanzasca o di un «artista» del calibro di Luciano Lutring. QuelU erano pieni di soldi, di amici e, dunque, di protet- tori. Chi può pagare, si sa, trova facilmente un posto dove donnire una notte, fare una doccia o un pasto completo in compagnia magari di una beUa donna. Ma dove va uno come Luciano liboni? Chi lo cerca, descrive un fuggitivo senza strategia. Per conseguenza, dunque, se ne deduce che serviranno poco le contromisure «classiche» già adottate dagli investiga: tori. I posti di blocco, per esempio. Vanno fatti, ma non perché si spera che liboni si presenti magari a bordo deUa sua moto. E' già un azzardo (comprensibUe appunto solo in un disperato) per l'assassino ricercato, essere giunto fino a Roma con la stessa Yamaha adoperata per la fuga dopo l'omicidio. No, la presenza sul territorio di tanti mezzi e uomini in divisa serve a due scopi: fare pressione suUa capacità di resistenza deUa «preda», confonderla ed indurla aU'errore e offrire a chiunque avesse «notizie fre¬ sche» un contatto diretto con gli investigatori. La vista di agenti in divisa, insomma, è rassicurante e chi avesse notizie sul fuggitivo (magari per averlo incontrato casualmente) sarebbe - secondo quanto sostengono i detectives più portato a riversarle immediatamente alla macchina investigativa. Gh uffici deUe caserme e dei commissariati sono deserti. Pochi uomini a coordinare radio e telefoni, U resto deUa truppa è suUe strade. Solo scarpinando si può arrivare vicini al «lupo». Certo, un'attenzione particolare va rivolta alle stazioni dei pullman, dei treni, agli aeroporti, a tutto ciò che serve per trasferirsi lontano daU'area battuta. Altri agenti vanno a «sensibilizzare» la rete di confidenti interna alla malavita: non si sa mai, Liboni potrebbe rivolgersi a qualcuno per un documento falso, per un'arma o per qualunque altra «necessità». Sembra difficUe, pe¬ rò, che qualcuno possa dare aiuto ad un fuggiasco che ha suUe spalle l'omicidio di un carabiniere. Tanta pressione dovrebbe minare la resistenza fisica del «lupo». Qualcuno ha paragonato Liboni ad un «animale metropohtano» e la strategia adoperata per sfuggire agh agenti che lo hanno fermato a Roma, la predUezione per la rete della metropolitana, sembrano confermare queste caratteristiche. Anche perché sotto U liveUo stradale eventuali inseguitori sarebbero danneggiati dal fatto di non poter servirsi né deUe radio né dei telefoni ceUulari. Sarebbero più «nudi» e quindi più simili al fuggitivo. Commetterà Tenore fatale? Si dice abbia rapinato un telefonino, insieme coi soldi (ma quelli continuerà a cercarli ogni volta che dovrà sfamarsi). Se lo attiverà sarà perduto. Indìvuarlo sarà un gioco da ragazzi. Altra cosa catturarlo, visto che ha U griUetto facile. Certo, sarebbe auspicabile che nessuno, questa volta, gli si avvicinasse chiedendogli i documenti, secondo regolare procedura. Forse l'identità potrebbe essere accertata dopo averlo «atterrato» ed ammanettato. Nel caso di un errore di persona? Qualunque cittadino perbene capirebbe lo stato di necessità degli investigatori e le scuse sarebbero un onesto risarcimento per lo spavento subito. Solo e disperato agisce in maniera imprevedibile e segue più l'istinto di conservazione che le tecniche dei criminali organizzati Le contromisure classiche come i posti di blocco servono soprattutto a minarne la capacità di resistenza Uno degli identikit di Luciano Liboni

Persone citate: Liboni, Luciano Liboni, Luciano Lutring, Vallanzasca

Luoghi citati: Lazio, Marche, Roma, Umbria