«Un superministro per evitare un altro 11 settembre» di Maurizio Molinari

«Un superministro per evitare un altro 11 settembre» TERRORISTI STAREBBERO FACENDO LE PROVE PER NUOVI ATTACCHI KAMIKAZE «Un superministro per evitare un altro 11 settembre» Il rapporto della commissione di inchiesta mentre crescono gli allarmi Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Gli Stati Uniti non sono riusciti a proteggere i loro cittadini dagli attacchi dell'I 1 settembre perché ogni amministrazione ad ogni livello sottovalutò la minaccia di Al Qaeda e per evitare futuri e più devastati attentati bisogna creare un direttore nazionale dell'intelligence, da cui dipenderanno anche Cia ed Fbi. Sono questi i cardini del rapporto della commissione di inchiesta sull'll settembre: un tomo di 567 pagine, con 1400 note, frutto di 20 mesi di lavoro durante i quali di dieci membri hanno ascoltato oltre 400 testimoni e consultato quasi un miliardo di pagine di documenti. Tom Kean, presidente .della commissione, ha disposto che il volume sia messo in commercio - ne sono state stampate 700 mila* "cb^ie affinché ogni cittadino possa sapere «what went wrong», cosa andò storto. «Nessuno degli sforzi intrapresi dal governo per fronteggiare la minaccia di Al Qaeda disturbò o ritardò i piani di Osama bin Laden - ha dichiarato Kean - che riuscì così a penetrare le difese del più potente Paese del mondo». Senza chiamare direttamente in causa né l'amministrazione Bush né l'amministrazione Clinton il rapporto elenca le «nove occasioni perse» per sventare l'attacco: dalgennaio 2000 all'agosto del 2001 errori di valutazione e manr canza di coordinamento furono fatali. Il piano di Osama bin Laden non era perfetto ma non fu possibile intercettarlo perché «il più importante fallimento» riguardò la «carenza di immaginazione» che impedì di prevedere «la creatività di Al Qaeda». Da qui la proposta di creare un «nuovo centro di intelligence per unifica¬ re il comando di oltre una dozzina di agenzie che operano all'estero ed in patria» e non una nuova agenzia di servizi simile all'MiS britannico. A guidare il «centro» dovrebbe essere un «direttore dell'intelligence nazionale» da cui dipenderanno anche i capi di Cia ed Fbi. Tali innovazioni sono adesso necessarie, ha detto Kean, per prevenire «nuovi e più devastanti attacchi con il possibile uso di sostanze chimiche, biologiche o nucleari» perché «tutti coloro con cui abbiamo parlato li hanno definiti possibili, anzi probabili». La commissione ha scelto di non dare sentenze sulle responsabilità di Bush e Clinton per sottolineare la neces- sita di «unirsi di fronte alla minaccia» ed evitare polemiche politiche. «L'America è una nazione più sicura oggi rispetto all'll settembre - ha sottolineato Kean, ex governatore repubblicano del New Jersey - ma i pericoli rimangono». Anche il vicepresidente democratico, Lee Hamil- ton, ha condiviso l'appello air«unità» chiedendo di concentrare le energie sulla «migliore gestione dell'enorme ammontare di informazioni che il governo federale possiede». Prudenti le reazioni di George Bush e John Kerry: il presidente americano ha parlato di «solide raccomandazio- ni» méntre lo sfidante democratico ha sottolineato che la riforma dell'intelligence era «da tempo dovuta» aggiungendo che «l'America non è più sicura oggi di allora». Come anticipato da alcune fughe di notizie il rapporto nega che Saddam Hussein abbia avuto un ruolo nell'I 1 settembre, ricostruendo i rapporti fra Iraq ed Al Qaeda: Baghdad cercò una possibile alleanza all'inizio degli anni Novanta ma Qsama preferì restare in Afghanistan e nel 1998 una delegazione irachena si recò nei campi afghani per incontrare i leader dei taleban e lo stesso Bin Laden. «Vi sono stati contatti amichevoli fra l'Iraq ed Al Qaeda basati sul comune odio contro gli Stati Uniti - si legge nel testo - ma nessuno di questi ha dato vita a rapporti di collaborazione». Il rapporto afferma inoltre di «non aver trovato prove» sul fatto che Iran o Arabia Saudita siano stati a conoscenza dei piani di Bin Laden ma suggerice di «esplorare in maniera più approfondita» nei legami fra questi due Paesi ed Al Qaeda, anche in ragione del fatto che dieci dei dirottatori dell'11 ssettembre 2001 passarono per Teheran poco prima dell'attacco. Tanto Kean che Hamilton hannno definito Al Qaeda «un'ideologia più che un gruppo» per affermare che «il massimo degli sforzi dovrà essere profuso al fine di contrastarla». Washington ha reso pubblica la lista dei cittadini.sauditi che vennero fatti partire dopo l'I 1 settembre 13 erano parenti di Osama ma la commissione ha escluso che vi siano state irregolarità, affermando che a decidere fu l'ex capo del controterrorismo Richard Clarke. In coincidenza con la pubblicazione del rapporto è stato reso pubblico il filmato ripreso l'I 1 settembre da una telecamera di sicurezza dell' aeroporto Dulles di Washington, nel quale si vedono quattro dei dirottatori mentre passano i controlli di sicurezza prima di salire a bordo dell'aereo che si sarebbe schiantato sul Pentagono. Le immagini mostrano che un dirottatore venne sottoposto ad un successivo controllo dopo essere passato al metal detector ma fu poi lasciatto andare. Alcuni piloti, assistenti di volo e membri della sicurezza hanno lanciato l'allarme sul rischio che un nuovo attacco sia in preparazione, affermando di aver osservato alcuni sospetti terroristi che si comportavano come se stessero facendo le prove per realizzaire dirottamento. Il volume frutto di venti mesi di lavoro sarà messo in vendita in modo che tutti sappiano la verità Un nuovo video choc Uno dei dirottatori fu bloccato al metal detector, poi lo lasciarono passare