Bush e Clinton «colpevoli» per l'11 settembre di Paolo Mastrolilli

Bush e Clinton «colpevoli» per l'11 settembre «GLI ATTACCHI NON ERANO PREVENIBILI, MA NEL SISTEMA DI SICUREZZA CI FURONO MOLTE FALLE» Bush e Clinton «colpevoli» per l'11 settembre La Commissione federale: in 10 occasioni potevano fermare i terroristi Paolo Mastrolilli NEW YORK Gli attentati dell'11 settembre non erano prevenibili, ma il governo americano ha mancato almeno una decina di occasioni per bloccarli. Dopo circa venti mesi di indagini, questo è il compromesso raggiunto dai dieci membri della Commissione federale d'inchiesta sugli attacchi a New York e Washington. Il rapporto conclusivo sarà pubblicato oggi, ma le indiscrezioni uscite nel frattempo hanno già alimentato la polemica politica. I punti principali sembrano tre: le occasioni mancate per fermare Al Qaeda, il cattivo funzionamento delle difese la mattina dell'I 1 settembre, i difetti strutturali di Cia ed Fbi, Il testo, poi, non conferma stretti rapporti tra Osama bin Laden e Saddam, ma piuttosto avanza il sospetto che l'Iran abbia aiutato i terroristi, perché alcuni erano passati dal suo territorio prima di colpire. Tra le raccomandazioni, infine, c'è quella di creare un nuovo incarico ministeriale nel governo, per supervisionare il lavoro di tutte le 15 agenzie di intelligence americane, compresa la Cia. La domanda sulla possibilità di prevenire gh attentati era la più deUcata dal punto di vista pohtico, perché poteva trasformarsi in un'arma contro l'amministrazione Bush, alla vigilia delle elezioni presidenziali di novembre. Per evitare questo rischio i dieci membri della Commissione, guidati dal repubblicano Thomas Kean e dal democratico Lee Hamilton, hanno deciso di non rispondere. Piuttosto si sono concentrati sulle occasioni perdute per bloc- care il complotto, lasciando al pubblico il diritto di farsi un'opinione. L'ex senatore democratico Bob Kerrey, però, ha riassunto così il suo giudizio: «Quei 19 teixoristi ci hanno sconfitti. Hanno sconfitto ogni aspetto delle nostre difese». Le opportunità mancate per fermarli, nelle circa 600 pagine del rapporto, sono distribuite abbastanza equamente tra l'amministrazione Clinton e quella Bush: quattro addossate alla prima e sei alla seconda. Clinton ha sbagliato a non reagire con più forza quando Osamabin Laden dichiarò guerra agh Stati Uniti nel 1996, e quando nell'ottobre del 2000 attaccò la nave militare americana Cole nello Yemen. Tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del decennio successivo la Cia aveva avuto tliverse occasione per uccidere il terrorista saudita, inquadrandolo nei mirini dei suoi droni Fredator che sorvegliavano i campi di addestramento in Afghanistan, ma non aveva premuto il grilletto perché temeva di non avere l'autorità legale. Sempre nel gennaio del 2000, i servizi segreti avevano scoperto una riunione di Al Qaeda in Malaysia, a cui avevano partecipato almeno due futuri dirottatori dell'I 1 settembre, Nawaf Alhazmi e Khalid Almihdhar. Però avevano deciso di non seguirli, e soprattutto di non comunicare alTFbi che avrebbe dovuto arrestarli se si fossero presentati negh Stati Uniti. Nell'aprile del 2000, poi, l'Fbi non aveva creduto al cittadino britannico di origini pakistane Niaz Khan, che si era presentato nei suoi uffici di Newark, nel New Jersey, rivelando di essere entrato in America su ordine di Bin Laden per parteraparead un'operazione che prevedeva il dirottamento di aerei. Nell'estate del 2001 l'Fbi aveva trascurato indìzi preziosi come il rapporto di Phoenix, che lanciava l'allarme per arabi che prendevano lezioni di volo negh Stati Uniti, e in agosto aveva reagito con lentezza all'arresto di Zacarias Moussaoui in Minnesota. Nel frattempo un futuro dirottatore andato a vivere a San Diego aveva ricevuto almeno una decina di telefonate da un centralino dello Yemen noto all'intelligence per appartenere ad Al Qaeda, ma la National Security Agency, pur intercettando le conversazioni, non era riuscita ad identificare il nascondigho del destinatario. Per coghere una di queste occasioni e sventare gh attentati serviva fortuna, ma il governo Usa non si è aiutato a trovarla. Il rapporto poi dice che una reazione più veloce al primo dirottamento avrebbe potuto fermare i successivi, bloccando gh altri aerei con i caccia. Sullo sfondo di queste rivelazioni è scoppiato anche lo scandalo dell'ex consighere di Clinton Sandy Berger, che ha ammesso di aver preso «per errore» alcuni documenti segreti proprio per prepararsi alla testimonianza davanti alla Commissione. Berger si è dimesso da consijliere della campagna di Kerry, che la accusato la Casa Bianca di aver diffuso la notizia per distogliere l'attenzione dal rapporto sull'll settembre. Lo speaker repubblicano della Camera, Hastert, ha già detto che «Clinton aveva avuto otto anni per fermare Al Qaeda, e Bush solo otto mesi». I democratici hanno risposto che Bush aveva ricevuto gli avvertimenti sugli attentati imminenti, in particolare nel briefing della Cia del 6 agosto 2001. Da qui a novembre gh americani dovranno decidere chi ha ragione.