Arresti domiciliari per Jannuzzi di Lino Jannuzzi
Arresti domiciliari per Jannuzzi IL PARLAMENTARE GIORNALISTA CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA Arresti domiciliari per Jannuzzi Solo di sera, prima potrà lavorare in Senato MILANO Ci sono detenuti che ci metterebbero la firma: agli arresti domiciliari ma con la possibilità di uscire di casa dalle 8 del mattino alle 7 di sera «per provvedere alle proprie esigenze di vita e di cura» nonché «per espletare il proprio mandato». Ma quando il protagonista di un provvedimento del genere è un senatore di Forza Itaha e un giornalista di lungo corso còme Lino Jannuzzi, le cose si compheano. E il provvedimento, emesso ieri dai giudici del tribunale di Sorveghanza di Milano, compilato chiaramente nel tentativo di favorire al massimo, pur neUe rigide maghe della legge, l'attività parlamentare del condannato (per diffamazione), si trasforma in un boomerang. Per i magistrati, ovviamente. Che, attaccati da parlamentari di destra e di sinistra, si vedono definire come «grottesco», «ridicolo» o «pazzesco» il loro provvedimento. I coUeghi di Jannuzzi vedono infatti nella decisione un tentativo assurdo di voler limitare in un rigido orario di «lavoro» un'attività, come quella politica, per sua natura refrattaria a ogni imbrigliamento. E più in generale un «tentativo d'intimidazione» per l'attività giomahstica svolta dal senatore. Eppure, con la loro ordinanza, i magistrati hanno aderito a una specifica richiesta degh avvocati difensori di Jannuzzi, i quah chiedevano che al senatoregiornalista venissero concessi proprio i docimiciliari, con ampi margini di movimento, in sostituzione della misura di affidamento ai servizi sociali, proposta dallo stesso tribunale. Non solo: la sentenza del tribunale di Sorveghanza lombardo, che ha avuto T'ultima parola su una vicenda tutta napoletana grazie a un'ultima condanna per Jannuzzi (con pena solo pecuniaria) del tribunale di Monza, ha ribaltato completamente quanto invece avevano auspicato i loro coUeghi di Napoli: e cioè che il giornalista finisse direttamente in carcere per scontare un cumulo pena pari, per tre condanne - due relative all'omes¬ so controllo di notizia quando, più di dieci anni fa, Jannuzzi era direttore di un quotidiano campano, una per una causa deh'ex coUega Pasquale Nonno - a due anni, cinque mesi e 10 giorni di reclusione. Non è un caso infatti che contestualmente gh stessi giudici abbiano soUevato un conflitto positivo di competenza territoriale contro Napoh che non ha trasmesso a Milano gh atti del caso dopo il provvedimento di cumulo emesso dalla procura di Monza, rimandando alla Cassazione la decisione finale. Nel provvedimento, ispirato alle richieste del sostituto pg Edmondo Bruti Liberati, i giudici scrivono che «Jannuzzi è persona fermamente convinta delle proprie opinioni e adusa a non ritrattare ciò che ha scritto o pensato nel passato. Tale atteggiamento - sottolineano oltre che avergli determinato seri e concreti fastidi nella quarantennale attività di giornalista ha anche portato a una sorta di "braccio di ferro" con l'autorità giudiziaria sotto il più specifico profilo del fermo rifiuto opposto all'esecutività delle sentenze di condanna che si sono susseguite nel tempo a suo carico». [p.col.] Il senatore Lino Jannuzzi
Persone citate: Edmondo Bruti Liberati, Jannuzzi, Lino Jannuzzi
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