Starace e Volandri, la strana coppia del tennis di Stefano Semeraro

Starace e Volandri, la strana coppia del tennis DOPO IL 5-0 Al BULGARI CI ASPETTANO I POLACCHI: PER GLI AZZURRI E' VICINO IL RITORNO IN SERIE B Starace e Volandri, la strana coppia del tennis Gli alfieri della Davis hanno ridato entusiasmo a una disciplina in sofferenza Stefano Semeraro TERAMO Da luglio a settembre. Del 2004: ieri abbiamo definitivamente sepolto i bulgari sotto un 5-0 quasi imbarazzante, in autunno d aspettano i polacchi, in palio il ritomo nella serie B di Coppa Davis. Da luglio asettembre. Del 1981, anno mirabile: il 14 luglio è nato Potito Starace, il 5 settembre Filippo Volandri. Sono loro che, come ha profetizzato capitan Barazzutti, dovranno tornare a far parlare di tennis gh italiani. Filippo è livornese, e sembra un nordico: capelli biondi, corti, occhi azzurri, il busto un po' rigido che gh regala movimenti quasi da cestista: come zio Vatteroni, imo dei grandi della Ignis anni 60. Potito è alto, magro, gli occhi profondi, un po' orientali, i capelli neri e lunghi raccolti da un codino. Un guaghone sottile e grande come una vela. Tutti e due erano partiti forte da cucdoli: campione europeo under 16 Volandri, vindtorea 12anni della Coppa Lambertenghi Starace. Poi hanno rallentato, stentando per qualche tempo a trovare il passo. Cucire senza dolore a mondo juniores a quello dei «prò» è sempre stata un'arte diffidle, pernoiitaliani. Molti in quell'orlo si sono persi. Filippo e Potito no. Merito loro, e di chi ha saputo sorreggerli, recuperarli. Filippo ha trovato la strada per primo, affidandosi al maestro di sempre, Fabrizio Fanucd. Fra 2003 e 2004 «Filo» ha cambiato marcia, da numero 154 del mondo è passato al 42 dello scorso marzo. Quarti a Monte-Carlo e a Roma la stagione passata, la prima vittoria Atp a St.Polten in questa. Doveva confermarsi, lo ha fatto. Potito è arrivato a traino. Tonino Zugarelh, l'ex-davisman azzurro, lo ha curato e sbozzato, lanciato, Fanucd e Umberto Rianna lo hanno raccolto in corsa à marzo, dopo l'ennesimo infortunio, quando la vela-Potito ha ini¬ ziato a prendere il vento giusto: vittoria nei Challenger dì Sanremo e Sassuolo, terzo, turno a Parigi, semifinali nell'Atp di Bastad. E' arrivato al debutto in Davis di Teramo da numero 117 del móndo e Rianna, il coach che già lo aveva seguito anni fa al college federale di Cesenatico come responsabile degli under 14, mette le mani avanti: «Di rivalità fra Starace e Volandri non parlerei proprio. Anche perché Filippo, a differenza dì Poto, ha già vinto un torneo Atp, è già entrato nei primi 50. E ì punti non li ha certo comprati al supermercato». i Rivalità no. Dualismo sì. Perché d vogliono sempre due poh per creare tensione. La tensione giusta, la tensione buona: Borg e McEnroe, Panatta e Barazzutti. Anche se Poto e Filo, non sono certo Bartali e Coppi Tolti i colori e ì gesti, in fondo d assomighano. Fanno rumore solo quando non li senti, quando stanno fra amici. Sono due bravi ragazzi, legati alla famiglia, che d allenano duro e sognano con moderazione. Misurano le parole, d fanno voler bene. E sì allenano anche insieme, nella stessa struttura, la Florence Academy dì Fanucd che pare diventata l'Università dd tennis Italiano. Filippo più freddo, Potito più guascone, ma senza esagerare. Volandri più «spagnolo» nel gioco, esplosivo e solido da fondocampo, tanto rovescio ma poco servizio. Starace più potente alla battuta, con il diritto che fa già male ma il rovescio da limare. «Filo» che ha legato con Carlos Moya, Poto che d è guadagnato i complimenti dì Roger Federar. Uno che forse scalpita, d sente già leader e morde il freno per il boom dell'altro; l'altro che di essere arrivato lì, con tutti i microfoni e i taccuini spianati davanti, forse ancora non d crede. Filippo che tifa Milan, Potito che stravede per il Napoli, tutti e due che sognano di vincere a Parigi. Hanno già capito che il tennis è un recinto grande e bello, ma che starci dentro non è facile, che la Davis per l'Italia è una torta dolce ma spesso inzuppata nel veleno. Devono ancora convincerai che non d può coltivare un futuro solo sull'amata terra battuta, che nel tennis dì oggi bisogna saper osare anche sul cemento, sulle superfid indoor. E' quello l'esame che devono passare, «Poto» e «Filo», per trasformard da cadetti in moschettieri veri. Potito Starace, 23. anni oggi

Luoghi citati: Cesenatico, Italia, Parigi, Roma, Sanremo, Sassuolo, Teramo