Armstrong e Basso, stelle dei Pirenei di Giorgio Viberti

Armstrong e Basso, stelle dei Pirenei AL TOUR VOECKLER RESTA LEADER PER UN SOFFIO, HAMILTON KO, SIMONI HA NOSTALGIA DI CASA Armstrong e Basso, stelle dei Pirenei Rivincita del texano: «Ma con lui sarà dura fino a Parigi» Giorgio Viberti Nella seconda giornata sui Pirenei tutto è andato come il giorno prima. O quasi. Sulle prime montagne vere del Tour, Lance Armstrong e Ivan Basso hanno dominato in coppia, scambiandosi ieri le posizioni all'arrivo rispetto a venerdì. Due giorni fa a La Mongie aveva vinto il 26enne varesino davanti all'americano, ieri il 32enne yankee si è ripreso la ribalta precedendo l'italiano della Csc sul Plateau de Belile. Invertendo gb addendi, la somma non cambia. Restano loro i signori della Grande Boucle alla vigilia dell'ultima settimana, in attesa della conferma da martedì sulle Alpi dopo l'odierna interlocutoria Carcassonne-Nimes e l'ultimo giorno di riposo previsto per domani. In testa alla classifica generale del Tour è rimasto ancora aggrappato, per una manciata di secondi, il giovane francese Thomas Voeckler, encomiabile e generoso malgrado sia ormai una vittima predestmata in vista delle salite alpine che attendono la Grande Boucle. Subito alle sue spalle gli alitano sul collo il robocop americano {2") e l'italiano (30). Ma se per Armstrong, vincitore degli ultimi 5 Tour e a caccia del sesto sigillo mai riuscito a nessuno, la conferma nell'elite era assolutamente prevista, l'exploit di Basso - ben più matteso - fa il pari con l'impresa rosa al Giro d Italia dell'astro nascente Damiano Cunego. «Sto molto bene, mi rivedrete davanti anche nei prossimi giorni sulle Alpi» ha detto ieri il varesino dopo il traguardo. E' quanto teme anche Armstrong: «Sapevo, che Basso sarebbe stato un avversario pericoloso. Sta pedalando forte e noi della Us Postai lo prendiamo molto sul serio». A questo punto è proprio il varesino l'avversario principale del texano, dal quale accusa in classifica poco più di un minuto. Gli altri big della vigilia, invece, sono affondati o comunque molto lontani nella generale. La tappa di ieri, da Lannemezan al Plateau de Belile dove nel '98 fece l'impresa Pantani che avrebbe poi vinto quel Tour, era particolarmente temuta per l'arri¬ vo in quota ma anche per i sette Gpm previsti lungo il tormentato percorso. E infatti hanno quasi subito abbandonato il russo Menchov (che era stato 70 il giorno prima a La Mongfie) e soprattutto l'americano Hamilton e lo spagnolo Zubeldia, rispettivamente 40 e 50 nel Tour dell'anno scorso. Poco dopo è stato l'altro iberico Iban Mayo (60 nel 2003) a scendere dalla bicicletta, convìnto poi a continuare il calvario soltanto dalle preghiere del suo direttore sportivo e dall'incoraggiamento dei tanti tifosi baschi come lui, accor¬ si in massa lungo le strade pirenaiche. Lo spagnolo è però giunto al traguardo con quasi 38' di ritardo, preceduto anche da velocisti come Hondo, Zanini e Zabel. Né molto meglio è andata al connazionale Heras, lui pure fra i più gettonati della vigiba ma arrivato m vetta a 21 '35". Sul traguardo ha pagato dazio anche il tedesco Jan Ullrich, defilatosi dai migliori a una decina di km dall'arrivo e giunto infine sesto con 2'42'' dalla coppia Armstrong-Basso, battuto anche da Totschnig, Kloden (suo compagno di squadra) e Mancebo. Fra gli italiani, a parte Basso, se l'è cavata bene Caucchioli (nono a 2'51 "), ha cercato di difendersi Scarponi, staccatosi soltanto lungo l'ultima salita (30o a 9'39"), mentre ha patito ancora Simoni (IO0 a 3^3") che poi sul traguardo è parso demoralizzato e deluso: «H Tour non mi piace e spero di non tornarci mai più. La mia corsa è stata segnata fin dall'inizio - ha detto il trentino, riferendosi alla penalizzazione assegnatagli nella crono a squadre valida come 4a tappa -. La mia prestazione è stata condizionata anche dai giudici. Armstrong? Incute timore e nessuno osa attaccarlo». Chissà che non ci voghe provare proprio Basso, che dopo essere stato battuto ieri allo sprint non ha più alcun debito di riconoscenza verso l'americano, apparso invece molto arrendevole il giorno prima nella volata vinta dal varesino. Ora i due sono alla pari. In fondo nemmeno Cunego pareva poter vincere il Giro. E invece... ■I Armstrong precede Basso: nella 2a tappa pirenaica i protagonisti sono stati ancora loro, ma l'ordine d'arrivo si è invertito

Luoghi citati: Italia, Parigi