Bossi: oggi deciderò se lasciare il governo

Bossi: oggi deciderò se lasciare il governo VISITA A SORPRESA IERI SERA IN OSPEDALE, PRESENTE ANCHE TREMONTI Bossi: oggi deciderò se lasciare il governo Incontro con Berlusconi: «Garanzie sul federalismo o non votiamo le pensioni» Fabio Potetti MILANO Il ministro per le riforme Umberto Bossi potrebbe decidere oggi di lasciare il governo ed optare per il seggio a Strasburgo, aprendo nella maggioranza una crisi difficilmente risolvibile. La possibilità, rilanciata per tutta la giornata di ieri dai collaboratori del Senatur, è stata confermata dallo stesso Bossi a Berlusconi durante una visita a sorpresa che il presidente del Consiglio - forse desideroso di incontrare per la prima volta dopo l'infarto uno dei suoi principali alleati, ma sicuramente anche allarmato dalle minacce di dimissioni - ha fatto ieri sera al leader della Lega ricoverato nell'ospedale di Lugano. Nella stanza di Bossi, Berlusconi ha trovato anche l'ex ministro dell'Economia Tremonti. Il presidente del Consiglio, parlando più tardi con i suoi collaboratori, si è detto sorpreso del prodigioso recupero del leader della Lega: è ancora costretto a stare seduto, si muove con fatica, ma la lucidità e la fermezza sono quelle di una volta. Ed è proprio con grande fermezza che Bossi ha confermato a Berlusconi che entro stasera deciderà se lasciare il governo. La condizione per restare - ha spiegato - è che gli vengano fomite ampie garanzie sull'approvazione della legge sul federalismo. In caso contrario^oltre allesu©dimissioni, IS liega voterà contro làriforma delle pensioni, con pesanti ripercussioni.non solo nella maggioranza, ma anche nella tenuta ~déiconti pubblici. Bossi ha ribadito al premier di essere contrario alla nomina di Siniscalco all'Economia e si è lamentato di non esserne stato informato nella -aa» telefonata fatta al premier giovedì scorso. «Nemmeno Tremonti lo sapeva», ha aggiunto. E ha spiegato i suoi dubbi a Berlusconi, nati dal fatto che anche Fini ha accompagnato il premier al Quirinale per annunciare al Presidente il nome del sostituto di Tremonti. Niente di personale nei confronti di Siniscalco, ma quello che temo - è stato il ragionamento di Bossi - è che il nuovo ministro conceda a Fini cose che Tremonti non gli ha voluto dare, non solo in termini di collegialità nelle scelte economiche del governo, ma anche in relazione ai programmi e agli obiettivi della Lega. Che Bossi fosse tornato in campo lo si era capito già nel pomeriggio di ieri, quando improvvisamente c'è stato imo stop alle dichiarazioni dei leghisti e i telefonini di tutti i leader del Carroccio sono stati improvvisamente staccati. «La scelta è sua, noi ci adegueremo», aveva fatto sapere il capogruppo alla Camera, Alessandro Ce, dopo una giornata in cui sembrava cosa fatta, dopo quell'annuncio di mezzogiorno di Giancarlo Giorgetti, l'unico a stretto contatto con il Capo in clinica a Lugano. «Bossi sta valutando proprio in queste ore. Entro sera deciderà», aveva detto Giorgetti, dopo che sulla prima pagina della «Padania» era uscito quel titolo «Onnai è chiaro, ritoma Roma ladrorfaceva preeagHe-un addie» senza ripensamenti. E invece bisogna aspettare ancora yentiquattro .ore. Almeno sulla carta»Bossi-ha.tempo fihóa lunedì, per decufere'se accèCtà^ re l'incarico al Parlamento europeo chiudendosi definitivamente la porta alle spalle del governo, visto che le due cariche sono incompatibili. , E lunedì, ore 11, in via Bellerio a Milano, si riunisce il Consiglio federale della Lega, la direzione del partito che deve tirare le somme su tutto, sull'addio di Tremonti, sulla nomina di Siniscalco, sulle dimissioni di Bossi da ministro delle Riforme e su una eventuale sostituzione tutta leghista - in pole position ci sarebbe Roberto Calderoli - sempre che il Carroccio decida di andare avanti con Silvio Berlusconi. Cosa che sono in molti a dubitare. «Senza Bossi dove va Berlusconi? Se ci fosse stato lui, Tremonti non lo avrebbero fatto fuori... Lunedì, lunedì discutiamo su tutto», non vuole anticipare nulla Roberto Cota, segretario della Lega Nord Piemont, uno dei componenti della direzione del jartito a cui virtualmente - basterebDe una telefonata, basterebbe un minuto, basterebbe il suo «dentro tutti, fuori tutti» - potrebbe partecipare anche Umberto Bossi. Il borsino della pohtica penderebbe per il «fuori tutti». Ma non è la prima volta che la Lega si rimangia a sera quello che dice al mattino. Ieri è successo con Francesco Speroni. Alle 13, in una dichiarazione all'Ansa, il capo di Gabinetto del ministro delle Riforme fa sapere che se Bossi esce dal governo «Berlusconi potrebbe prendere a capo direttamente l'incarico, senza interim, visto che Bossi è ministro delegato del premier». Tre ore dopo a confMmare che il Senatur era nel frattemte tornato in campo, all'agenzia ApCptìi dice l'esatto contrario: «Se Bossi sitava, ^possibile che la Lega indichi un aTtro home per quel ministero e il consiglio federale di lunedì potrebbe discutere anche questo. Ci sono tanti nomi che potrebbero assumere quell'incarico, uno è Roberto Calderoli». I ministri leghisti Roberto Castelli e Roberto Maroni LA FORZA DEL CARROCCIO NEGLI ANNI EUROPEE 2004

Luoghi citati: Milano, Roma, Strasburgo