Una vita da prima classe

Una vita da prima classe Una vita da prima classe Da Genova a New York, questione d'elite NEGLI anni fra le due guerre, i viaggi transoceanici erano molto differenti dalle crociere attuah» dice l'ingegnere Francesco Scotto, ligure, già all'Italia Navigazione e alla Costa, studioso dei transatlantici e della loro epoca. E' un viaggio nel passato, quello che cominciamo. Un viaggio che ci porta in anni in cui il mondo era palesemente suddiviso in caste; in cui le navi che affrontavano gli oceani erano un piccolo mondo che rispettava gli equilibri di quello più grande, dividendo l'orizzonte in tre spicchi, il più ampio dei quah era destinato alla prima classe. Scendiamo, dunque, nei saloni di prima classe. «I passeggeri della prima facevano parte della classe emergente per cariche ricoperte, per censo e per nobiltà. Poi c'erano ì grandi giornalisti resi celebri dai loro racconti di viaggio, gli artisti in cerca d'impressioni, i grandi dignitari dello Stato, i diplomatici, i militari, i cantanti lirici, i grandi musicisti e - non ultimi - i rampolli dell'alta società, che compivano viaggi d'istruzione, i master di allora. Ognuno di questi personaggi era spesso accompagnato da una o più famigli, o da altri in funzione di segretario, attendente, istruttore, cameriere privato, chaperon, sistemati a seconda dei casi anche in altre classi». La crème dei passeggeri poteva usufruire di spazi unici. «La prima classe di una nave era progettata a quei tempi come un albergo di lusso itinerante. E come tale, poche e rituah erano le occasioni di svago: il ballo, la musica, il gioco delle carte, il tiro al piattello. Solo qualche nave aveva una piccola palestra per la scherma e la ginnastica. Rare le piscine, che comparvero più tardi. Nelle lunghe giornate della traversata oceanica, dunque, il gioco delle carte, la lettura e la conversazione erano le occupazioni più interessanti a cui abbandonarsi». Il pranzo e la cena erano, poi, grandi occasioni. «Occasioni me¬ ravigliose per esibire vestiti e acconciature. Ancora meglio i pranzi di gala per mescolare, far conoscere e far chiacchierare i vari passeggeri e inoltre permettere loro di frequentare il comandante e gli alti gradi dello stato maggiore, gli unici esponenti di bordo ammessi in sala pranzo» racconta Scotto. Eleganza, stile. «I camerieri esibivano una livrea speciale e, prima del pranzo, venivano esaminati uno per uno per controllare la loro eleganza e l'immacolatezza dei guanti bianchi. Gli ufficiali di bordo esibivano gradi ed eventuali decorazioni. Il tutto dava un tocco di mondanità inconfondibile, tanto caro alle signore e ai festaioli che frequentavano queste navi». Immaginatevi quelle notti a bordo. «L'eleganza dei vestiti si sposava con la ricchezza dei Imi, dei cristalli di Baccarat e delle porcellane che guarnivano le tavole imbandite I menù esibivano una enorme quantità diportate...». [f.poz.] Per i passeggeri della prima classe c'erano già a disposizione lussuose e avveniristiche piscine

Persone citate: Scotto

Luoghi citati: Genova, Italia, New York