Slitta l'apertura della moschea

Slitta l'apertura della moschea MONCALIERI RINVIO, UFFICIALMENTE, PERCHE' I FEDELI VANNO IN FERIE, MA FORSE MANCANO DOCUMENTI Slitta l'apertura della moschea E sul centro islamico scontro fra Lega e don Marini Giuseppe Legato Slitta l'apertura del centro culturale islamico. «L'80% della comunità araba partirà per le ferie prima del 20 luglio. Aspettiamo il loro rientro e inauguriamo il 19 settembre». Brevi e laconici, i componenti dell'associazione di via Pininf arma hanno ufficializzato, ieri, l'ennesimo rinvio, il secondo in ordine di tempo, dell'attesa apertura del primo centro islamico della cintura sud di Torino. Un valzer delle date che poco si giustifica con l'improvvisa assenza di fedeli e che invece - secondo alcuni - potrebbe trovare ipotesi più percorribili nel mancato completamento di pratiche burocratiche che garantirebbero meno pressioni da parte delle istituzioni. «Solo un motivo numerico - spergiura il futuro presidente Moham- med Elyandouzi - se non ci sono fedeli non ci sono offerte e noi puntiamo molto sull'inaugurazione per raccogliere i fondi necessari all'acquisizione dello stabile». Quasi un s.o.s lanciato in diretta proprio quando l'apertura sembrava imminente con tanto di locali pronti e nuovo statuto per diventare Onlus (associazione senza fini di lucro in soccorso dei poveri): «quasi pronto anche questo» dice il segretario del centro, mimando con le mani un gruzzolo di centinaia di fogli al vaghe di un professionista torinese. Tutto pronto insomma, ma non si apre. Il rinvio, ventilato già nei giorni scorsi, arriva proprio mentre, in città, la Lega annuncia di aver quasi completato la raccolta firme - finora 450 - per richiedere al sindaco un referendum popolare e ingaggia con Don Marini, parro¬ co di Santa Giovanna Antida, ima polemica a distanza dai toni durissimi: «Abbiamo rispetto per tutti i preti cattolici, non per chi pensa che questo ruolo sia una professione che assicura visibilità». Le parole di Arturo Calligaro arrivano dopo l'appello di un mese fa con il quale il parroco invitava i moncalieresi a cogliere questa opportunità di integrazione, mal digerite evidentemente dall'uomo su cui il Carroccio ha puntato durante le ultime elezioni provinciali. «Chi ci garantirà sicurezza? E' chiaro che queste persone incalza Calligaro - stanno aggirando l'ostacolo. Se si trasformeranno in associazione di carità ai poveri (Onlus) sarà chiaro il loro fine di evasione dei controlli». La risposta di don Marini non si fa attendere: «E' un attacco politico portato avanti con provo¬ cazioni da gente che non rispetta le minoranze e strumentalizza paure e luoghi comuni - dice il prete all'ombra dei 35 gradi del cortile della sua parrocchia - un attacco che non ha contenuto e sostanza. Ora forse la gente capirà perché questi partiti sono scomparsi dalla città di Moncalieri». La sua posizione ferma, sull'onda del documento reso noto dal Vaticano un mese fa in materia di apertura alle altre culture religiose, non è cambiata* < ma ribadisco - aggiunge il prete - che la via del condono, scelta da queste persone, non è garanzia di coerenza e serietà della quale chiederò conto a Elyandouzi». La polemica che va in scena dovrebbe essere l'ultimo atto pre-estivo di ima querelle che finora ha visto il Comune abbottonato in un silenzio prudente ma non infinito. La sede del centro islamico di via Plninfarina a Moncalieri

Persone citate: Arturo Calligaro, Calligaro, Elyandouzi, Giuseppe Legato

Luoghi citati: Moncalieri, Torino