Prima fatica, il nuovo Dpef entro una settimana di Alessandro Barbera

Prima fatica, il nuovo Dpef entro una settimana IL NUOVO RESPONSABILE DELL'ECONOMIA DEVE DESTREGGIARSI TRA LE RICHIESTE DI FORZA ITALIA E DEGLI ALLEATI Prima fatica, il nuovo Dpef entro una settimana Come direttore generale del ministero si annuncia la nomina di Bini Smaghi Alessandro Barbera ROMA V^." «La prossima settimana avremo le linee del Dpef», garantiva in mattinata da Bruxelles il sottosegretario Udo Magri. La soluzione Siniscalco, che mette fine al brevissimo interim di Silvio Berlusconi, potrebbe far ripartire la stesura di un documento che alcuni vedevano già slittare a settembre. Prima di questo, per una ironia della sorte, l'ex Direttore generale del Tesoro dovrà però scegliere il proprio successore. Nei grandi corridoi di Via XX settembre ieri sera tutti davano in pole position Lorenzo Bini Smaghi/oggi capo del dipartimento Rapporti intemazionali. Brillante economista, Bini Smaghi è stato l'uomo che ha preparato a Tremonti tutti i dossier per i vertici intemazionali, dai G7 agli Ecofin, e per questo costituirebbe garanzia di continuità per i mercati. Siniscalco dovrà fare tutto in fretta, perché Berlusconi vuole il Dpef prima possibile. Parlando in aula il premier si era «scusato» per il ritardo (il termine di legge sarebbe entro la fine di giugno) e lo aveva promesso già per il prossimo Consiglio dei ministri. L'operazione per il neoministro non sarà semplice, anche se durante la lunga verìfica di maggioranza il «tavolo economico» aveva messo a punto un documento aperto che nei fatti già costituiva una prima bozza. Forza Italia caldeggia ima Finanziaria da 30 miliardi, otto dei quali da destinare ai tagli all'Irpef e quattro all'Irap, mentre l'Udo sembra non voler andare oltre i 21-22 privilegiando per il 2005 i tagli all'Irap e rimandare quelli all'Irpef al 2006. Tutto dipenderà, oltre che dall'accordo fra gli alleati su una manovra comunque pesante, dalle compatibilità finanziarie (i conti non vanno affatto bene) e dalle stime sulla crescita per l'anno prossimo. Ieri il ministero ha rivisto lievemente al ribasso il fabbisogno di maggio (9.578 milioni di euro contro i circa 9.700 della prima stima), che però resta su livelli più che doppi rispetto ai 3.792 milioni di un anno fa. Al Tesoro e alla Ragioneria in questi giorni si stanno facendo diverse simulazioni. Una delle tabelle circolate durante il tavolo prevedeva una crescita nel 2005 intorno al 2,4*^ ed un rapporto deficitPU (tendenziale) attorno al 4,5Vo per il venir meno delle misure una tantum. La correzione del deficit 2005 potrebbe essere pari a un punto di Pil (12-13 miliardi di euro) che riporterebbe l'indebi- tamsnto almeno al 3,4-3,507o, sopra Ja soglia del 30Zo fissata da Maastricht, ma che nel frattempo potrebbe essere rivista. D'altra parte lo stesso premier - e non era stata la prima volta - davanti alla platea dell'Abi aveva definito la soglia del 307o un «moloch» da smitizzare. Ieri, al termine dell'Ecofin informale di Bruxelles pur ribadendo che «lavoriamo per stare sotto al 307o» - Magri è stato ancora più esplicito: «Esistono manovre correttive per portare il tendenziale ai livelli di guardia ed esistono eventualità di oltrepassare il limite temporaneamente a fronte di altri impegni come l'abbassamento del debito». Il sottosegretario sembrava guardare anche ad una eventuale revisione delle attuali regole del Patto: «Le scelte per il prossimo Dpef avverranno all'interno delle regole accettate a livello intemazionale». n Dpef dovrà fare i conti anche con gh enti locali, sul piede di guerra dopo l'approvazione di una manovra con oltre cinque mihardi di tagli alla spesa. E mentre il coordinatore degli assessori al Bilancio Colozzi spegneva i toni della polemica, ieri Siniscalco ha intanto incassato l'apertura di credito del governatore del Piemonte Enzo Ghigo: «Una nomina che accolgo con sincera soddisfazione per un piemontese di scuola e di modi». Anche le banche sono soddisfatte: «una scelta di alto profilo e di grande professionalità», ha detto il presidente dell'Abi Maurizio Sella. Di tutt'altro tono la reazione dei responsabili economici della Margherita e dei Ds: «Qualcuno dovrà spiegare agli italiani perché si è dimesso Giulio Tremonti e perché ci sono volute due settimane per nominare al suo Eosto il suo direttore generale», a detto sarcastico Enrico Letta. E Puerluigi Bersani: «Come dimostra anche la reazione della Lega, tutte le micce rimangono accese secondo gli schemi classici dei governi balneari». Due le ipotesi: tagli . per 30 miliardi oppure per 21-22 (secondo i centristi) Lorenzo Bini Smaghi

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