Prove di «comunltà» in nome dell'Erbaluce di Alessandro Ballesio

Prove di «comunltà» in nome dell'Erbaluce UN PROGETTO PER DARE PIÙ' FORZA Al PAESI DEL VINO TIPICO DELLA ZONA Prove di «comunltà» in nome dell'Erbaluce Alessandro Ballesio I segnali positivi per partire ci sono tutti: il momento è quello buono, con i riflettori puntati su Agliè e San Giorgio per l'enorme successo di «Elisa di Rivombrosa», in più c'è l'appoggio di un sostenitore «pesante» come l'assessorato regionale alla montagna. E gli stessi sindaci dei Comuni «dell'Erbaluce» hanno dato l'ok per un faccia a faccia dove discutere come si fa, nella pratica, a stringere un patto e creare una comunità collinare. Perché è proprio questo che sta per nascere nella striscia di Canavese che comprende, oltre ad Agliè e San Giorgio, anche Cuceglio, San Martino, Torre e Vialfrè, per un totale di quasi diecimila abitanti: una realtà del tutto inedita in Provincia di Torino, se si esclude la comunità «Intorno al lago di Viverone», la prima del territorio che ha tentato questo tipo di strada. L'idea di riunire i paesi che hanno come minimo comune denominatore il vino tipico della zona è nuova, ma sta già raccoghendo consensi fino a ieri insperati. Lo spunto l'hanno offerto, in una riunione con tutti i sindaci interessati dall'iniziativa, due partner insoliti: la cantina sociale del Canavese, che riunisce a Cucegho più di 300 soci e l'agenzia di informazioni Damasio. Che non si tratti di un progetto campato in aria lo dimostra l'interessamento della Regione: «In tutto il Piemonte le comunità sono una cinquantina, invece nella nostra provincia nessuno ancora ha seguito l'esempio di Viverone - ha detto l'assessore alla montagna Roberto VagUo - è essenziale che i Comuni di piccole dimensioni si aggreghino, soltanto così potranno pensare al loro futuro. Ormai per tutti è chiara la difficoltà di essere competitivi nel territorio: riunirsi in comunità significa poter ottenere con maggiore facUità contributi pubblici e migliorare così i servizi destinati alla popolazione». Un'opportunità arriva dalla legge regionale numero 16 del 28 febbraio 2000 che si riferisce alla «tutela e allo sviluppo dei territori e dell'economia collinare». Prevede, proprio come nel caso delle comunità montane, attività integrate che vanno dalla promozione e riqualificazione degli aspetti paesaggistici, storici e architettonici dei diversi paesi all'organizzazione di servizi comuni quali la polizia municipale, il trasporto scolastico, un' unica rete informatica per gestire alcune pratiche degli uffici tecnici. In più c'è un elemento che caratterizza i paesi coinvolti in questo progetto: il vino doc, quell'Erbaluce che avrebbe tutte le carte in regola per diventare il simbolo della nuova comunità collinare e alla quale potrebbe anche prestare il proprio nome. Un punto fermo dal quale partire per promuovere l'immagine di un territorio che sta vivendo un momento «magico» grazie al boom turistico. I sindaci (l'unico dubbio riguarda gli amministratori di Montalenghe che non hanno partecipato all'incontro inaugurale) si sono assunti l'impegno di interessare i propri consigli comunali e di ritrovarsi ancora ima volta perché, come hanno sottolineato, «c'è la volontà di valutare tutti insieme un cammino che vada nella direzione della comunità». Vigneti dell'Erbaluce, Il vino simbolo delle colline del Basso Canavese

Persone citate: Damasio

Luoghi citati: Agliè, Cucegho, Cuceglio, Montalenghe, Piemonte, Torino, Vialfrè, Viverone