Le cosche della 'ndrangheta hanno referenti locali capaci di offrire appoggio logistico per gli omicidi
Le cosche della 'ndrangheta hanno referenti locali capaci di offrire appoggio logistico per gli omicidi LA MAPPA DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA Le cosche della 'ndrangheta hanno referenti locali capaci di offrire appoggio logistico per gli omicidi Claudiòlaugcri Tutti i giorni, ci sono camion che partono dalla Calabria diretti ài Nord. Alcuni arrivano a Torino e nei Comuni deUa cintura. Una sòrta di corriere espresso. Trasportano pacchi, bottiglie d'olio, qualche frutto/ verdura. Puntuali, sicuri. Mai un furto, un inconveniente. Questione di solidarietà. La comunità; calabrese è anche questo, nonostante siano ormai lontani i tempi dell'immigrazione più povera, con sistemazioni precarie e;il bisogno di avere vicino un pezzo della; terra natia per guadagnare serenità. La solidarietà della gente perbene ha consentito a tanti di vivere megho la lontananza da «casa». Ma c'è anche un'altra solidarietà, quella delle consorterie criminali, dei pezzi .di 'ndrangheta schizzati al Nord in cerca di sboc¬ chi per le attività illecite, di ricchezze da «succhiare» per alimentare i traffici di droga e armi. Come è spiegato nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, «i dati delineano un quadro contrassegnato dalla presenza di molteplici "famiglie", 25 cosche, con circa 400 affiliati e fiancheggiatori la cui caratteristica, di notevole spessore delinquenziale, è la forte consistenza di collegamenti operativi intemazionali, i cui terminali si sono rilevati in Canada ed Australia, oltre ai tradizionali territori di riferimento in Sud America». In questo mix di lecito e illecito i carabinieri scavano per trovare indicazioni sul movente dell'omicidio di Giuseppe Gioffré, ammazzato a colpi di pistola davanti alla moghe nel cortile del condominio dove viveva, in via Mezzaluna a San Mauro. Un quartiere d'immigrati. Molti meridionali. E tra loro quasi tutti calabresi. Secondo i dati raccolti dalla Commissione antimafia, «nella zona di Chivasso è attivo il clan guidato da Pietro Ilacqua, che ha ramificazioni in Lombardia, Liguria e Calabria». E ancora: «Pietro Ilacqua era in stretto contatto con la cosca Gioffré di Seminara (Reggio Calabria) e si recava spesso in Calabria per discutere con gh esponenti di tale famiglia», Altri collegamenti tra la periferia di Torino e la Calabria possono diventare spunti per gh investigatori. Sempre dall'Antimafia: «Vi è un gruppo nella zona dell'Eporediese i cui componenti, gli Inzillo ed i Forgione, hanno collegamenti con le famiglie calabresi Alvaro e Mane uso». Già, Alvaro, lo stesso cognome del giovane ucciso 40 anni fa da Gioffré. Una coincidenza, forse. Ma gli investigatori dovranno valutare anche questo elemento. Sarà difficile districarsi fra i vari «rami» delle «famighe» calabresi, sfrondando i «rami» accomunati soltanto da origini lontane, ma ormai ridotti soltanto a omonimi. Di certo', l'omicidio di Giuseppe Gioffré è stato «preparato» nel Torinese. La «Uno» bianca utilizzata dai killer è stata rubata nel capoluogo piemontese il 24 giugno, segno che all'epoca il dehtto era già stato «commissionato». Pure il fucile a canne mozze trovato nell'auto abbandonata (e bruciata) era stato rubato nel Torinese. E con ogni probabilità, una «staffetta» ha anche studiato abitudini e orari della vita di Gioffré. Qualcuno che potesse muoversi nella zona senza insospettire. Magari qualcuno che abita poco distante o comunque frequentatore abituale di via Mezzaluna. Un appoggio logistico prestato a una cosca per regolare uno «sgarro». O anche soltanto una vendetta. Ma con il marchio della 'ndrangheta.
Persone citate: Forgione, Giuseppe Gioffré, Inzillo, Mane, Pietro Ilacqua
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