LUlivo all'attacco, «si apra la crisi»

LUlivo all'attacco, «si apra la crisi» RUTELLI: «SE NON CE LA FATE A GOVERNARE, MEGLIO LASCIARE LA PAROLA AL POPOLO» LUlivo all'attacco, «si apra la crisi» Fassino: la maggioranza non c'è più, prendetene atto ROMA Le prove generali c'erano state mezz'ora prima: da sinistra si erano alzati puntuali e ripetuti applausi di scherno ogniqualvolta Silvio Berlusconi aveva elogiato Giulio Tremonti. E cosi, come se le parole pesanti si fossero via via logorate, anche Piero Fassino per la prima volta ha scelto la cifra dell'ironia per attaccare il presidente del Consiglio durante il dibattito a Montecitorio: «Lei ci ha presentato il suo viaggio a Bruxelles come se fosse andato all'Ecofin a ricevere un premio...», ha detto Fassino, suscitando un sorriso istintivo in Massimo D'Alema che era seduto a suo fianco. E ancora: «Lei, presidente Berlusconi ha sicuramente una professionalità, ce l'ha in un campo specifico nel quale ha speso molta parte della sua vita: lei è un grande professionista della pubblicità e glielo dico senza ironia, ma come riconoscimento...». Sui banchi del govemo Silvio Berlusconi sorride, mcassando con stile, pur immaginando il sarcasmo che sta per arrivare. E che infatti arriva: «Presidente - insiste Fassino - governare un Paese non è come confezionare uno spot pubblicitario. La pubblicità è assertiva, deve dimostrare che il prodotto reclamizzato è il migliore al mondò ed è giusto che sia così...». L'azzurro, l'ex pm Francesco Nitto Palma interrompe Fassino: «E' dolus bonus...». E Fassino conclude: «Ma l'Italia non è un detersivo, né un sofficino!». E terminando il suo discorso il segretario Ds ha invitato Berlusconi a «prendere atto» della crisi ma non ha chiesto elezioni anticipate, a differenza di quanto aveva fatto qualche minuto prima il presidente della Margherita Francesco Rutelli, che aveva detto esplicitamente: «Ce la 'fate o no a governare il Paese? Sbrigatevi a dimostrarlo, altrimenti piuttosto che continuare con que¬ sta agonia, sarà megho lasciare la parola al popolo!». Ma su un punto Fassino, Rutelli e gli altri .eader deh'opposizione intervenuti a Montecitorio - Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto, Enrico Boselli, Alfonso Pecoraro Scanio, Clemente Mastella si sono detti d'accordo: il governo è in crisi e Berlusconi dovrebbe rimettere il suo mandato nelle mani del capo dello Stato. In un passaggio così difficile per la maggioranza, l'opposizione è sostanzialmente unita an¬ che se non mancano sfumature e differenze tra i leader. Sferzante, ironico, analitico nel denunciare l'entità del deficit pùbbhco, Piero Fassino ha deciso di stare molto attento a non apparire come uno "sfascista", come un assertore del tanto peggio, tanto megho. Ma il leader Ds, anche se nonio dice pubblio annerite, è convìnto che la crisi aperta nella Casa delle libertà sia molto profonda e che l'ipotesi di elezioni anticipate sia tutt'altro che peregrina. Fassino non esclude che aUa fine possa essere proprio Berlusconi ad andare verso uno scioglimento anticipato e dunque per il momento il segretario ds non caldeggia uno scenario che negli ultimi anni non ha mai portato molto bene a chi lo ha evocato, dal presidente francese Chirac agli stessi progressisti italiani che, sicuri di vincere le elezioni, nel 1994 non ostacolarono lo scioglimento delle Camere che portò poi alla prima grande vittoria di Berlusconi. Naturalmente il differente approccio lessicale tra Fassino e Rutelli non significa che i due non abbiano la stessa sensazione, circa la possibilità che la resa dei conti pohtica possa essere anticipata al 2005. Da questo punto di vista è significativo l'intervento che si era preparato Piero Fassino, intessuto di sarcasmo ma incardinato sulla denuncia di dati allarmanti: «Lei, presidente Berlusconi, sa bene che la cifra su cui si è impegnato davanti all'Ecofin non basterà e per rimettere i conti a posto nel 2004 serviranno 20.000 miliardi di vecchie lire! E per mantenere i conti in equilibrio nel 2005 dovrà fare un'operazione di altri 40.000 miliardi di vecchie lire!». E ancora: «In conclusione, nell'arco di un anno e mezzo, per onorare la parola data e nel òasòì volesse realizzare l'insensata riduzione delle tasse, serviranno 80.000 miliardi!». [f. mar.] Il segretario dei Ds, Piero Fassino L'intervento del leader della Margherita, Francesco Rutelli

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