Violenze in caserma, poliziotti a giudizio

Violenze in caserma, poliziotti a giudizio NAPOLI, L'INCHIESTA SUGLI SCONTRI DEL GLOBAL FORUM Violenze in caserma, poliziotti a giudizio «Credibili le dichiarazioni dei ragazzi». 1 legali degli agenti: ignorate le prove Mariella Cirillo NAPOLI Abusi e violenze nella caserma Raniero dove i ragazzi che manifestarono contro il Global Forum di Napoli furono portati dopo gh scontri che incendiarono la piazza il 17 marzo del 2001. Per il giudice per le udienze preliminari, Maria Picardi, le denunce sono fondate: dopo sette ore di Camera di consiglio ha disposto ieri il rinvio a giudizio di tutti i 31 poliziotti indagati, compresi due funzionari in servizio quel giorno, ritenendo credibili le dichiarazioni dei manifestanti. Pesanti le accuse: dal sequestro di persona all'abuso di atti di ufficio, alla violenza privata, alle lesioni, al falso ideologico. Soltanto per cinque agenti non sono state accolte interamente le richieste della Procura. Tra gh imputati anche i due funzionari Fabio Ciccimarra e Carlo Solimene che diressero i servizi alla Raniero. Prossi¬ ma scadenza il 14 dicembre, data in cui è stata fissata la prima udienza del dibattimento. Si è conclusa così la prima fase di un procedimento che ha generato aspre polemiche, fino allo scontro istituzionale: tre anni di veleni, di ricorsi, con spaccature all'interno del mondo giudiziario e della pohtica. Al vaghe del giudice le ricostruzioni fomite dai ragazzi che denunciarono di essere stati prelevati con la forza dagli ospedali dove erano andati a farsi curare dopo gli incidenti, «condotti alla caserma Raniero senza alcuna valida giustificazione - ha sostenuto l'accusa - per poi essere sottoposti a gravi maltrattamenti, ingiustificate perquisizioni personali e a gratuite mortificazioni». Per i rinvìi a giudizio di ieri il procuratore aggiunto Paolo Mancuso parla di «decisione importante», mentre i difensori sostengono die sono state ignorate le prove e si è dato peso solo alle ricostruzioni fomite dai manifestanti. Soddi¬ sfazione da parte dei No global. Il portavoce dei Disobbedienti campani Francesco Caruso giudica il pronunciamento del gup «l'ulteriore dimostrazione del fatto che il 17 marzo 2001 il movimento e' stato vittima di una violenza cieca e brutale da parte delle forze dell'ordine quel giorno in piazza e nella caserma Raniero». L'inchiesta ha preso il via dagli incidenti del 17 marzo 2001. In piazza oltre seimila No global tentarono di sfondare il cordone della zona rossa organizzato davanti a Palazzo Reale dove erano riuniti i delegati del terzo Global Forum sull'e-govemment. Al termine degh scontri tra manifestanti e polizia, 80 persone furono accompagnate per accertamenti alla caserma Raniero di Napoli. Tra le ipotesi di reato avanzate contro di loro danneggiamento, resistenza a pubbhco ufficiale, detenzione di arma impropria e oltraggio. Ma i ragazzi portati lì denunciarono maltrattamenti e violenze gratuite da parte delle forze dell'ordine: verbali diventati la base dell'inchiesta. Un anno più tardi, i primi provvedimenti: otto ordinanze di custodia cautelare a carico di poliziotti e dei due funzionari in servizio alla Raniero, furono emessi il 26 aprile 2002 dal gip Isabella laselli. Scattò la rivolta: decine di agenti, ammanettati tra loro, in segno di solidarietà formarono una catena umana intomo alla Questura, impedendo per alcune ore l'esecuzione delle ordinanze. Ma l'indagine si allargò fino ad un centinaio di indagati, con 87 parti offese. E quando il Riesame prima, a maggio del 2002, e la Cassazione poi, a dicembre dello stesso anno, furono chiamati a pronunciarsi sulla successiva scarcerazione dei poliziotti, pur accogliendo la tesi dei difensori riconobbero che alla Raniero vi fu una violazione dei diritti della persona e che le accuse di violenza non erano infondate.

Persone citate: Carlo Solimene, Fabio Ciccimarra, Francesco Caruso, Maria Picardi, Mariella Cirillo, Paolo Mancuso

Luoghi citati: Napoli