Quando volevano comprare Lo Bello

Quando volevano comprare Lo Bello LE GRANDI TENTAZIONI DEI FISCHIETTI: DALLO SCANDALO DEI ROLEX AL CAVALLO MARCHIATO PERUGIA Quando volevano comprare Lo Bello VIAGGIO indiscreto nelle «grandi tentazioni». Prima di Gabriele e Palanca, cui spetta il non invidiabile record di essere stati sospesi nel pieno della camera, parecchi arbitri sono balzati agli onori della cronaca per fischi fuori ordinanza. Non sempre si è trattato di casi clamorosi, sovente il tentativo di carpire la benevolenza di una categoria così strategica è stata bloccata sul nascere. Nel 1999 l'intera classe arbitrale venne sputtanata dalla vicenda dei Rolex: d'oro ai designatoli, d'argento alla loro truppa. La Roma li aveva regalati per le festività natalizie. Il caso finì in prima pagina e la procura di Torino avviò un'indagine, poi trasferita aRoma. Finì con la restituzione del ((malloppo», senza conseguenze per i direttori di gara e i loro superiori, e anche per Sensi che aveva sponsorizzato l'idea. Nel '93 Emanuele Senzacqua, arbitro marchigiano, finì sotto inchiesta per una «compravendita» insohta: galeotto un cavallo prelevato dalla scuderia di Luciano Gaucci, presidente del Perugia. Senzacqua se la cavò con il ritiro della tessera. Pagò la società umbra, cui nonostante una sollevazione di piazza dei tifosi fu annullata la promozione in serie B. Gaucci venne condannato per illecito sportivo e inibito per tre anni (sanzione poi estesa fino al 30 aprile '97 per una successiva squalifica). Ma dopo pochi mesi l'allora presidente federale Vincenzo Matarrese, lo stesso che oggi invoca «chiarezza e pulizia», lo graziò. I fischietti passarono indenni nel primo terremoto del calcio scommesse del 1980 (quello delle manette e delle maxisqualifiche ad Albertosi, Giordano, Wilson, Manfredonia e Paolo Rossi) e, sei anni dopo, nel successivo scandalo che portò alle penalizzazioni di Udinese, Lazio, Perugia e Fog^a. In serie A i casi che hanno fatto epoca restano quelh di Vittorio Pera e Ugo Scaramella. Si deve risalire a molti-anni fa. Il primo fu radiato per le accuse del Novara dopo il match con la Roma nel 1949-50: con alcuni colleghi delle serie inferiori, fu accertato che Pera comandava un'organizzazione dedita all'alterazione dei risultati. Stesso provvedimento per Scaramella 5 anni dopo, ritenuto destinatario di tre assegni (totale 1,7 milioni di lire) versati al cognato dal vicepresidente del Catania, poi squalificato con la società retrocessa in B al termine del campionato 1954-55. Nel '63 cercarono di corrompere anche il mitico Concetto Lo Bello, che denunciò l'accaduto : il segretario del Palermo, Totò Villardo, gli aveva offerto 5 milioni per favorire 0 pari tra Cosenza e Bari: il diligente fu radiato, il Palermo multato. Peggio sembra andare nel resto del mondo. L'ultimo campionato portoghese, ad esempio, ba portato in carcere il presidente della Lega lusitana, Valentim Loureiro e quello del coUegio arbitrale della federcalcio. Tre arbitri sono stati sospesi. Per partite ((truccate» 9 fischietti sono stati arrestati a giugno in Sud Africa. Inchieste analoghe sono scattate a maggio in Israele e in Estremo Oriente (Malaysia, Singapore e Vietnam). InserieAicasi che hanno fatto epoca restano quelli di Pera e Scaramella, entrambi radiati per aver intascato soldi manipolando i risultati Concetto Lo Bello denunciò il caso