Calcio scommesse: due arbìtri tra gli indagati di Fulvio Milone

Calcio scommesse: due arbìtri tra gli indagati NELL'INCHIESTA DI NAPOLI 14 NUOVI NOMI. CHIAMATA IN CAUSA LA GEA CHE ANNUNCIA QUERELE Calcio scommesse: due arbìtri tra gli indagati Palanca e Gabriele avrebbero favorito la promozione del Messina. Subito sospesi Fulvio Milone NAPOLI Anche due «fischietti» avrebbero partecipato al banchetto del calcio-scommesse. L'inchiesta condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice si arricchisce di mi nuovo filone. L'elenco degli indagati si allunga di 14 nomi, fra cui quelli degli arbitri Luca Palanca e Marco Gabriele. I magistrati li sospettano di aver favorito in più di un'occasione il Messina, una delle squadre promosse quest'anno in A: anch'essi, insomma, sarebbero inseriti in «una stabile rete di collegamento fra addetti ai lavori nel mondo del calcio, che operano al fine di condizionare alcune partite consentendo di scommettere ingenti somme di danaro, anche in modo clandestino», ma anche per alterare le classifiche in zona salvezza nell'ultimo campionato. Ma le sorprese non finiscono qui: fra i 14 nuovi indagati, assieme a giocatori di scarsa fama che avrebbero arrotondato lo stipendio con il calcio-scommesse, fanno la loro comparsa il presidente e il vice presidente del Modena, Romano Amadei e Doriano Tosi. Identificato anche il presunto regista dell'oi^anizzazione: sarebbe Nicola Salerno, direttore sportivo del Cagliari, di cui è anche responsabile per il mercato dei calciatori. Sarebbe lui, sostengono gli inquirenti, il «santone» di cui si parla in molte telefonate fra i calciatori in odore di corruzione intercettate dai carabinieri. Ma la vera novità dell'indagine napoletana riguarda sicuramente gli arbitri. Dell'«uomo nero», nome in codice per indicare il direttore di gara, avevano parlato al telefono il 16 aprile scorso due personaggi già coinvolti nell'inchiesta: Luigi Saracino, organizzatore di scommesse, e l'ex centrocampista del Grosseto Salvatore Ambrosino, che ha poi deciso di collaborare con i magistrati. L'argomento della conversazione era l'incontro Messina-Venezia diretto da Palanca, che si sarebbe disputato il giorno successivo con la vittoria (2-1) della squadra siciliana tra mille contestazioni e soprattutto un rigore assai discusso. Scrivono i magistrati: «Quest ultimo (Saracino, ndr), nello specificare che non vi è un accordo con il Venezia («Non è che di là è a posto»), dice chiaramente che vi è un accordo con l'arbitro («E' l'uomo nero che è a posto con loro. hai capito... solo l'uomo nero»)». C'è dell'altro sul conto degli arbitri, fl 5 giugno scorso - aggiungono i magistrati - la polizia giudiziaria ha ascoltato come persona informata dei fatti l'amministratore delegato del Venezia Calcio, Francesco Dal Gin, già sentito dall'ufficio indagini della Figo. «Dal Gin - affermano i pm - ribadiva quanto aveva già riferito agli organi federali sulla "opinione condivisa dalla maggior parte dei miei colleghi che la società di calcio del Messina sia stata in diverse occasioni agevolata allorquando gli incontri da questa disputati erano diretti da un gruppo di arbitri facenti parte della cosiddetta combriccola romana" di cui, secondo le dichiarazioni di Dal Gin, farebbero parte pure gli arbitri Gabriele e De Santis, a loro volta legati alla società Gea riconducibile alla famiglia Moggi». Scrivono ancora i magistrati: «Aggiungeva (Dal Gin, ndr) che il direttore sportivo del Messina, Mariano Fabiani, sarebbe stato consigliato al presidente della società dallo stesso Luciano Moggi». Né Moggi, né la Gea, né l'arbitro De Santis risultano però coinvolti nell'inchiesta. La Gea World ha subito dato mandato ai propri legali di tutelare «con ogni strumento l'immagine dell'azienda e dei suoi azionisti» in relazione alle notizie diffuse ieri. «Ciò - è detto in un comunicato - anche aUa luce delle dichiarazioni dell' amministratore unico del Venezia Calcio, Franco Dal Gin, che in un'intervista rilasciata all'Ansa ha precisato di aver riportato "voci sentite nei conidoi"». Tornando a Palanca, gli inquirenti ricordano che l'arbitro ha diretto altre due partite disputate dal Messina fra mille accuse di favoritismo nei confronti della squadra siciliana: quella contro il Napoli, giocata il 12 settembre dell'anno scorso e terminata con un pareggio a seguito di un rigore, e la seconda contro il Treviso, conclusasi il 30 novembre con la vittoria del Messina. E veniamo al secondo arbitro indagato. Marco Gabriele, anch' egli coinvolto per una partita del Messina, quella del girone di ritorno contro il Treviso disputata il primo maggio e finita con la vittoria (3-1) dei siciliani. Durante una telefonata intercettata il 30 aprile. Luigi Saracino e Salvatore Ambrosino hanno discusso delle scommesse da fare su quel! incontro. Sapevano che il Messina avrebbe vinto. «Tengono l'uomo nero a favore come la volta passata», ha detto Saracino, indicando il direttore di gara come «il ciociaro». Ciociaro come Gabriele. Per quanto riguarda i dirigenti del Modena, il presidente del club Romano Amadei è sospettato di un presunto tentativo dì combine dell'incontro disputato il 2 maggio contro il Chievo ma finito con la vittoria (2-0) per i veneti. L'arbitro Gabriele con Ze Maria e l'allenatore Cosmi del Perugia in una partita del recente campionato

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