Pioggia sul deserto «La magia è realtà»

Pioggia sul deserto «La magia è realtà» UN PROGETTO CONGIUNTO DELLA NASA CON ISRAELIANI E BELGI Pioggia sul deserto «La magia è realtà» Un sistema di isole di calore crea le nuvole, che scaricheranno gli acquazzoni «E' la prima volta che si riesce a controllare l'intero ciclo delle precipitazioni» Il primo esperimento è previsto per il 2005 in una zona desolata di Israele Gian Antonio Orighi MADRID Per la prima volta nella storia dell'umanità, è a portata di mano un progetto rivoluzionario: si chiama'«Geshem» (vale a dire pioggia, in ebraico). Si tratta di un sistema che permetterà di creare precipitazioni artificiah in luoghi desertici oppure in via di desertificazione, purché non siano distanti più dì centocinquanta chilometri dal mare. Come? Installando tra la sabbia una gigantesca «isola di calore» che, grazie a speciali pannelli neri che assorbono i raggi solari, farà salire con grande rapidità nell'atmosfera il vapore acqueo dell'aria riscaldata, creando così nubi che, poi, scaricheranno nellazona gh agognati rovesci. «Geshem» - ima rivoluzionaria joint-venture tra ricercatori dell'atenieq j israeliapQ :«(Ben ^urion», di qiiellòieiga «Université Libre de Bruxelles» e l'agenzia spaziaìp. statunitense: Nasa,, -. è stato. illustrato a Madrid, alla «Fundación Universidad Rey Juan Carlos», da Leon Brening, specialista in modelli atmosferici e uno dei «cervelli» dell'istitu¬ zione. E non si tratta - come qualcuno potrebbe pensare - di fantascienza: il primo test, in ima zona desertica di Israele, partirà già l'anno prossimo. «L'ispirazione ci è venuta da quelle che i climatologi chiamano "isole di calore" sopra le città, vale a dire zone tra i cinque e i dieci gradi più calde delle campagne che le circondano - ha spiegato Brening -. Queste aree surriscaldate funzionano come "punti scuri" (così sono definite nel gergo scientifico) in grado di assorbire tutta la potenza dei raggi solari. Ed è stato provato che queste "isole di calore" sono capaci di provocare una forte ascensione dell'aria calda, che si condensa nelle zone alte della atmosfera, trasformandosi in nuvole, sia nelle aree periferiche delle metropoli sia nelle campagne adiacenti, come accade per esempio a Los Angeles». La ragione? E' duplice: l'asfalto e il colore dei tetti degli edifici. In altre parole, si tratta di creare una sorta di struttura di «camini» ad alta temperatura, capaci di scatenare le energie dell'aria calda e del suo vapore acqueo che, a un mighaio di metti d'altezza, si condensano in nubi. I ricercatori hanno calcolato che la «zona di calore» che costruiranno in Israele dovrà ricoprire un'area nemmeno troppo vasta, tra i quattro e i nove chilometri quadrati. Tutto sommato, i costi previsti sono considerati «sopportabili»: non più di duecento milioni di dollari. Nel tentativo di abbassare ancora i costi la joint-venture scientifica sta sperimentando materiali innovativi. L'obiettivo, naturalmente, è rendere il prezzo deir«acqua artificiale» competitivo con quello dell'acqua «tradizionale». Di certo, a parte le alte temperature delle placche, resta fondamentale la vicinanza del mare: solo cosi, infatti, potrà entrare nel circolo virtuoso uria massa critica di vapore acqueo. «Fino a oggi gli scienziati erano riusciti a provocare piogge artificiali soltanto a partire da nubi già esistenti. Mai, però, avevano prodotto la "materia prima", le nuvole, appunto», ha sottolineato con orgoglio Brening. Lo scienziato si riferisce alla cosiddetta «inseminazione di nuvole», ideata già negli Anni Quaranta da Vincent Schaefer nei laboratori americani della General Electric. Il sistema consiste nell'utilizzare un aereo, che immetta in una nuvola, con umidità e temperatura adatte, sostanze come ghiaccio secco o cristalli di ioduro d'argento, inducendo così il vapore acqueo a trasformarsi in liquido e, quindi, in pioggia. Ma i risultati sono sempre stati piuttosto scarsi e le precipitazioni restano geograficamente ingovernabili. Il «Geshem», invece, dovrebbe funzionare alla perfezione, permettendo così di controllare (anche se solo vicino al mare) l'intero ciclo evaporazione-nuvole-pioggia. Intanto, mentre si perfezionano gh ultimi aspetti del progetto, Brening suggerisce un semplice ed efficace accorgimento per durre le «isole di calore» metropolitane: colorare di bianco tutti i tetti. L'investimento è considerato sopportabile faranno necessari . , soltanto 200 .milioni di'dòllari e l'acqua artificiale avrà prezzi molto competitivi» ACQUA SUL DESERTO IL PROGETTO Produrre nuvole in grado di rovesciare la pioggia in zone desertiche GLI SCIENZIATI Un team congiunto di americani, israeliani e beigi 'come funziona Una serie di speciali pannèlli intercetta i raggi solari e condensa grandi masse di aria calda fino a un migliaio - di metri d'altezza. Si creano così formazioni nuvolose che scatenano la pioggia LA CARATTERISTICA RIVOLUZIONARIA Si controlla l'intero ciclo dell'acqua, dall'evaporazione fino alle precipitazioni DOVE SARA'REALIZZATO In una zona desertica di Israele ■ I COSTI 200 milioni di dollari

Persone citate: Brening, Gian Antonio Orighi, Juan Carlos, Leon Brening, Vincent Schaefer

Luoghi citati: Bruxelles, Israele, Los Angeles, Madrid