Caccia all'ebrea, arancia meccanica sul metrò di Cesare Martinetti

Caccia all'ebrea, arancia meccanica sul metrò NESSUNO SUL VAGONE E' INTERVENUTO PER DIFENDERLA Caccia all'ebrea, arancia meccanica sul metrò A Parigi una madre con il bimbo di 13 mesi in balia di una banda di banlieue Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI Una volta avremmo parlato di Arancia Meccanica, adesso non basta più perché nelle aggressioni vigliacche delle bande di bulli contro vittime indifese c'è un veleno nuovo e antico che risponde al nome di antisemitismo. Anzi, è la banalizzazione dell'antisemitismo, è un «dagli all'ebreo» che diventa una giustificazione paradossale per commettere violenza anche nei confronti di chi ebreo non è. E' accaduto venerdì mattina a Parigi, in un vagone della «RER», il metrò di banlieue. Una giovane mamma e il suo piccolo di 13 mesi sono rimasti per un quarto d'ora in balia di sei delinquenti. Alla fine le hanno tagliato i capelli, strappato la maglia e disegnato sul ventre delle croci uncinate. Tutt'intomo nessuno ha mosso un dito anzi, dobbiamo immaginare, i numerosi passeggeri del vagone hanno vergognosamente abbassato lo sguardo. Ma perché questa ragazza di 23 anni è stata scambiata per «ebrea»? La cronaca dà un resoconto che lascia senza parole: a un certo punto imo degli aggressori - sei, tra i 15 e i 20 anni, tutti maghrebini o arabi - ha preso i documenti della vittima e ha scoperto che abitava nel XVI arrondisS8nient,cli,Parigi,«Nel sedicesimo sono tutti ricchi, tutti ebrei», ha gridato il delinquente, probabilmente soddisfatto di aver trovato ima surreale legittimazione alla violenza che stava compiendo con i suoi amici. Incredibile? Mica tanto. Solo giovedì scorso Jacques Chirac ha pronunciato un solenne e accorato discorso per denunciare la crescita in Francia di «ogni intolleranza», soprattutto contro gh ebrei. Le fredde statistiche dicono che nel primo semestre del 2004 sono stati commessi centotrentacinque «atti» di violenza contro gli ebrei; nel 2003 furono centoventisette in tutto l'anno. Novantacinque sono stati gh atti contro arabi o neri. La situazione è preoccupante. La vecchia patria deir«égalité» e dei diritti dell'uo- mo si sta frammentando in comunità che si scrutano l'un altra con sospetto e con paura. Le banheues - come denuncia un rapporto inviato nei giorni scorsi dai servizi di sicurezza al governo e rivelato da «Le Monde» - si stanno dividendo in cittadelle etniche. Ce ne sono già circa trecento dove la situazione è apparentemente fuori controllo, dove la République fatica ad affermare la sua legge laica e repubbhcana. Bambini che non vengono inviati a scuola, donne obbligate a portare il velo, francesi di origi- ne che fuggono da quartieri dove hanno vissuto per anni. Bisogna tener conto di tutto questo per capire l'incredibile episodio avvenuto venerdì mattina intorno alle 10 su un vagone del RER B, la linea che porta a SaintDenis, una di queste banlieue «sensibili», come si dice qui con un eufemismo. Ma la storia comincia prima, alla stazione Louvre del metrò, dove la signora, spingendo il passeggino con il suo piccolo, è salita sul treno. E' lì che i sei l'hanno agganciata. A Chatelet è scesa e i sei l'hanno seguita. E' salita sul RER diretto a SaintDenis e i sei sempre dietro, fino a quando Ibanno circondata e cominciato a provocarla. A parole e con piccole spinte. La poveretta non è stata in grado di far nulla. Sommersa dai sei energumeni, minacciata, qua¬ si schiacciata. Alla stazione di Gages-Sarcelles, non si sa come, la ragazza, il piccolo nel passeggino e la banda sono scesi dal treno. Ma l'aggressione è continuata, anche qui senza che nessuno intervenisse, direttamente sul quai di arrivo dei treni. Le hanno preso lo zainetto con i documenti, hanno fatto la fenomenale scoperta che la signora abitava nel XVI che è un quartiere molto chic tra il Trocadero e gh Champs Elysées - e lanciato il loro grido belluino. In un crescendo ossessivo e quasi rituale, i sei hanno strappato gh abiti della donna, con un coltello le hanno tagliato ciocche di capelli e infine disegnato sul ventre croci uncinate con un pennarello nero. Poi hanno preso lo zainetto della signora, il portafogli con 200 euro, l'hanno minacciata di non fare denuncia e come ultimo gesto hanno rovesciato il passeggino col bambino. Una successione di violenza folle e gratuita che si fa fatica a credere. Nessuno ha visto nulla, salvo una coppia di giovani che sul quai della stazione, alla fine, hanno soccorso la donna. Nemmeno alla Sncf (la società che gestisce i treni) s'erano accorti di nulla: «Nessuno ha tentato di tirare l'allarme, nessuno ha avvertito personale del treno o della stazione». La notizia si è scoperta solo sabato sera perché la donna-ha fatto denuncia al commissariato di polizia di Saint-Denis. All'ospedale le hanno dato una decina di giorni di prognosi: ha solo piccole ferite. Ma ci vorrà molto più per dimenticare. Il piccolo non ha nulla e non avrà questo problema. Il presidente degh studenti ebrei, Yonathan Arfi, ha detto che questo, come altri episodi, rivela che (d'antisemitismo è diventato in Francia il modo ordinario di espressione della violenza e deh odio». Nei ((territori perduti» della République per insultare qualcuno è ormai abituale dirgli «juif». Brutto segnale - come ricordava ieri il presidente dell'Ile-deFrance Jean-Paul Huchon - nel Paese che negh Anni 40 è stato l'unico a deportare i bambini ebrei nei campi nazisti. Altro che Arancia Meccanica. Le hanno tagliato i capelli con un coltello strappato la maglia e disegnato croci uncinate sul ventre «Abita in un quartiere ricco, è una giudea» Chirac ha appena denunciato il crescere dell'antisemitismo Nel primo semestre di quest'anno gli atti di aggressione sono stati 135 Una stazione della «Rem, il treno che collega le banlieue parigine al centro della città

Persone citate: Arancia Meccanica, Chirac, France Jean, Jacques Chirac

Luoghi citati: Francia, Parigi, Saint-denis