Lo strappo di Sarli «E' l'ultima sfilata»

Lo strappo di Sarli «E' l'ultima sfilata» L'ALTA MODA NELLA CAPITALE Lo strappo di Sarli «E' l'ultima sfilata» Lo stilista presenta le sue donne-samurai e polemizza con i colleghi «Ormai mi copiano tutti». La risposta di Ward: «Succede anche a me» Un abito blasfemo di Molaro, Asia Argento la sua musa ispiratrice Maria Cerbi ROMA Signore e signori lo show è finito. Fausto Sarli, maestro dell'Alta Moda, annuncia il suo ritiro dalle passerelle. La Causa? Troppi copioni in giro. Copioni làanesi, per l'esattezza, come precisa il sarto facendo scoppiare una piccola «querelle» intemazionale. Immediata la replica del collega Toni Ward, di Beirut, che gli manda a dire: anche io sono imitatissimo. Così questa collezione di abiti firmati dal couturier napoletano, ispirata al Giappone, sarà l'ultima visibile in fotografia. «Non posso fare altrimenti», spiega Sarli. «La mia clientela araba non gradisce che i modelli esclusivi che comprano da me poi vengano riprodotti. Tanto che quest'anno la nipote del re dell'Arabia saudita. Al Saud, ha voluto che togliessi dalla collezione autunno inverno i cinque capi prescelti da lei. Ed è un peccato che non si possano vedere». Così l'abito da sposa che ha chiuso lo show è stato creato all'ultimo momento per sostituire quello «blindato» dalla principessa saudita che si sposa il prossimo gennaio. Un defilé dimezzato, dunque, ma comunque un grande evento di stile con abiti costruiti seguendo linee geometriche tanto care allo stilista, evocazioni orientali, di donne-samurai, anche di Butterfly metropolitane con gonne lunghe a pieghe piatte e vita bassa (le tipiche «Hakama») e cappotti di cachemire oversize che fanno risaltare le proporzioni bonsai degh abiti. Largo uso del bianco, il vero protagonista non solo nel prossimo inverno ma anche la prossima estate, che risalta su camicie- kimono coloratissime o semplici e nere. Curioso il bolero che sembra pelliccia, quasi una volpe argentata, e invece è fatto di lana morbidissima. La cappa lunga fino a terra è un insieme di fazzolettini di seta strappata, molto teatrale. I top sono delle «armature» ricamate di metallo e cristaUi. Dal prossimo anno solo le clienti e le giomahste della carta stampata potranno sedere nell'atelier di via Gregoriana per ammirare il lavoro di Sarli. «Io sono l'unico stilista ormai che ha un contatto diretto con le clienti. Le devo curare, sono loro che mi danno la possibilità di continuare a lavorare. Io non ho fatto come altri distribuendo licenze a destra e a manca. Guadagno solo quando consegno un abito». Ragionamento logico, anche se c'è chi spera che prima della prossima stagione di sfilate Sarli possa ripensarci. Si apre così, con un addio e una vena polemica, questa prima giornata di Alta Moda romana (durerà fino a venerdì). Sette giorni di appuntamenti con gli abiti e un filo conduttore: lo sport. Un omaggio alle Olimpiadi che hanno ispiratp il lavoro di molti stilisti. Domani sera la serata inaugurale allo Stadio dei Marmi con atleti e modelle sulla stessa «pista». Anche quest'anno non potevano mancare le critiche per un calendario dove i nomi di stilisti noti sono solo una manciata. Ma in fondo è questa la scommessa di Roma, che dopo gli anni degh abbandoni dei grandi creatori e la supremazia di Parigi ha dovuto reinventarsi per non soccombere. Ed è stato il presidente di Alta Roma, Stefano Dominella, a dettare l'itinerario di questa rina¬ scita puntando proprio sui giovani. Così nella città etema da qualche anno si è creato come un laboratorio di creatività, una palestra (per rimanere nel tema dello sport) dove i giovani mostrano quello che sanno fare in mezzo a qualche grande nome della sartoria. Tra queste giovani promesse anche Gianni Molaro, che ieri ha presentato nei giardini di Palazzo Venezia, (fuori calendario e con qualche malumore per la sua esclusione dai partecipanti "ufficiali" di Alta Roma) una collezione di abiti-scultura creati con un occhio (secondo lui) alla pittura antica ma anche alle avanguardie più radicali. Il risultato è una galleria degli orrori dove trova posto anche un abito bla¬ sfemo. Musa ispiratrice dello stilista Asia Argento in abitofarfalla. Come colonna sonora la voce di Leopoldo Mastelloni che ha accompagnato la sfilata delle modelle. Ispirazione pittorica anche per la stilista serba Verika Rakocevic, che ha presentato presso gli Horti Sallustiani una collezione dedicata alla pittrice serba Olja Ivanjicki, con abiti e stole da sera che una volta tolti possono essere tranquillamente appesi alla parete. L'ospite d'onore di questa edizione di Alta Roma sarà Laura Biagiotti che il 13 luglio sfilerà per la prima volta nella capitale e riceverà dal sindaco, Walter Veltroni, un premio alla carriera. In passerella la collezione della serba Rakocevic con le sue stole da sera da appendere alla parete Premio alla carriera per Laura Biagiotti Asia Argento sfila per Molaro Una proposta di Fausto Sarli ispirata al Giappone Un'altra modella di Sarli in passerella in Campidoglio