Frattini di Renato Rizzo

Frattini Frattini «Così il problema rischia di inasprirsi» Renato Rizzo inviato a SIENA Franco Frattini, al convegno promosso dalla Fondazione Liberal, ha appena concluso un serrato faccia a faccia con l'ambasciatore Sergio Romano sostenendo che «la pohtica estera dell'Italia ha saputo esercitare un'influenza positiva e ascoltata sull'amministrazione Usa riguardo alla vicenda irachena». La sintonia con gh Stati Uniti è, evidentemente, con andata e ritomo perché, commentando la condanna emessa dalla Corte intemazionale di Giustizia dell'Aja sul «muro» che Israele sta costraendo tra i suoi territori e quelli palestinesi, il responsabile della Farnesina usa le stesse parole di George Bush: i nodi politici non si sciolgono neUe aule di giustizia. E, poi, l'abbattimento di questa barriera difensiva destinata, nei progetti, a raggiungere 700 chilometri, non è, per lui, il vero focus della questione : il più importante «messaggio di buona volontà» che Gerusalemme dovrebbe inviare al mondo sarebbe «il ritiro da Gaza. Se ci avvitiamo sulla questione muro sì-muro no ho l'impressione che la vicenda s'inasprisca soltanto». Il nostro ministro degh Esteri nel commentare la sentenza su questo diaframma di reti e di cemento armato che non riesce a conciliare sicurezza e democrazia, scinde il problema. Prima si riferisce alla porzione «che invade il territorio palestinese»: «Sicuramente - afferma - non aiuta il dialogo e noi abbiamo detto con chiarezza agh israeliani che quel tracciato è da rivedere, come, del resto, sostiene anche la Suprema corte di Gerusalemme». Altro tema è, invece, la parte di muro che risponde «al principio di sicurezza d'un Paese il quale, all'intemo del proprio territorio, si può organizzare come megho crede». Questa barriera del disaccordo che già aveva una forte valenza simbolica, ne assume oggi, dopo il giudizio del Tribunale Onu, una ancora più cospicua e dirompente: tutto ciò, nota Frattini, non aiuta certo a comporre i dissidi «né da una parte né dall'altra. Temevamo un inasprimento dei toni. E perciò non solo l'Italia, ma l'Europa, aveva sostenuto che i problemi pohtici non si risolvono con le decisioni giuridiche». E' reciso, il ministro, anche se l'affermazione non sembra combaciare con il giudizio espresso in queste ore da Javier Solana, rappresentante esteri delTUnione, che esprime la sua approvazione della sentenza e afferma che «il muro non è solo ima confisca del territorio palestinese e una causa di difficoltà umanitarie ed economiche, ma potrebbe mettere in crisi futuri negoziati e compromettere una soluzione equa del conflitto». Secondo lei, ministro Frattini, che cosa possono fare il nostro Paese e l'Europa di fronte a questo verdetto? «Niente. Esclusivamente prendere atto che la decisione arrivata dall'Aja è solo monitoria, di indirizzo». Esiste, comunque, una precisa presa di posizione della Corte suprema d'Israele die s'è dichiarata contraria alla realizzazione del muro in Cisgiordania. «Certo. E, per parte nostra invitiamo Israele a ottemperare a quanto stabilito da quel Tribunale mostrando segni di buona volontà». Tra gh auspicati messaggi d'apertura il più costruttivo e «pohtico» sarebbe, nei giudizi della Famesina, «marciare verso il ritiro da Gaza. Per favorire questo risultato l'Egitto è disposto a profondere il suo impegno, così com'è pronta l'Europa». Il muro in costruzione. Sopra, Frattini

Persone citate: Franco Frattini, Frattini, George Bush, Javier Solana, Sergio Romano