Pininfarina, niente accordo di Giampiero Maggio
Pininfarina, niente accordo ALTRO INCONTRO AZIENDA-SINDACATI IL 21 LUGLIO. INDETTE ASSEMBLEE NEI TRE STABILIMENTI DEL GRUPPO Pininfarina, niente accordo Confermata la cassa integrazione da settembre Giampiero Maggio Patrizio Romano Nessun accordo tra sindacato e dirigenza sul caso Pininfarina. L'incontro di ieri pomeriggio all' Unione Industriale non ha dato i frutti sperati. E le due delegazioni sono rimaste sulle loro posizioni. «Restano intatti i nostri timori sul rischio di cassa integrazione per i 1700 lavoratori - hanno detto Federico Bellono e Mario Bertolo della Fiom-Cgil -. E che alcuni debbano stare due anni a casa senza possibilità di turnazione». Una trattativa che si prevede difficile. Anche se le parti hanno convenuto di ritrovarsi mercoledì 21 per un nuovo confronto. Intanto la situazione prospettata dai sindacati è stata in parte confermata. «Hanno spiegato che dal 20 settembre partirà la cassa straordinaria - raccontano i sindacalisti - e che durerà circa due anni. Le prime vetture ad uscire di produzione, come temevamo, sono l'Alfa e la Peugeot. E quindi a patire la crisi saranno, fin da subito, saranno gli operai degli stabilimenti di Grugliasco e di San Giorgio Canavese». Il primo vedrà ridotto il suo organico, mentre il secondo rischia proprio la chiusura. «Certo, visto che sono solo quelli i due i modelli attualmente in produzione nello stabilimento di San Giorgio - ammettono -. Così in 250 si ritroveranno a spasso». Non va molto meglio per i dipendenti di Bairo, sempre nel Canavese. «Da luglio 2005 andranno in esaurimento anche le lavorazioni della Mitsubishi e della Ford che sono di loro competenza continuano -. Anzi, la riduzione dei pezzi sarà tra non molto e quindi tra breve a Bairo si farà solo uno dei due turni». Insomma, anche lì la cassa metterà a «riposo» più di 100 operai nel giro di pochi mesi. La speranza è riposta nei nuovi modelli di Alfa, Mitsubishi e Ford che dovrebbero arrivare proprio al luglio prossimo. «Ma fino ad allora la gran parte resterà a casa - sostengono -. E la nostra richiesta è. proprio quella di evitare lunghi periodi di cassa a molti, mentre pochi continueranno a lavorare». Il timore è che si ripetano i fatti già avvenuti nel 2001, durante una precedente crisi dell'azienda. «Già allora ci avevano garantito che nessuno avrebbe fatto più di sei mesi - rimproverano - e invece in tanti sono rientrati dopo un anno e mezzo». Di questo e delle prospettive di lotta parleran¬ no durante gli incontri che si svolgeranno la prossima settimana nei tre stabilimenti. «Anche perché è l'ultima settimana in cui ci sono ancora tutti i lavoratori confessano -, poi inizierà una cassa ordinaria fino alla fine del mese». Insomma, l'ultima occasione per concertare le scelte e spiegare il piano dell'azienda. «Noi abbiamo lasciato il tavolo ribadendo che si possono e si devono trovare soluzioni meno dolorose - affermano i sindacalisti -. Da loro abbiamo avuto ima vaga rassicurazione, hanno detto che ci avrebbero riflettuto e avrebbero valutato». Ma la loro preoccupazione è che all'incontro del 21 non sia cambiato nulla. E che, mancando un nuovo modello Peugeot, San Giorgio chiuda definitivamente. Senza possibilità di appello. Uno dei modelli di auto prodotti negli stabilimenti della Pininfarina
Persone citate: Federico Bellono, Mario Bertolo, Patrizio Romano, Pininfarina
Luoghi citati: Bairo, Grugliasco, San Giorgio Canavese
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