Da sindacati e piccole imprese un coro di «no»

Da sindacati e piccole imprese un coro di «no» Da sindacati e piccole imprese un coro di «no» ROMA Sonora la bocciatura della manovra economica 2004 da parte di sindacati, mondo dell'artigianato e piccola impresa. «Mette un freno allo sviluppo» è la critica espressa all'unisono, alla quale si associano gli agricoltori della Cia. «È il frutto di errori del passato» è il duro giudizio di Guglielmo Epifani, mentre Savino Pezzetta stigmatizza l'assenza di dialogo con le parti sociali pur in presenza di una manovra da 7,5 miliardi. «Allo sciopero per ora preferiamo la discussione» dice tuttavia il leader Cgil. Taglia la spesa pubblica e non cuce i rapporti con le parti sociali, sintetizza il leader dell' Ugl Stefano Cetica. La Confcommercio invoca interventi strutturali, rilevando tuttavia che una forte dose di antibiotici era i necessaria. Una manovra dovuta, commenta a sua volta Cor.fagricoltura. mentre la Coldiretti si augura ora un Dpef di sviluppo, nel quale spera pure Ja Cna per bocca di Giancarlo Sangalli il quale esprime la preoccupazione delle imprese artigiane. I tre leader di Cgil-Cisl-Uil, tutti a Palermo per la festa della Cisl, vanno all'attacco. «Per come si delinea - dice Epifani questa manovra non fa altro che mettere freni al piccolo sviluppo che era ripartito. È dunque una manovra che invece di sostenere lo sviluppo lo frena». «Si fa una manovra di 7,5 miliardi di euro - insiste Pezzetta - e il governo non ci ha neanche informato. Se questo è il preludio a manovre che verranno, penso che la capacità d'azione del sindacato dovrà essere forte e incisiva». «Dal Dpef - commenta Angeletti - ci aspettiamo una politica di sviluppo per far crescere il Paese, non abbiamo bisogno di fare sacrifici». Secondo il presidente della Confcommercio Sergio Bilie, «per abbassare la febbre a 40 gradi della spesa pubblica corrente era indispensabile ricorrere a una forte dose di antibiotici, ma non si può certo pensare che questa cura possa di per sé essere sufficiente a rimettere in piedi quel grande malato che è oggi l'economia italiana». «Si continua a rinviare il varo di interventi realmente necessari al rilancio dell'economia», dice Marco Venturi, presidente di Confesercenti. Fabio Cerchiai, presidente dell'Ama, si dice sorpreso che il governo «disconoscendo il ruolo sociale delle assicurazioni, abbia approvato un provvedimento che conferma l'aumento di un prelievo sulle riserve vita, di per sé illogico in quanto riferito a debiti delle compagnie verso gli assicurati»; Paolo Bedoni, presidente di Confagricoltura invoca il ritomo alla «effettiva concertazione», mentre Giancarlo Sangalli della Cna esprime «grande preoccupazione». II giudizio più drastico arriva da Confartigianato. Una nota dell'associazione denuncia il ritomo di «meccanismi nel sistema degli acquisti della pubblica amministrazione che rischiano di creare gravi distorsioni di mercato, riducendo la concorrenza e penalizzando le piccole imprese». Nel mirino c'è il potenziamento della Consip, che per come congegnato - dicono gli artigiani - rischia di «bloccare il mercato delle forniture pubbliche» ed «escludere le piccole e medie imprese dall'accesso diretto alle gare». [r. gi.l

Luoghi citati: Confartigianato, Palermo, Roma