L'Amiat rompe il contratto con il laboratorio di analisi

L'Amiat rompe il contratto con il laboratorio di analisi E' LA «MEDIL SRL» DI POSSANO. COSTITUITA ANCHE UNA COMMISSIONE INTERNA PER FAR LUCE SULLA VICENDA L'Amiat rompe il contratto con il laboratorio di analisi Il provvedimento dopo i casi di epatite nell'impianto di Borgaro Per il vicesindaco Calgaro l'azienda doveva vigilare sul ritardo Grazia Longo Cominciano a cadere le prime teste per il caso Amiat. Fino all'altro ieri l'amministratore delegato Ivan Strozzi giustificava il ritardo della comunicazione ai dipendenti a rischio epatite A con «la necessità del medico aziendale di avere un quadro chiaro della situazione». Beh, alla fine il primo che ha pagato è stato proprio il medico, o meglio l'intera società convenzionata con l'impianto di compostaggio di Borgaro. Da ieri l'Amiat ha sciolto il contratto con la «Medil srl», Analisi cliniche e laboratori, di Possano in provincia di Cuneo. Sui motivi della scelta però dall'Amiat non arriva alcuna risposta. Ieri il dottor Strozzi è stato irraggiungibile tutto il giorno. Troppo imbarazzo?, Non si sa. Pare sia stata istituita ima commissione interna alla società per far luce sulla vicenda, ma non esiste una conferma ufficiale. Proseguono invece le indagini sul fronte giudiziario, gli ispettori del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello visiteranno la struttura di Borgaro per verificare le ipotesi di lesioni colpose e violazione della legge 626 sulla sicurezza degli ambienti di lavoro. Alla Cgil, che ha denunciato il caso, oggi cominceranno a essere istruite le prime pratiche per il riconoscimento di infortunio sul lavoro o di malattia professionale. «Gli operai si sono rivolti a noi - spiegano Roberto Gabriele e Piero Fessa - perché possa essere rivendicato il loro diritto alla salute sul posto di lavoro». La Cgil, inoltre, avanza un dubbio sull'eventuahtà che i vertici Amiat sapessero da tempo dell'epatite A che avrebbe colpito 11 dei 13 operatori addetti al compostaggio. «Per carità, magari il nostro è un sospetto eccessivo - afferma Gabriele - però è quanto meno singolare che il 2 luglio l'Amiat ci abbia convocato per un incontro il 9 luglio per discutere l'inserimento di nuovi operai. Stasera (ieri per chi legge) hanno annullato la riunione a data da destinarsi. A che cosa servivano quei nuovi operai che adesso non servono più? Forse a sostituire quelli malati? Ripeto, forse questa è solo dietrologia, ma in una vicenda dove la trasparenza è mancata sin dall'inizio, la disdetta suona vm po' strana». Il vicesindaco Marco Calgaro ritiene «positivo» il comporta- mento delTAmiat che, appena venuta a conoscenza del problema epatite, ha deciso di rescindere il contratto con «i fornitori del servizio di medicina preventiva, difendendo i propri lavoratori che non sono stati informati con prontezza dai sanitari». E aggiunge: «Ritengo indispensabile l'affidamento da parte delTAmiat di un incarico specialistico che fughi ogni dubbio circa le condizioni dell'impianto di Borgaro». Ma per l'Amiat c'è anche una dura critica da parte del vicesindaco: nonostante gli esami fossero stati effettuati cinque mesi prima, nessuno s'è preoccupato di chiedere ai medici il giudizio di idoneità o meno alla mansione. I sindacalisti della Cgil Roberto Gabriele (a sinistra) e Piero Fessa

Persone citate: Calgaro, Grazia Longo, Ivan Strozzi, Marco Calgaro, Piero Fessa, Raffaele Guariniello, Roberto Gabriele, Strozzi

Luoghi citati: Amiat, Borgaro, Cuneo