Toma ai fedeli la pieve di Borgomaro

Toma ai fedeli la pieve di Borgomaro Restaurata di recente la chiesa dei Santi Nazario e Celso risale al Medio Evo Toma ai fedeli la pieve di Borgomaro Sabato alle 15,30 cerimonia con il vescovo BORGOMARO E' un'antica pieve, punto di riferimento per la valle del Maro e oltre, che da sabato riaprirà al culto con una cerimonia solenne celebrata dal vescovo diocesano, monsignor Mario Oliveri. Il «grande ritomo» riguarda uno dei principali monumenti del Ponente, la secolare chiesa matrice di Borgomaro, intitolata ai Santi Nazario e Celso. L'edificio sacro di frazione Ville S. Sebastiano, che s'incontra risalendo verso Maro Castello, trae origine addirittura agli albori della Cristianità, quando Nazario e Celso percorsero la valle di Oueglia fino alla sorgente dell'Impero. Esistono ancora resti dei muri romanici, anche se l'edificio è stato rimaneggiato nel '400. Sopra l'architrave su cui è scolpita l'Annunciazione spicca la data del rifacimento: 13 ottobre 1498. Sabato sarà quindi giorno di gran festa per tutta la comunità: alle 15, 30, monsignor Oliveri, alla presenza di autorità religiose, civili e militari, presiederà alla celebrazione liturgica per la riapertura al culto della pieve. La benedizione che sarà impartita dal presule restituirà alla chiesa piena dignità di luogo sacro dopo anni di disuso, ruberie e atti di vandalismo. Il passo è stato reso possìbile dalla conclusione dei lavori di restauro. Ora la chiesa potrà tornare a svolgere la sua vara funzione: quella di centro per la preghiera. Questo è stato reso possibile, oltre che dai restauri, dal recente insediamento della comunità di Monaci Benedettini, che useranno l'edificio sacro per la celebrazione quotidiana dell'intero Ufficio Divino e della messa secondo i vari orari, dal mattino alla sera, come stabilito dalla Regola di San Benedetto e delle leggi della Chiesa. «L'assegnazione è avvenuta con uno statuto apposito, regolato dal diritto canonico, da parte del vescovo diocesano», precisa il sindaco di Borgomaro, Maria Carla Camia. Fin dall'arrivo nella pieve romanica, i monaci hanno evidenziato la necessità di rendere sicuro l'uso delle campane, che suonano più volte durante la giornata. I danni subiti nella Seconda guerra mondiale, l'azione del tempo e delle intemperie hanno reso necessari lavori di ripristino. Proprio in questi giorni la Fondazione Carige, su interessamento del ministro Claudio Scajola, ha stanziato 10 mila euro per la messa in sicurezza della cella campanaria. Commenta il sindaco Camia: «E' un'iniziativa importante per la rivitalizzazione dell'entroterra. La chiesa è il nostro monumento di maggior rihevo. Non soltanto monumento, ma soprattutto culla della nostra civiltà cristiana, delle nostre più profonde radici. Dalla valle del Maro a Carpasio estese nei secoli la sua importanza. Qui si volsero per secoli le cerimonie religiose: battesimi, matrimoni, sepolture. Da essa si staccarono, dal 1400, le parrocchie dei vari paesi. L'antica pieve conservò comunque, fino all'inizio del '900, il diritto alla riscossione delle decime su tutte le cerimonie religiose del territorio». La pieve di San Nazario e Celso si trova tra la frazione dì Maro Castello e il capoluogo Borgomaro

Persone citate: Camia, Claudio Scajola, Maria Carla Camia, Mario Oliveri, Monaci Benedettini, Oliveri, Ville S. Sebastiano

Luoghi citati: Borgomaro, Carpasio, San Nazario