Tour, Italbici sempre a secco di Gianni Romeo

Tour, Italbici sempre a secco CICLISMO: GRANDI SFIDE FRA SPRINTER, MA LO SPEZZINO EROE DEL GIRO NON SI GETTA NELLA MISCHIA Tour, Italbici sempre a secco Pelacchi ieri non ha nemmeno tentato la volata 1 analisi Gianni Romeo PETAGGHI, chi l'ha visto? Diciamo la verità, al Tour finora il Grande Assente è proprio lui, il Velocista Gentiluomo che al Giro aveva spazzato tutta la concorrenza. Gh altri corridori italiani stanno facendo quello che possono, e che devono. I tre uomini di classifica, Basso-Scarponi-Simoni, ieri sono stati molto attenti a evitare le trappole del pavé; se Simoni non avesse tirato il freno nel prologo (40" persi in 6 kmllpotremmo dire che sono in linea con le aspettative. Il guastatore per eccellenza, Paolo Bettini, ha conquistato la magha a pois della montagna e finora è il massimo che poteva fare. Ieri, in una tappa micidiale per cadute, ha avuto la sua dose di sfortuna ed è arrivato molto staccato insieme a un rivale eccellente di Armstrong, Iban Mayo: quasi 4 minuti persi, che purtroppo gh impediranno, in questa prima fase prima deUe grandi salite, di puntare con un colpo di mano alla Magha Gialla. Dovrà accontentarsi ormai deUe avventure di giomata. A proposito della sfortuna, ben presente nella spedizione itahana, la dose più grossa ieri se l'è bevuta Marco Velo, il gregario forsejpiù importante di Petacchi. Caduto in un fosso, ha rimediato un tagho alla spalla sinistra con sospetta frattura della clavicola. Il suo Tour è finito proprio alla vigiha deUa cronosquadre dove avrebbe fatto tanto comodo alla Fassa, visto che GanceUara in classifica è staccato soltanto di 1" da McEwen. E' caduto anche Cipollini, e non ha fatto la volata. Ma tutte queste storie sembrerebbero elementi dello sfondo se al centro del quadro ci fosse lui, Alessandro Petacchi. Sul traguardo di Wasquehal, due passi dalla mitica Roubaix, dove otto anni fa Mario Cipollini si mise di forza alle spalle due volponi come Blijlevens e Svorada, abbiamo atteso invano che il velocista della Fassa mettesse la testa fuori. Anzi, è stato persin patetico vedere co- me si dannavano i suoi fidi, prima Flecha e dopo Pozzato, per tirare il collo alla fila; poi si voltavano indietro, si accorgevano stupiti che del capitano non c'era traccia, si sfilavano. Per due giomi ci aveva almeno provato (due volte ottavo), ieri si è arreso senza condizioni. Se fosse stato il Petacchi di maggio, ora racconteremmo la favola di un uomo in giallo, perché a forza di abbuoni avrebbe potuto scalare la vetta. Invece a vestire il colore magico del Tour è arrivato ieri McEwen, che al Giro riuscì una volta sola (su 9) a mettere la sua ruota davanti al nostro. Che cosa succede a Petacchi? Forse ha usato male il mese di giugno, che doveva servirgli per non perdere lo stato di grazia e dove non ha mai corso, salvo la prova tricolore. Forse patisce le battaghe senza esclusione di colpi che al Tour sono molto più spietate: si è lamentato molto, ier l'altro, deUe gomitate che volano impunite. Forse il suo «treno» non trova i varchi giusti. Forse, è la spiegazione cui diamo più credito, arriva agli ultimi chilometri ormai in apnea perché le tappe sono in genere più lunghe, le medie più alte, il caldo più vigoroso. Insomma, spende eh più che al Giro e perde la lucidità al momento buono. Ma non bisogna mai dire mai. Cipollini nel '99 sembrava un paracarro, poi esplose con quattro successi consecutivi. La scintilla della fiducia nel suo cervello potrebbe accendersi da un momento all'altro. A patto che ci creda, che ci privi. Altrimenti in questo Tour resterà un Gentiluomo, ma un po' meno velocista. Se l'Italia piange, la Spagna non ride. L'emergente Iban Mayo, l'uomo nuovo che aveva battuto Armstrong al Delfinato, intrappolato da una caduta proprio mentre davanti si scatenava la battaglia per prendere le posizioni migliori nei tratti di pavé, ha preso 4 pesantissimi minuti. Questo pavé preso in prestito dalla Parigi-Roubaix e inserito nella tappa di ieri ha fatto montare le polemiche. E' logico far diventare una lotteria la corsa più importante del mondo? Magari far saltare un protagonista per una caduta o una foratura in quei tratti micidiah? Forse non è logico. Ma il Tour è anche questo: una rappresentazione dove si cercano il dramma e lo spettacolo, non soltanto le normah avventure che la strada racconta ogni giomo. Il «treno» della Fassa ha perso l'uomo di maggior peso: Velo, caduto in un fosso, ha dovuto ritirarsi Forse la battaglia senza respiro prosciuga le forze del nostro velocista, che arriva al traguardo senza la necessaria lucidità 1 Alessandro Petacchi (a sinistra) con il suo compagno di squadra, lo svizzero Fabian Cancellara

Luoghi citati: Italia, Parigi, Spagna