I gesti di Antonioni fanno dolce la notte di Capalbio

I gesti di Antonioni fanno dolce la notte di Capalbio LORO (E GLI ALTRI) I gesti di Antonioni fanno dolce la notte di Capalbio Chiara Berla di Argentine M OSCA, ITALIA. Si chiamerà con un bel sostantivo Tolleranza - la nuova fondazione voluta dal presidente russo Vladimir Putin per promuovere il dialogo tra popoli che hanno diversi valori, radici e religioni. A guidarla Putin vuole un italiano: Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa. L'offerta è stata fatta dal leader russo al professore durante un incontro, il 29 giugno, nella residenza di Novo Ogariovo. Bazoli insignito di un'importante onoreficenza per il contributo dato dall'Istituto alle celebrazioni del SOO-anniversariodi San Pietroburgo era volato a Mosca per l'inaugurazione ufficiale di Zao Banca Intesa, il primo sportello operati¬ vo italiano in Russia. Un clima cordiale e una stima che i vertici di Banca Intesa si sono conquistati, in tutti questi anni, anche grazie a ciò che hanno fatto sul fronte della cultura. Due soli esempi; il restauro della Galleria rinascimentale veneziana donato dalla banca al museo Ermitage di San Pietroburgo e la raccolta di 500 icone antiche russe a Palazzo Leoni Montanari, Vicenza. ((La costruzione dell'Europa», ha detto Bazob, mon può limitarsi all'ordine economico. Occorre una convergenza politica.accompagnata e preparata dalla riscoperta di comuni radici e valori...». Tutto il resto è tolleranza. Il re dei tour. Splat, splat, splat: l'elicottero sorvola gli yacht in rada. C'era una volta Saint Tropez, belle barche e belle donne. Ora, ai sempre più ricchi, piace tutto ciò che è vistoso, opulento. Non più il fascino di B.B. ma donne dai grandi seni siliconati. In rada il famoso Atlantis dei Miarchos, il rompighiaccio Giant del magnate sudafricana Rupert e una flotta di esagerati cabinati superaccessoriati con tender da sbarco ad Ohama beach ed elicotteri. Sul ponte più alto del suo Lady Marina (62 metri, ascensore interno, bandiera delle Cayman) atterra II Mantegazza. Di nome si chiama Sergio, è lo sceicco del Canton Ticino, proprietario di Globus-Cosmos, il più grande tour operator al mondo e della Monarch airlines. Dinasty. Antonio Mantegazza, padre di Sergio e Geo, fece i primi soldi portando in barca i turisti sul lago di Lugano. Dal '50, il grande affare dei «torpedoni» (ora si chiamano bus) per i pellegrini che andavano nei santuari di mezz'Europa. Poi, sono gli anni dell'edonismo, i Mantegazza puntano sui viaggi nei mari caldi del sud. All'inizio hanno due soli aerei Britannia di seconda mano, oggi la loro flotta conta 22 Airbus e Boeing per trasportare 5 milioni di passeggeri l'anno. Nella quieta Lugano, era il 1995, Geo (è lui a gestiree il patrimonio immobiliare di famigha) viene rapito e rilasciato in 31 ore, tra sussurri e sospetti sulla malavita russa e sul pagamento di un cospicuo riscatto. A Littletown, un buco di posto a sud dì Denver, in Colorado, lo scorso febbraio, la pohzia trova Paolo .l'unico figlio maschio di Sergio, morto. Suicida. Lady Marina ora entra in porto, Mantegazza ha bermuda bianchi e capelli a prova di vento. Estate 2004 a Saint Tropez, tra feste molto choc e gente di poco channe. E chi non c'è, peggio per lui. Maestro. Piazza di Capalbio, domenica 4 luglio. A chiusura dell'undicesima edizione dell'Intemational short film festival (tra i vincitori il toccante Sans toi di Lilia Begeja con Emmanuelle Seigner, tema l'handicap dell'illetteratismo) il pubblico segue rapito Lo sguardo di Michelangelo, l'ultima emozionante opera di Antonioni.P er assistere alla proiezione il maestro è tornato in 'questo angolo di Maremma che ben conosce. Tra il parco delTUccellina, la torre sulla duna dei Puri Negri e lo stabilimento «L'ultima spiaggia» ha infatti ambientato H filo pericoloso delle cose, episodio della trilogia ; Eros (gli altri registi sono il cinese Wang Kar-wai e Steven Soderbeigh) film che sarà infine presentato al prossimo festival di Venezia. Curiosità, emozioni. Fu proprio Antonioni a consighare a Stella Leonetti, la regista che ha ideato il festival (presidente è Tommaso Mottola) di sceghere per le proiezioni la piazza del vecchio paese e non un luogo più grande, ma più anonimo. Antonioni arriva in auto fino a pochi metri dal palco. Sorretto, lentamente e con grande dignità fa la sua entrata. Assiste attento a tutta la premiazione dei giovani registi talentosi. Prima di ritornare nel suo mondo appartato il coro di Magliauo gli dedica con tenerezza la canzone Senza PSrie, di Gino Paoli. «...Manigranditaani senza fine...». Dal suo immenso silenzio, Michelangelo Antonioni, ringrazia con un cenno. Muove quella mano sinistra die, nel film, accarezza il Mosè di Michelangelo, in un muto dialogo. Porta la fede all'indice: anche le sue dita sono smagrite. The end. È un momento magico, nella dolce notte d'estate.