Rolfo e i misteri di una Honda-lumaca

Rolfo e i misteri di una Honda-lumaca IL PILOTA TORINESE NON RIESCE A RITROVARE IL PASSO VINCENTE: ANCHE DOMENICA A RIO SI E' DOVUTO ACCONTENTARE DEL 70 POSTO Rolfo e i misteri di una Honda-lumaca «La passata stagione ho sfiorato il titolo mondiale e non sono rimbecillito. Il problema è una moto che non va proprio avanti In rettilineo mi passano tutti, impossibile competere. Scandaloso dover gareggiare così e nel team noto troppo disinteresse» Enrico Biondi Non si capisce bene se Roberto Rolfo abbia più voglia di sfogarsi, urlando al mondo tutta la sua rabbia, o di cedere al suo carattere sabaudo che invita alla riflessione. Parla al telefono con voce bassa, quasi roca, ma le parole sono come un torrente in piena. Non certo professioni d'amore, quelle che sussurra pensando alla Honda. Rolfo domenica è arrivato settimo nella gara di Rio: «Ma non illudetevi, se De Puniet e Porto non avessero accusato grossi problemi con le loro Aprilia, sarei arrivato nono, altro che storie», dice mentre sta mettendo le vali,gie sul taxi che lo accompagnerà all'aeroporto dove prenderà il primo volo per Milano. «La mia gara? Tutta da ridere. Semplicemente scandalosa. Ma non perché io mi sia rincitrulhto tutto in un colpo, o perchè non sia più capace di guidare. La voglia, quella sì, è rimasta immutata. La cosa che non mi spiego, che tutti i miei tecnici e i meccanici non si spiegano, è perché, tra tutte le Honda ufficiah presenti in pista, soltanto la mia sia la più assurdamente lenta. Ma che dico lenta, una lumaca andrebbe più veloce. E se non credete a me, andate a rivedervi le velocità di punta rilevate dal cronometraggio ufficiale. Dire che è scandaloso è dire poco». Roberto non mente. Siamo andati a guardare i «sacri testi» della gara ed è impressionante vedere che, su 28 piloti al via, la velocità massima della Honda di Roberto sia... la 26a, per una punta massima di 252,5 chilometri orari. «Significa che sono andato più lento anche della Yamaha di Max Sabbatani, che è una moto poco più che stradale - continua Roberto -. Ditemi, in queste condizioni, come potevo combattere ad anni pari con gli altri. L'incredibile comunque è che la mia Honda è stata di 15,8 km orari più lenta di quella di Aoyama e di 13 più lenta di quella di Pedrosa e di Elias. Per non parlare di tutte, ma proprio tutte, le Aprilia che mi hanno preceduto, anche quelle meno ufficiah». Rolfo, un perché ci sarà. O no? «Se c'è, nessuno di noi lo ha capito. E neppure alla Honda ci capiscono qualcosa. Però i dati sono lì, sotto il naso di tutti, mica me h invento io: solo le Yamaha di Bigon e Sekiguchi erano più lente della mia moto». Al via, però, non era male. «Macché: la partenza è stata buona, avevo persino recuperato tre o quattro posizioni. Ma al primo rettilineo mi hanno passato tutti. Il motore non spingeva, me ne sono accorto subito. Ti danni l'anima e poi...». La Honda tace. «Mah, io non so che cosa pensare. Le cose le ho dette chiare, ci siamo parlati anche dopo la gara. Sono preoccupato per la piega che sta prendendo la stagione. E vedo cose che non mi piacciono». Ad esempio? «Noto un certo disinteresse nei miei confronti. Capisco che tutta l'attenzione sia per Pedrosa, in testa al mondiale, e per Elias, ma io chi sono? Qualcuno si è forse dimenticato che lo scorso anno sono stato io a portare avanti lo sviluppo di questa moto? Che grazie ai miei risultati sono stato l'unico a contrastare il mondiale alla Aprilia di Poggiali? E meno male che sono vicecampione del mondo... Ripeto, sarà un'impressione, ma non vedo nei miei confronti queh'attenzione che mi sono guadagnato nel corso degh anni». Parole severe, quelle di Rolfo, dettate da una situazione non chiara e da un malessere tecnico diffìcile da spiegare: «Mi hanno detto che forse è la carena che uso, versione 2003, che fa andare la moto più piano. Mi hanno consigliato di rimettere quella nuova. Ma come faccio se non ci sto dentro? E' piccola, fatta apposta (guarda caso, ndr) perle misure di Pedrosa, Elias e Aoyama». Insomma un bel rebus: «Dal quale mi sa che dobbiamo tirarci fuori da soli - chiude Rolfo -. Non è la prima volta, non sarà nemmeno l'ultima. E' dura, lo ammetto, ma mica mi arrendo. Adesso torno a casa, ci mettiamo tutti al lavoro e qualcosa di buono, vedrete, riusciremo a fare in tempo per il Gp di Germania. Quella è una pista che mi porta fortuna e arriva al momento giusto per dare una svolta alla stagione». Per Roberto Rolfo un Gp del Brasile impossibile: il motore della sua Honda 250 non aveva potenza

Luoghi citati: Aprilia, Brasile, Germania, Milano